Tutto vero, il problema è che confrontare due bollette non è immediato e anche ricalcolarla è complicato (per il gas non ne parliamo poi)
Si parla di celd, pun, ccr, qvd e mille sigle che servono solo a fare confusione
Sfondi una porta aperta.
Abbiamo un'Autorità energia bradipa e imbelle, abbiamo dei parlamentari (e anche molti di quelli in X Commissione attività produttive) che - se va bene - hanno una vaga infarinata sui problemi energetici, esistono varie storture (rettificabili) mai evidenziate e appianate.
Anni fa (2017 2018) andava di moda il termine capacitazione dell'utente/cliente/consumatore, come a dire che siamo degli incapaci: siamo noi che dobbiamo imparare.
È troppo comodo ribaltare la frittata, ossia dire che la concorrenza e i prezzi bassi non decollano (come promisero UE e governi) non perché le società energetiche non si danno battaglia (com'è vero), ma perché sono gli utenti che sbagliano le loro scelte e perciò deprimono la concorrenza. In breve: la colpa è nostra.
Se non impariamo e di conseguenza prendiamo bastonate sulle bollette - direbbe Arera - è perché siamo cattivi studenti che non si sono applicati. L'Autorità disse (parafrasando) faremo corsi di recupero per i più tardi di comprendonio, perché anche loro apprezzino le meraviglie del mercato e ci si buttino a capofitto. Già la sola ammissione che "bisogna studiare" per raccappezzarsi è una débâcle di un sistema che (in quanto a complicazione) è andato alla deriva senza controllo. È deludente constatare come il parto di questa azione formativa si riduce oggi agli (insulsi) spot su
https://www.youtube.com/results?search_query=arera&sp=CAI%3D e
https://www.youtube.com/playlist?list=PL0rsph8MeaHitKzFRqS6LJZPRlanXmiwa .
Sono molto critico su alcuni punti specifici, che farebbero "saltare sulla sedia" ogni persona dotata di buon senso.
Il decantato Portale Offerte di Arera è una macchina zoppa, senza memoria e volutamente oscura.
(1) È senza memoria perché non conserva storia pregressa delle proposte di mercato. Sarebbe utile - in casi di contestazione - poter estrarre un'offerta di alcuni mesi fa e verificare se è stata rispettata nelle bollette.
(2) È oscuro perché (per le offerte variabili) si basa su costi di previsione (futures detti anche forward) con orizzonte temporale di un anno sul gas e sull'energia elettrica. Costi che non vengono mai esplicitati. Posso convenire che un calcolo previsionale del costo di un'utenza vada comunque fatto, ma almeno che si sappia in base a quali criteri. Se questo dato non c'è (perché così lavora il Portale) e non si sa chi lo stima, allora dal mio punto di vista è... una manopola sul banco di regia che potrebbe volutamente essere alzata o abbassata per far pendere la convenienza verso offerte fisse piuttosto che variabili. Se si facesse un'analisi pregressa di qual che prevedeva il Portale e di com'è andato il mercato... si vedrebbe che il Portale ha preso grosse cantonate.
(3) È zoppo per questa semplice ragione: sa sì snocciolare, con tutti dettagli, le previsioni di costo annuali di ogni offerta calcolata in base ai propri consumi annuali. E allora non sarebbe forse già in grado - e con pochi aggiustamenti - di ricalcolare il costo di una bolletta realmente ricevuta, coi consumi che vi compaiono?
Non ci viene fornito un livello di lettura e approfondimento intermedio sulle voci in bolletta. Sul sito Arera troviamo o (oscure) delibere e determine, ad uso e consumo dei soli operatori di settore, oppure troviamo banalità e spiegazioni insufficienti a far capire le cose. Sono messe lì giusto a dimostrazione di assolvimento agli obblighi informativi nei confronti degli utenti, obblighi di cui è investita Arera.
Ad esempio perché non dire chiaramente che il CELD altro non è che il PUN + 10% perdite di rete? Perché mai non esiste una tabella unica (e aggiornata coi valori attuali) di tutte le componenti di costo obbligate in bolletta? Perché mai le spiegazioni "per il volgo" (quando va bene) rimandandano a documenti di 40 (e più) pagine senza indicare il punto preciso in cui si trova ciò che ci interessa, il suo ammontare, cosa significa nel concreto "quel parolone", qual è l'origine di quei costi, cosa vanno a coprire?
