Aumenti in bolletta e fine maggior tutela luce-gas (luglio 2024)

Io ricordo quando avevo il riscaldamento autonomo e spendevo molto di più ad accendere e spegnere che a tenere sempre acceso a una temperatura non esagerata perchè quando riaccendi la caldaia deve spingere per tornare a regime..
 
Il termostato è sopravvalutato. Con una caldaia a condensazione servirebbe non un termostato on-off (che comunque può costare un bel po') ma uno originale del produttore, che agisce sulla modulazione di fiamma della caldaia stessa.
Se invece il termostato accende e spegne (e in particolare se i corpi scaldanti non hanno grande massa termica) ci saranno momenti in cui sono spenti e (seppur la temperatura degli ambienti sia buona) si ha sensazione di freddo, perché manca l'effetto di irraggiamento infrarosso dei termosifoni stessi.
Un impianto che accende e spegne consuma di più (di uno che sta sempre acceso ma tiepido) per tre ragioni:
(1) La sensazione soggettiva di benessere è minore proprio per le fluttuazioni "acceso spento" e si dovrà tenere una temperatura media degli ambienti un po' più alta per stare bene
(2) La caldaia sarà pure a condensazione, ma farla accendere e spegnere fa sì che (quando accesa) le temperature di mandata e ritorno dell'acqua saranno più alte che in funzionamento continuo, quindi la caldaia condensa un po' meno e perciò rende meno
(3) Con funzionamento a fasi di accensione-spegnimento i termosifoni (quando accesi) avranno una temperatura più alta rispetto a un funzionamento "in continuo" a bassa temperatura. Questo favorisce l' "effetto camino": una stratificazione negli ambienti di aria più calda verso il soffitto e più fredda in basso (dove stazionano le persone) per cui si crea disefficienza.

Quindi NON è il caso di investire in un termostato tradizionale, perché (anche se sofisticato) non può agire su questi fattori. Piuttosto fate installare una sonda esterna che regola la temperatura della caldaia in base a quanto fa freddo FUORI casa (e non dentro agli ambienti di casa). Meglio ancora: sonda esterna + termostato ambiente modulante.

Ma i tecnici installatori-manutentori hanno poca attenzione a questi aspetti, e il risparmio energetico gli interessa relativamente poco (tanto il gas non lo pagano loro). C'è poi il problema che i pezzi e ricambi originali costano una tombola. Non è raro che una sonda esterna a NTC, completa del suo scatolino antipioggia, costi 100 € e più se è originale, mentre una generica (altrettanto buona) può costare 20 €. Tanto dentro c'è sempre lo stesso NTC cinese. Quella generica che comprai su eBay cinque anni fa (ma da un venditore tedesco affidabile, anzi specializzato) continua a fare il suo dovere. Tant'è che ho eliminato completamente e da tempo il termostato interno: la sonda è sufficiente a stabilizzare la temperatura interna a un valore buono e la caldaia lavora sempre al minimo necessario per avere confort. Ogni tanto (due o tre volte all'anno) ritocco leggermente sulla caldaia stessa la correzione di temperatura della mandata, ma è giusto per fare il pignolo.
 
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meglio più tempo e temperatura dell'acqua più bassa, specie se hai una caldaia a condensazione
non è a condensazione, non ho comunque una mandata altissima e i termosifoni sono in alluminio...la casa fino alle 16:30 in giornate fredde è al sole pieno e poi dalle 18:00-18:30 ci ritorno alle 22...mettici che è seminterrata con pareti in pietra. inoltre col termostato intelligente collegato alla stazione meteo ricevuti in regalo si accende in modo che alle 16:30 sia già raggiunti i 19 gradi nella zona più fredda e che si spenge spessissimo prima delle 19 per temperatura raggiunta.
 
non è a condensazione, non ho comunque una mandata altissima e i termosifoni sono in alluminio...la casa fino alle 16:30 in giornate fredde è al sole pieno e poi dalle 18:00-18:30 ci ritorno alle 22...mettici che è seminterrata con pareti in pietra. inoltre col termostato intelligente collegato alla stazione meteo ricevuti in regalo si accende in modo che alle 16:30 sia già raggiunti i 19 gradi nella zona più fredda e che si spenge spessissimo prima delle 19 per temperatura raggiunta.
Ma non conviene accendere solo per alcune ore? Ad es la mattina mezz'ora prima di alzarsi per un paio d'ore e la sera idem basandosi sull'orario di ritorno a casa.
 
