Città del Vaticano. Parla latino il bancomat del Vaticano, ma lo stile scelto dai banchieri dello Ior è bocciato dai latinisti. L'Istituto di credito della Santa Sede, oltre all'italiano, ha scelto anche la lingua di Cicerone per spiegare al cliente le operazioni da eseguire. Sulla videata dello sportello elettronico si legge: "Inserito scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem". Ed è subito polemica tra i latinisti. "E' un latino passabile ma non è certo quello di Cicerone", afferma il decano Antonio La Penna, professore emerito di Lingua e Letteratura Latina a Firenze. "Un latino popolare, quasi giocoso", incalza Carlo Ferdinando Russo, professore emerito di Filologia latina e greca all'Università di Bari e direttore della rivista 'Belfagor'. Al professor Russo lo stile utilizzato dai banchieri del Vaticano ricorda tanto Plauto.A La Penna, invece, sembra "quel latino cui ricorrono i preti per rendere i termini che appartengono alla modernità. Direi che sono termini quasi ingegnosi per adattare i concetti nuovi", ma il lessico, conclude, non è "per niente ciceroniano".
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