Perché mai tutte le normative Arera sono concepite come "testo unico" in legalese, senza scinderle in due documenti: uno ad utilità dei soli utenti e uno ad utilità dei soli operatori? Perché mai i "testi sacri" come il TIV (Testo Integrato Vendita) figurano come allegati a delibere di 15-20 anni fa, modificati e rettificati decine (se non centinaia) di volte, e di cui si fa fatica a capire se si sta leggendo la versione attuale o una vecchia?
Dall'ottobre 2022 - a seguito dell'impennata dei prezzi del gas dei mesi precedenti - Arera decise di riformare i costi gas in bolletta, sia per la tutela che per le offerte variabili. Al posto di un costo ex-ante (deciso poco prima dell'inizio di ogni trimestre e basato su una proiezione futura di costo gas sull'hub olandese TTF) fu adottato un costo reale ex-post (costo gas in bolletta pari alla media mensile delle quotazioni a pronti sul PSV, Punto di Scambio Virtuale del mercato italiano).
È da chiedersi perché questa modifica (epocale) sul costo gas addebitato agli utenti non sia avvenuta tal quale anche per l'energia elettrica. Ancora oggi la Tutela vulnerabili elettrica ha un prezzo energia PE determinato ex-ante (prima dell'inizio di ogni trimestre) dall'Autorità, e spesso non aderente a quello che sarà in seguito l'andamento del mercato. I tutelati si vedono quindi addebitata in bolletta l'ulteriore termine PPE (prezzo perequazione energia) che, con mesi di ritardo, tenta di appianare le disparità tra costi reali (attuali di mercato per l'acquisto dell'energia che gli utenti consumano) e costi da loro pagati (mesi prima in bolletta sulla base del PPE+PPE del trimestre allora vigente e sui consumi di quel periodo).
Si crea un perenne "inseguimento" del prezzo trimestrale a convergere verso quello reale, ma con un ritardo che induce (falsamente) a credere che la Tutela sia (da un trimestre all'altro) ora conveniente e sottomercato, ora esosa.
Domandona: non sarebbe il caso che Arera adeguasse il costo in Tutela al costo reale di mercato come ha già fatto (e facilmente) per il gas? Renderebbe tutto più trasparente. Non assisteremmo (come ora) a un rialzo del +18,2% della Tutela perché causato principalmente (com'è presto verificabile) a una sua sottostima nei nove mesi precedenti.
Non esiste sul mercato libero un vocabolario controllato delle voci di costo in bolletta. Lo spread (facile da capire: sovrapprezzo del fornitore rispetto al mercato all'ingrosso) c'è chi lo chiama fee, chi "corrispettivo di commercializzazione", chi "costo di qualità energetica", chi "quota a consumo di gestione fornitura".
È un madornale errore dell'Autorità non aver spinto per un'omogeneizzazione dei termini e per non vietare (come avviene su offerte poco trasparenti) l'affastellarsi di tante piccole voci inserite artatamente per confondere e spezzettare (nascondendolo) un costo alto in importini apparentemente esigui.
La nostra Autorità potrebbe implementare e rendere disponibile un simulatore bollette universale, soprattutto per il gas. Si tralascino pure le voci di costo specifiche del fornitore (che l'utente potrebbe eventualmente inserire a mano) ma si saprebbero facilmente (e per il periodo di nostro interesse) i costi delle varie accise, addizionali regionali, costi di trasporto (che sappiamo essere differenziati su sei macrozone italiane) IVA (che per il gas è in parte al 10% e in parte al 20%), ecc...
Le fasce orarie F1 F2 F3 sarebbero da riformare. Non è più vero che il costo in F1 > costo in F2 > costo in F3. A luglio-agosto 2024 il costo in F2 era più basso di un 17% di quello in F1. Questa inversione (causa l'aumento del fotovoltaico installato) sarà sempre più rilevante. Le fasce furono definite nel 2006 e nessuno le ha più toccate. Sarebbe il caso che Arera, anche su questo, si desse una svegliata.
Perché Arera nel suo sito (e nel il Portale Offerte) non offre agli utenti un modulo di "segnalazione incongruenze" (magari con un captcha per evitare spam) con cui informare l'Autorità di anomalie o errori. Tutti possono sbagliare, anche l'Autorità. Autorità che invece ha la presunzione di infallibilità. Ancor meno infallibile è il Portale, con offerte spesso non allineate alle condizioni economiche che si trovano sui siti dei fornitori. La collaborazione degli utenti potrebbe essere preziosa. Invece questa è una carenza cronica di quasi tutti i siti, ma in particolare di quelli istituzionali.