Ma non conviene accendere solo per alcune ore? Ad es la mattina mezz'ora prima di alzarsi per un paio d'ore e la sera idem basandosi sull'orario di ritorno a casa.
dipende se cerchi caldo o cerchi confort e se vuoi tenere la casa a una temperatura media per evitare che "congeli troppo" si formino muffe ecc ecc (seminterrato sul mare con settimane di vento secco...siamo sempre belli umidi). la mattina non lo accendo mai. forse in queste giornate gelide si è acceso da solo per bassa temperatura. Lo accendo ovviamente quando la casa è frequentata, la mia fortuna è che comunque calore ne perde poco quindi anche se stanno accesi fino alle 18, ma ci torno alle 22 per poi andare sotto le coperte non entro in congelatore
 
Ma non conviene accendere solo per alcune ore? Ad es la mattina mezz'ora prima di alzarsi per un paio d'ore e la sera idem basandosi sull'orario di ritorno a casa.
Dipende da quanto la casa è vissuta, ossia da quante ore/giorno vi è permanenza di occupanti.
Certo è che un pensionato (come me) che esce poco non può vivere bene con sporadiche accensioni dei termosifoni.
In un caso o nell'altro (poche o molte ore di permanenza) il risultato che si vorrebbe sempre ottenere è di un minor consumo a parità di confort.
Penso che ci siano diversi elementi da considerare.
Dopo diverse ore senza riscaldamento le superfici interne (delle pareti esterne) avranno temperature molto basse. Se i termosifoni sono ben dimensionati è possibile che in poco tempo arrivino a scaldare l'aria degli ambienti a 19°-19,5° C, e anche oltre, ma le superfici interne delle pareti potrebbero ancora essere a 14°-14,5° C. In tal caso non c'è un buon benessere, si sentirà (fors'anche) caldo ma anche freddo contemporaneamente. Bisognerà alzare il termostato per avere l'aria più calda e stare bene.
Quanto ci mette la casa (anche i muri) a scaldarsi? Dipende anche da com'è costruita: se le pareti sono spesse o sottili, isolate o no, e (soprattutto) se confinano con altri appartamenti o se sono esterne. Mura spesse e non (o poco) isolate, come quelle di abitazioni un po' vetuste, hanno tempi più lunghi per salire in temperatura. In tal caso il minor consumo si otterrebbe con un maggior anticipo dell'orario di accensione della caldaia (rispetto a quando si usano gli ambienti) ma tenuta a una temperatura di mandata dell'acqua più bassa.

Qualche articolo tecnico-scientifico (su pubblicazioni internazionali) tenta di quantificare, ad esempio https://doi.org/10.1016/j.enconman.2011.12.036 e https://doi.org/10.1016/j.enbuild.2005.11.012 concludendo che l'accensione-spegnimento "ridotto all'osso" potrebbe non essere la scelta migliore per risparmiare. Peraltro scaldare sempre e poco conviene davvero solo se si usa attivamente la casa per almeno 10-12 ore/giorno.
 
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Peraltro scaldare sempre e poco conviene davvero solo se si usa attivamente la casa per almeno 10-12 ore/giorno.
Era proprio questo che mi incuriosisce

Prendevo come esempio una famiglia generica che di inverno "esce col buio e rientra col buio" (quindi minimo dalle 8 alle 17 la casa è vuota).
 
