Borghesia letteraria parigina attorno ad una ragazzotta grassa che non ha praticamente rapporto col padre famoso e noncurante. Tutti dialoghi di presunta esplorazione della quotidiana vita di relazione, delle sue falsità e dei suoi inghippi: se questo non definisce una buona fetta del cinema francese... Agnès Jaoui mette dentro un po' tutto e non riesce né ad esser cattiva e cinica (come il marito Jean-Pierre Bacri, perfetto spocchioso intellettualucolo francese, le consentirebbe), né drammatica. Sceneggiatura premiata a Cannes che è in realtà molto avviluppata su sé stessa e non esce dai bruschi luoghi comuni.
Voto: * ½
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: mi sono documentato e mi ono dato una risposta (Marzullo docet!). Ecco ciò che sul titolo italiano (che hanno scelto gli stessi autori e che richiama l'opera di Mozart che viene interpretata dal coro di cui fa parte Lolita) ha detto la stessa Agnès Jaoui: