Il consumatore medio è un pollo ormai rimbambito da vari lustri di tele bombardamenti mediatici.
La qualità viene sempre data per scontata (non solo in campo alimentare) ed i parametri per gli acquisti si riducono a due categorie maggiori:
1) In ossequio all'omologazione imperante, chi ha possibilità economiche sceglie prodotti del brand che va per la maggiore, così da sentirsi "in", però ugualmente vuole il "miglior prezzo".
2) Chi non ha possibilità economiche deve forzatamente rivolgersi ai prodotti da hard discount. Hard discount che "intelligentemente" hanno anche loro iniziato ad imporre la loro presenza mediatica anche nel prime time.
La realtà è che nel 99% dei casi il prodotto brandizzato e quello da hard discount provengono dai medesimi produttori ed utilizzano standard qualitativi identici, con un sovrapprezzo nel primo caso, dovuto unicamente ai costi di pubblicità e confezione.
Il problema è a monte e si potrebbe spiegare nella forza commerciale enorme di grande distribuzione ed hard discount, che guadagnano sempre più imponendo però a chi produce prezzi sempre più bassi.
Non serve una laurea per capire che quando la forbice è ampia il produttore, talvolta anche per "sopravvivenza", finisce per lesinare sulla qualità, utilizza materie prime economiche od improprie, oppure abbassa a sua volta i controlli sui fornitori.
L'ipocrisia delle "certificazioni" è un comodo giochetto sostenuto da lobbies trasversali, che permette di vendere "a norma di legge" le mozzarelle blu scaricandosi di ogni responsabilità, ovverosia girandola a carico di uno sconosciuto produttore che magari chiude bottega oggi per riaprire domani con altro nome.
Quanto sopra non vale soltanto in campo alimentare ma si estende all'abbigliamento ed a molti altri settori contigui.
La vera "bufala", è quella di far credere alla gente che si tratti di episodi isolati, mentre la realtà è che quando emergono le frodi o le sofisticazioni significa che qualcosa nel meccanismo di "occultamento" non ha funzionato a dovere.
alex86 ha scritto:
Adesso io non so se sia vera o bufala, però direi che i consumatori italiani non sono sprovveduti come si vuol far credere. Il consumatore medio è maggiormente attento su provenienza e salubrità degli alimenti.