Era proprio questo che mi incuriosisce

Prendevo come esempio una famiglia generica che di inverno "esce col buio e rientra col buio" (quindi minimo dalle 8 alle 17 la casa è vuota).
ma se rientro alle 17 non è che li accendo alle 17 per avere l'effetto...ah che calduccio(perchè fuori sei ibernato), poi ti siedi e subito hai freddo. se rientro alle 17 minimo devono accendere alle 15:30.

sembra sempre che riscaldare la casa senza occupanti dia calore gratis al vostro peggior nemico. a meno di non possedere le finestre il caldo vi rimane in casa. ho visto termostati impostati con 1 ora on un ora off per buona parte del giorno...e poi star a guardare l'orologio per vedere quanto manca all'accensione...è da malati (zio tvb :D)
 
C'è chi è a basso reddito, over 75, ecc... e non arriva alla fine del mese, che potrebbe benissimo rientrare nel mercato che costa meno, ma continuano a restare nel libero con contratti stipulati anni fa e prezzi diventati spaventosi. Un po' se lo meritano.

Ad alcuni di questi quando gli dicevo che ero con SEN mi dicevano mezzi spaventati: "ma io sono con Enel che è meglio, non ho mai cambiato". Peccato che però era Enel Energia che gli avevano "rifilato" quasi a loro insaputa. :D
 
C'è chi è a basso reddito, over 75, ecc... e non arriva alla fine del mese, che potrebbe benissimo rientrare nel mercato che costa meno, ma continuano a restare nel libero con contratti stipulati anni fa e prezzi diventati spaventosi. Un po' se lo meritano.
Perché il mercato libero non funziona
Sono andato su https://www.arera.it/dati-e-statistiche/dettaglio/analisi-dei-consumi-dei-clienti-domestici che rimanda alle analisi Arera depositate su una "cartella di lavoro" https://public.tableau.com/views/Consumidomesticisettore_elettrico_v171024_v1_2/1_Prelievodeiclientidomesticiperregione?:embed=y&:showVizHome=no&:host_url=https://public.tableau.com/&:embed_code_version=3&:toolbar=yes&:animate_transition=yes&:display_static_image=no&:display_spinner=no&:display_overlay=yes&:display_count=yes&:language=it-IT&:loadOrderID=0 accessibile a tutti.
Incidentalmente mi chiedo perché Arera, per visualizzare/elaborare i dati, si appoggi al sito tableau.com. Leggo su https://en.wikipedia.org/wiki/Tableau_Software che è una società statunitense appartenente a SalesForce. Strana faccenda, ma per ora soprassediamo.

Su questa cartella di lavoro Arera possiamo estrarre i consumi annuali/mensili medi delle utenze domestiche.
M'interessano soprattutto le famiglie che (volenti o nolenti) sono rimaste aggrappate alle tariffe statali sino all'ultimo. Sono quelle con consumi infimi e crederei le meno abbienti.
Seleziono quindi Tipo mercato: Maggior Tutela, Classe di Potenza: Tutte, Residenza: Residente. Elimino così le seconde case, che falserebbero i risultati.
Nel 2023 il consumo medio dei tutelati (visibile sopra alla cartina italiana) è stato 1794 kWh/anno. Per raffronto le famiglie residenti sul libero nel 2023 hanno consumato 2172 €/kWh. Una discreta differenza: i tutelati hanno consumato un -17% rispetto ai residenti sul libero.
Il divario di consumo tra tutelati e "liberalizzati" si è anche allargato. Nel 2021 l'utente-tutela medio consumava (solo) 129 kWh/anno in meno del liberalizzato. Nel 2023 consumava (ben) 378 kWh/anno in meno del liberalizzato. Questi sono i dati Arera, non inventati da sedicenti e fantomatici "centro studi XYZ" che pubblicano sulla stampa quel che gli fa comodo, e senza riscontri oggettivi.

