Dopo la sentenza che negli Stati Uniti ha dato ragione a due blogger e torto alla Apple è arrivata un'altra sentenza, questa volta tutta italiana, che rafforza il potere informativo di chi gestisce un diario elettronico.
Lo sostiene il giudice monocratico di Aosta, Eugenio Gramola, nelle motivazioni della sentenza di condanna per diffamazione emessa il 26 maggio scorso nei confronti di Roberto Mancini, giornalista aostano, accusato di essere il titolare del blog Il bolscevico stanco.
Appurato che "Mancini gestiva il blog", il giudice Gramola lo ha condannato alla pena di 3.000 euro di multa e al risarcimento di 2.000 euro alle parti civili.
Una pena pecuniaria applicata "tenuto conto del carattere satirico della pubblicazione e del fondo di verità in linea generale ravvisabile in quanto esposto".
Secondo il giudice "colui che gestisce un blog altro non è che il direttore responsabile dello stesso, pur se non viene formalmente utilizzata tale forma semantica per indicare la figura del gestore e proprietario di un sito internet. Ma, evidentemente, la posizione di un direttore di una testata giornalistica stampata e quella di chi gestisce un blog (e che, infatti, può cancellare messaggi) è, mutatis mutandis, identica. Il gestore di un blog ha infatti il totale controllo di quanto viene postato e, per l'effetto, allo stesso modo di un direttore responsabile, ha il dovere di eliminare quelli offensivi".
L' inchiesta era stata avviata dalla Polizia Postale di Aosta in seguito alle denunce per diffamazione presentate da quattro giornalisti valdostani contro l' anonimo autore del blog.
Qualcuno si chiede se non si sia all'inizio di una forma di censura autorizzata nei confronti dei blog, strumenti di comunicazione che prendono sempre più forma e sostanza orientando in qualche modo anche l'agenda comunicativa e/o le opinioni.
Ci si chiede inoltre se il titolare di un blog non debba applicare censura preventiva anche nei confronti dei commenti che vengono inseriti dai lettori sul blog stesso dal momento che, essendo equiparato ad un direttore di testata, ha l'obbligo di controllare tutto ciò che viene veicolato sul sito.
E, inoltre, se il titolare di un blog è equiparato al direttore di una testata perchè non può godere degli stessi benefici e della stessa credibilità di cui godono, spesso senza grande merito, i direttori di testata riconosciuti dall'Ordine dei Giornalisti?
La questione rischia di sollevare un vespaio...
dgmag.it
Lo sostiene il giudice monocratico di Aosta, Eugenio Gramola, nelle motivazioni della sentenza di condanna per diffamazione emessa il 26 maggio scorso nei confronti di Roberto Mancini, giornalista aostano, accusato di essere il titolare del blog Il bolscevico stanco.
Appurato che "Mancini gestiva il blog", il giudice Gramola lo ha condannato alla pena di 3.000 euro di multa e al risarcimento di 2.000 euro alle parti civili.
Una pena pecuniaria applicata "tenuto conto del carattere satirico della pubblicazione e del fondo di verità in linea generale ravvisabile in quanto esposto".
Secondo il giudice "colui che gestisce un blog altro non è che il direttore responsabile dello stesso, pur se non viene formalmente utilizzata tale forma semantica per indicare la figura del gestore e proprietario di un sito internet. Ma, evidentemente, la posizione di un direttore di una testata giornalistica stampata e quella di chi gestisce un blog (e che, infatti, può cancellare messaggi) è, mutatis mutandis, identica. Il gestore di un blog ha infatti il totale controllo di quanto viene postato e, per l'effetto, allo stesso modo di un direttore responsabile, ha il dovere di eliminare quelli offensivi".
L' inchiesta era stata avviata dalla Polizia Postale di Aosta in seguito alle denunce per diffamazione presentate da quattro giornalisti valdostani contro l' anonimo autore del blog.
Qualcuno si chiede se non si sia all'inizio di una forma di censura autorizzata nei confronti dei blog, strumenti di comunicazione che prendono sempre più forma e sostanza orientando in qualche modo anche l'agenda comunicativa e/o le opinioni.
Ci si chiede inoltre se il titolare di un blog non debba applicare censura preventiva anche nei confronti dei commenti che vengono inseriti dai lettori sul blog stesso dal momento che, essendo equiparato ad un direttore di testata, ha l'obbligo di controllare tutto ciò che viene veicolato sul sito.
E, inoltre, se il titolare di un blog è equiparato al direttore di una testata perchè non può godere degli stessi benefici e della stessa credibilità di cui godono, spesso senza grande merito, i direttori di testata riconosciuti dall'Ordine dei Giornalisti?
La questione rischia di sollevare un vespaio...
dgmag.it