Antenna VHF attualmente inutile, potrà servire in futuro?

In alcuni condomini molto datati ci sono coassiali con il dielettrico compatto e non espanso, mi capita spesso di incontrarli.
 
Quando ho iniziato io c'erano ancora in giro alcuni amplificatori a valvole! :) https://www.youtube.com/watch?v=JRH0IiCb3FU notare l'impedenza a 60 Ohm.

Visto che parliamo di amarcord, nel 1955 avevo 5 anni quando entro' in casa la prima TV un Telefunken 17 pollici contenuto in un case che era un bestione, posizionato poi su un carrello alto 2 metri. Dalle mie parti in Toscana in casa con i soffitti alla Genovese alla fine tutto quell'ambaradan faceva impressione ad un bambino di 5 anni non acora compiuti. Ricordo bene che l'istallatore aveva montato una grossa scatola di metallo sotto l'antenna con un cavo di alimentazione a 125 volt, era la tensione di alimentazione utilizzata negli anni 50. Mio padre chiese cosa fosse quella scatola lassu', la risposta fu un Buster a valvole. Una piattina a 300 ohm andava al televisore. Tutto fu rimosso 6 anni dopo con l'arrivo del 2 canale, con un TV nuovo Brionvega 23pollici cavo con miscelatore e demiscelatore.
Quindi @Gherardo quello che scrivi è verissimo, nella zona dove abitavo eravamo coperti ed i D del Monte Serra arrivava debole per il Tuner del Telefunken. La cosa poi è migliorata nel 61 con la sostituzione del TV l'istallazione di antenne Fracarro piu' lunghe e l'utilizzo del cavo coassiale. Questo fa parte della storia televisiva di tutti noi, e chissa' che non sia partita da li la mia passione per l'elettronica, le radiocomunicazioni fino all'informatica.

Z.K.;)
 
Grande...ed era proprio allora che servivano oltre ad antenne di canale anche i preamplificatori per poter ricevere i nazionali (il primo in vhf e dopo un po' il secondo in uhf quarta banda, non esisteva altro) perché le potenze in gioco erano basse. Sarà piu di 40 anni che non ho bisogno di questi accorgimenti visto che i segnali adesso arrivano belli allegri, e impianti in zone senza ottica mi sono sempre rifiutato di farli per evitare rischi da variazioni meteo, riflessioni, ecc.
 
Ultima modifica:
Il mio primo ricordo risale intorno al 1966 di un bn con stabilizzatore, almeno così chiamavano quel autotrasformatore affogato nel catrame insieme un grande condensatore. Il cavo era già coax ma gli ingressi antenna erano con le boccole per piattina e demix VU con unbal.
Antenna V e U con mix. Nullaltro era necessario a Roma.
Successivamente ricordo mio zio radiotecnico che faceva interventi a domicilio con la valigetta piena di valvole, condensatori, resistenze, stagno e saldatore a pistola.
 
La maggior parte degli impianti servivano un solo televisore, quindi amplificare serviva di solito soltanto in impianti centralizzati. Poi con la comparsa delle primissime tv private rigorosamente in quinta banda e che arrivavano davvero deboli comparvero i classici amplificatori a basso rumore da palo di quinta banda con mix per i rai in vhf e quarta passivo.
 
Di quell'epoca, quando ero piccolo, a me sono rimasti impressi due odori, quello dello stagno quando veniva il tecnico che tirava fuori una specie di pistola e ci infilava un ferro a u.
E l'odore di polvere calda che saliva dalle valvole.
 
Poi mi incuriosiva una scatoletta piena di buchi nella quale il tecnico infilava due fili e c'era un ago che si muoveva...
Mentre gli altri bambini giocavano a pallone, io ero incantato a guardare dentro a quel cassettone che i grandi chiamavano televisore. Quando si spegneva, restava un puntino luminoso e io stavo lì a guardare finché si spegneva del tutto...
 
poi mi incuriosiva una scatoletta piena di buchi nella quale il tecnico infilava due fili e c'era un ago che si muoveva...
mentre gli altri bambini giocavano a pallone, io ero incantato a guardare dentro a quel cassettone che i grandi chiamavano televisore. Quando si spegneva, restava un puntino luminoso e io stavo lì a guardare finché si spegneva del tutto...

ice 680.....
 
Esatto snipermosin... allora pure tu non sei proprio giovincello :)

Non sono giovincello. Da piccolo ho dei ricordi di uno zio che era radiotecnico (anni 70), ricordo benissimo il laboratorio con gli apparecchi TV a valvole tutti aperti e messi su un grande bancone, e poi c'erano valvole, schede estraibili con resistenze, condensatori.... e l'immancabile tester ICE 680, il top. Fu allora che iniziai a salire sui tetti. Mi viene in mente la sigla di un programma anni 80 (discoring) Supertelegattone che faceva: "sono il gatto sui tetti che ascolta.....https://www.google.com/search?q=dis...watch?v=IJQTRrDg47Q&ab_channel=WilliamWallace
 
Poi mi incuriosiva una scatoletta piena di buchi nella quale il tecnico infilava due fili e c'era un ago che si muoveva...
Mentre gli altri bambini giocavano a pallone, io ero incantato a guardare dentro a quel cassettone che i grandi chiamavano televisore. Quando si spegneva, restava un puntino luminoso e io stavo lì a guardare finché si spegneva del tutto...

Il mio primo tester acquistato a 14 anni alla GBC di Via Renato Fucini a Talenti.

Poi ho ricordi di tanti altri negozi di componentistica dove si trovava tutto che da tanti anni non ci sono più, vicino a te c'era Radioprodotti alla Galleria Nazionale (si scendeva quella gradinata infinita con le vetrine sui lati). Per fare altri nomi Radio Argentina e più recentemente chiuse anche Pastorelli (GIUPAR) a Via dei Conciatori a Piramide.... Committeri sull'Appia...
 
io andavo anche da REFIT a via Nazionale , da GBC mi sembra via Casale Monferrato (però era caro) e da un negozio a due porte che era sull'Appia vicino alla chiesa di Ognissanti dove trovavo gli elettrolitici che mi servivano.
Un Committeri era verso largo dei Colli Albani e aveva nel negozio scatoloni pieni di componenti elettronici dismessi e surplus . Ci frugavo per vedere se ci fosse qualcosa di utile...
Purtroppo non è solo un tempo che non esiste più, è una filosofia che non esiste più.
Nel senso che questi negozi che abbiamo citato, erano come una sala da thè. La persona che era al banco non era un venditore ma uno col quale si parlava e ci si scambiavano pareri sui componenti e il cliente che avevi a fianco spesso partecipava pure lui.
Sono felice di aver potuto vivere quell'epoca.
 
Si esatto Refit, a Via Nazionale, il lo ricordo come radioprodotti per via del catalogo Geloso.
 
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