Quali sono le famiglie che dal 2021 al 2023 sono uscite dalla Tutela? Evidentemente quelle coi consumi più alti, se no non si spiega il crescente divario di consumi tra i due gruppi.
Perché mai una buona fetta dei tutelati a basso consumo non si son mossi da lì? Per via dell'assenza di un reale vantaggio nel passare al libero. Il mercato libero non gli offriva concrete opportunità di risparmio. Questa (direi) è più che un'interpretazione: è suffragata dai dati.
Con 1794 kWh/anno (consumo medio tutelati 2023) anche oggi il mercato libero offre risibili alternative a costi simil-Tutela. Se si guarda alla classe di utenza dei soli 3 kW residenti (del tipo appartamenti in condominio e non villette) il consumo medio di questi tutelati scende ancora: 1647 kWh/anno.
Per costoro il libero non dà chances di risparmio, principalmente per le commercializzazioni troppo alte.
Tra le offerte - sia fisse che variabili - dell'Excel che gira qui sul forum si salvano sul libero solo quelle con un fisso (compreso l'eventuale sconto d'ingresso) di 80 € o meno. Quante offerte sono allo stesso livello di costo della Tutela? Al momento direi sei in tutto: quattro fisse e due variabili (e ammesso che le proiezioni sul PUN del Portale colgano nel segno).

L'UE e i governi non sembrano aver capito due cose
(1) che la liberalizzazione non fa abbassare i costi. Non c'è un reale aumento di concorrenza tra i fornitori. I fornitori puntano invece (ciascuno) a massimizzare il proprio profitto e a crearsi le loro nicchie di mercato. Non si affrontano direttamente sul campo di battaglia. Possono ottenere i risultati desiderati col marketing e con altre "pratiche di promozione commerciale e di diversificazione" che non portano a prezzi più bassi per gli utenti.
(2) che il quadro delle prezzistiche proposte dai fornitori punta a catturare gli utenti con consumi medio-alti. Chi consuma poco, e ovviamente vuole (o semplicemente può) spendere poco, per i fornitori non è un cliente appetibile, è un fardello: magari paga anche in ritardo. Con costoro il guadagno a utente è scarso e/o incerto.
La strategia più facile per i fornitori è di guadagnarci comunque tramite il costo fisso annuale. Risultato: tra gli utenti (in proporzione) chi ci rimette di più sono quelli a basso consumo.
Credo che tutto ciò non risponda alla promessa libero=risparmio ammannitaci anni fa. E credo che il panorama attuale non può che confutare quel che ci si attendeva dalla liberalizzazione.
 
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Credo che tutto ciò non risponda alla promessa libero=risparmio ammannitaci anni fa. E credo che il panorama attuale non può che confutare quel che ci si attendeva dalla liberalizzazione.
Tutto vero, il problema è che confrontare due bollette non è immediato e anche ricalcolarla è complicato (per il gas non ne parliamo poi)

Si parla di celd, pun, ccr, qvd e mille sigle che servono solo a fare confusione
 
Tra due mesi mi scadono le condizioni di edison ..ho visto che mi hanno proposto il rinnovo ma il costo fisso al mese passa da 12 a 24 euro , che offerte convenienti attualmente ci sono ?
 
Tutto vero, il problema è che confrontare due bollette non è immediato e anche ricalcolarla è complicato (per il gas non ne parliamo poi)
Si parla di celd, pun, ccr, qvd e mille sigle che servono solo a fare confusione
Sfondi una porta aperta.
Abbiamo un'Autorità energia bradipa e imbelle, abbiamo dei parlamentari (e anche molti di quelli in X Commissione attività produttive) che - se va bene - hanno una vaga infarinata sui problemi energetici, esistono varie storture (rettificabili) mai evidenziate e appianate.

Anni fa (2017 2018) andava di moda il termine capacitazione dell'utente/cliente/consumatore, come a dire che siamo degli incapaci: siamo noi che dobbiamo imparare.
È troppo comodo ribaltare la frittata, ossia dire che la concorrenza e i prezzi bassi non decollano (come promisero UE e governi) non perché le società energetiche non si danno battaglia (com'è vero), ma perché sono gli utenti che sbagliano le loro scelte e perciò deprimono la concorrenza. In breve: la colpa è nostra.
Se non impariamo e di conseguenza prendiamo bastonate sulle bollette - direbbe Arera - è perché siamo cattivi studenti che non si sono applicati. L'Autorità disse (parafrasando) faremo corsi di recupero per i più tardi di comprendonio, perché anche loro apprezzino le meraviglie del mercato e ci si buttino a capofitto. Già la sola ammissione che "bisogna studiare" per raccappezzarsi è una débâcle di un sistema che (in quanto a complicazione) è andato alla deriva senza controllo. È deludente constatare come il parto di questa azione formativa si riduce oggi agli (insulsi) spot su https://www.youtube.com/results?search_query=arera&sp=CAI%3D e https://www.youtube.com/playlist?list=PL0rsph8MeaHitKzFRqS6LJZPRlanXmiwa .

Sono molto critico su alcuni punti specifici, che farebbero "saltare sulla sedia" ogni persona dotata di buon senso.

Il decantato Portale Offerte di Arera è una macchina zoppa, senza memoria e volutamente oscura.
(1) È senza memoria perché non conserva storia pregressa delle proposte di mercato. Sarebbe utile - in casi di contestazione - poter estrarre un'offerta di alcuni mesi fa e verificare se è stata rispettata nelle bollette.
(2) È oscuro perché (per le offerte variabili) si basa su costi di previsione (futures detti anche forward) con orizzonte temporale di un anno sul gas e sull'energia elettrica. Costi che non vengono mai esplicitati. Posso convenire che un calcolo previsionale del costo di un'utenza vada comunque fatto, ma almeno che si sappia in base a quali criteri. Se questo dato non c'è (perché così lavora il Portale) e non si sa chi lo stima, allora dal mio punto di vista è... una manopola sul banco di regia che potrebbe volutamente essere alzata o abbassata per far pendere la convenienza verso offerte fisse piuttosto che variabili. Se si facesse un'analisi pregressa di qual che prevedeva il Portale e di com'è andato il mercato... si vedrebbe che il Portale ha preso grosse cantonate.
(3) È zoppo per questa semplice ragione: sa sì snocciolare, con tutti dettagli, le previsioni di costo annuali di ogni offerta calcolata in base ai propri consumi annuali. E allora non sarebbe forse già in grado - e con pochi aggiustamenti - di ricalcolare il costo di una bolletta realmente ricevuta, coi consumi che vi compaiono?

Non ci viene fornito un livello di lettura e approfondimento intermedio sulle voci in bolletta. Sul sito Arera troviamo o (oscure) delibere e determine, ad uso e consumo dei soli operatori di settore, oppure troviamo banalità e spiegazioni insufficienti a far capire le cose. Sono messe lì giusto a dimostrazione di assolvimento agli obblighi informativi nei confronti degli utenti, obblighi di cui è investita Arera.
Ad esempio perché non dire chiaramente che il CELD altro non è che il PUN + 10% perdite di rete? Perché mai non esiste una tabella unica (e aggiornata coi valori attuali) di tutte le componenti di costo obbligate in bolletta? Perché mai le spiegazioni "per il volgo" (quando va bene) rimandandano a documenti di 40 (e più) pagine senza indicare il punto preciso in cui si trova ciò che ci interessa, il suo ammontare, cosa significa nel concreto "quel parolone", qual è l'origine di quei costi, cosa vanno a coprire?
Perché mai tutte le normative Arera sono concepite come "testo unico" in legalese, senza scinderle in due documenti: uno ad utilità dei soli utenti e uno ad utilità dei soli operatori? Perché mai i "testi sacri" come il TIV (Testo Integrato Vendita) figurano come allegati a delibere di 15-20 anni fa, modificati e rettificati decine (se non centinaia) di volte, e di cui si fa fatica a capire se si sta leggendo la versione attuale o una vecchia?

Dall'ottobre 2022 - a seguito dell'impennata dei prezzi del gas dei mesi precedenti - Arera decise di riformare i costi gas in bolletta, sia per la tutela che per le offerte variabili. Al posto di un costo ex-ante (deciso poco prima dell'inizio di ogni trimestre e basato su una proiezione futura di costo gas sull'hub olandese TTF) fu adottato un costo reale ex-post (costo gas in bolletta pari alla media mensile delle quotazioni a pronti sul PSV, Punto di Scambio Virtuale del mercato italiano).
È da chiedersi perché questa modifica (epocale) sul costo gas addebitato agli utenti non sia avvenuta tal quale anche per l'energia elettrica. Ancora oggi la Tutela vulnerabili elettrica ha un prezzo energia PE determinato ex-ante (prima dell'inizio di ogni trimestre) dall'Autorità, e spesso non aderente a quello che sarà in seguito l'andamento del mercato. I tutelati si vedono quindi addebitata in bolletta l'ulteriore termine PPE (prezzo perequazione energia) che, con mesi di ritardo, tenta di appianare le disparità tra costi reali (attuali di mercato per l'acquisto dell'energia che gli utenti consumano) e costi da loro pagati (mesi prima in bolletta sulla base del PPE+PPE del trimestre allora vigente e sui consumi di quel periodo).
Si crea un perenne "inseguimento" del prezzo trimestrale a convergere verso quello reale, ma con un ritardo che induce (falsamente) a credere che la Tutela sia (da un trimestre all'altro) ora conveniente e sottomercato, ora esosa.
Domandona: non sarebbe il caso che Arera adeguasse il costo in Tutela al costo reale di mercato come ha già fatto (e facilmente) per il gas? Renderebbe tutto più trasparente. Non assisteremmo (come ora) a un rialzo del +18,2% della Tutela perché causato principalmente (com'è presto verificabile) a una sua sottostima nei nove mesi precedenti.

Non esiste sul mercato libero un vocabolario controllato delle voci di costo in bolletta. Lo spread (facile da capire: sovrapprezzo del fornitore rispetto al mercato all'ingrosso) c'è chi lo chiama fee, chi "corrispettivo di commercializzazione", chi "costo di qualità energetica", chi "quota a consumo di gestione fornitura".
È un madornale errore dell'Autorità non aver spinto per un'omogeneizzazione dei termini e per non vietare (come avviene su offerte poco trasparenti) l'affastellarsi di tante piccole voci inserite artatamente per confondere e spezzettare (nascondendolo) un costo alto in importini apparentemente esigui.

La nostra Autorità potrebbe implementare e rendere disponibile un simulatore bollette universale, soprattutto per il gas. Si tralascino pure le voci di costo specifiche del fornitore (che l'utente potrebbe eventualmente inserire a mano) ma si saprebbero facilmente (e per il periodo di nostro interesse) i costi delle varie accise, addizionali regionali, costi di trasporto (che sappiamo essere differenziati su sei macrozone italiane) IVA (che per il gas è in parte al 10% e in parte al 20%), ecc...

Le fasce orarie F1 F2 F3 sarebbero da riformare. Non è più vero che il costo in F1 > costo in F2 > costo in F3. A luglio-agosto 2024 il costo in F2 era più basso di un 17% di quello in F1. Questa inversione (causa l'aumento del fotovoltaico installato) sarà sempre più rilevante. Le fasce furono definite nel 2006 e nessuno le ha più toccate. Sarebbe il caso che Arera, anche su questo, si desse una svegliata.

Perché Arera nel suo sito (e nel il Portale Offerte) non offre agli utenti un modulo di "segnalazione incongruenze" (magari con un captcha per evitare spam) con cui informare l'Autorità di anomalie o errori. Tutti possono sbagliare, anche l'Autorità. Autorità che invece ha la presunzione di infallibilità. Ancor meno infallibile è il Portale, con offerte spesso non allineate alle condizioni economiche che si trovano sui siti dei fornitori. La collaborazione degli utenti potrebbe essere preziosa. Invece questa è una carenza cronica di quasi tutti i siti, ma in particolare di quelli istituzionali.
 
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Perché il mercato libero non funziona
L'UE e i governi non sembrano aver capito due cose
(1) che la liberalizzazione non fa abbassare i costi.
i governi e l'UE hanno capito benissimo. e infatti da noi esiste il cartello di prezzo medio dei carburanti che andrebbe rimosso, ma invece sta ancora lì e serve unicamente a far alzare i prezzi.
le autostrade ai privati sono colabrodo e hanno prezzi assurdi che si impennano a caso e a prescindere dal reale investimento sulla tratta o sulla sua usura o beneficio in termini di risparmio di tempo. ogni tratta deve essere profittevole e si alza a caso, prima o poi servirà.
l'energia è solo l'ultima cosa che abbiamo liberalizzato dopo decenni di liberalizzazioni andate male...non vedo perché dovrebbe andare a nostro favore una cosa così importante. liberalizzazioni che non hanno fatto abbassare nulla (eccezione la telefonia che però ha dovuto aspettare un concorrente straniero per avere tariffe che vediamo oggi e comunque anche li sono stati introdotti asterischi mai visti(tipo che se sei sotto un virtuale con rete ics hai la banda bloccata, se sei con rete ipsilon c'hai l'ip condiviso col mozambico ecc ecc
 
Il termostato è sopravvalutato. Con una caldaia a condensazione servirebbe non un termostato on-off (che comunque può costare un bel po') ma uno originale del produttore, che agisce sulla modulazione di fiamma della caldaia stessa.
Se invece il termostato accende e spegne (e in particolare se i corpi scaldanti non hanno grande massa termica) ci saranno momenti in cui sono spenti e (seppur la temperatura degli ambienti sia buona) si ha sensazione di freddo, perché manca l'effetto di irraggiamento infrarosso dei termosifoni stessi.
Un impianto che accende e spegne consuma di più (di uno che sta sempre acceso ma tiepido) per tre ragioni:
(1) La sensazione soggettiva di benessere è minore proprio per le fluttuazioni "acceso spento" e si dovrà tenere una temperatura media degli ambienti un po' più alta per stare bene
(2) La caldaia sarà pure a condensazione, ma farla accendere e spegnere fa sì che (quando accesa) le temperature di mandata e ritorno dell'acqua saranno più alte che in funzionamento continuo, quindi la caldaia condensa un po' meno e perciò rende meno
(3) Con funzionamento a fasi di accensione-spegnimento i termosifoni (quando accesi) avranno una temperatura più alta rispetto a un funzionamento "in continuo" a bassa temperatura. Questo favorisce l' "effetto camino": una stratificazione negli ambienti di aria più calda verso il soffitto e più fredda in basso (dove stazionano le persone) per cui si crea disefficienza.

Quindi NON è il caso di investire in un termostato tradizionale, perché (anche se sofisticato) non può agire su questi fattori. Piuttosto fate installare una sonda esterna che regola la temperatura della caldaia in base a quanto fa freddo FUORI casa (e non dentro agli ambienti di casa). Meglio ancora: sonda esterna + termostato ambiente modulante.

Ma i tecnici installatori-manutentori hanno poca attenzione a questi aspetti, e il risparmio energetico gli interessa relativamente poco (tanto il gas non lo pagano loro). C'è poi il problema che i pezzi e ricambi originali costano una tombola. Non è raro che una sonda esterna a NTC, completa del suo scatolino antipioggia, costi 100 € e più se è originale, mentre una generica (altrettanto buona) può costare 20 €. Tanto dentro c'è sempre lo stesso NTC cinese. Quella generica che comprai su eBay cinque anni fa (ma da un venditore tedesco affidabile, anzi specializzato) continua a fare il suo dovere. Tant'è che ho eliminato completamente e da tempo il termostato interno: la sonda è sufficiente a stabilizzare la temperatura interna a un valore buono e la caldaia lavora sempre al minimo necessario per avere confort. Ogni tanto (due o tre volte all'anno) ritocco leggermente sulla caldaia stessa la correzione di temperatura della mandata, ma è giusto per fare il pignolo.
Se non hai il termostato interno, la notte i termosifoni sono più caldi a che pro, per domire con una coperta più leggera?
 
Se non hai il termostato interno, la notte i termosifoni sono più caldi a che pro, per domire con una coperta più leggera?
Giustissimo. La caldaia (o la centralina) deve avere un integratore che smorza le oscillazioni di temperatura giorno/notte rilevate dalla sonda esterna. O anche - come si legge da qualche parte - ritarda di alcune ore le misure della sonda. Idealmente il ritardo dovrebbe essere pari al tempo che ci mette un' "onda di calore" (esterna) per attraversare i muri e farsi sentire all'interno degli ambienti.
 
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