certo, è un film eversivo, contro il sistema, antimilitarista, un pugno allo stomaco: ma se fosse solo questo, potrebbe essere uno dei tanti film pieni di buone intenzioni (che, da sole, non bastano a fare buon cinema) e mediocri nel risultato.
Mi sembra invece il caso di dire qualcosa su ciò che rende questo film notevole soprattutto dal punto di vista cinematografico:
La progressiva perdita (in un uomo che non può più ricevere sensazioni dall'esterno) della distinzione tra ricordi di vita vissuta, incubi e vita reale, mischiati in un unico magma mentale e resi con grande ricchezza visiva, direi visionaria, ma in modo strettamente cinematografico e, come è stato detto, senza che ci sia bisogno di alcun "effetto speciale".
Il film è molto duro ma la bella riuscita cinematografica riesce a renderlo assolutamente non pesante o difficile da seguire.
Ci sono tocchi di umorismo beffardo: Gesù Cristo che gioca a carte con i condannati a morte e trasforma l'acqua in whisky ("lo facevo ai matrimoni"), o che quasi con noncuranza butta lì ad un soldato una profezia atroce ("rivedrai tuo figlio quando avrà 15 anni, e tu ne avrai ancora 23..." [...pensateci...]).
O i medici nei camici bianchissimi, raffigurati come tennisti leziosi ed eleganti...
C'è anche un raggio di luce, il personaggio dell'infermiera dolce e sensibile... e la forza della mente umana che non si arrende mai, l'impulso e il bisogno di comunicare con l'esterno anche nelle situazioni più impossibili... e due grandi attori, Jason Robards (il padre) e Donald Sutherland (Cristo) in parti piccole ma indimenticabili.
****1/2
Mi sembra invece il caso di dire qualcosa su ciò che rende questo film notevole soprattutto dal punto di vista cinematografico:
La progressiva perdita (in un uomo che non può più ricevere sensazioni dall'esterno) della distinzione tra ricordi di vita vissuta, incubi e vita reale, mischiati in un unico magma mentale e resi con grande ricchezza visiva, direi visionaria, ma in modo strettamente cinematografico e, come è stato detto, senza che ci sia bisogno di alcun "effetto speciale".
Il film è molto duro ma la bella riuscita cinematografica riesce a renderlo assolutamente non pesante o difficile da seguire.
Ci sono tocchi di umorismo beffardo: Gesù Cristo che gioca a carte con i condannati a morte e trasforma l'acqua in whisky ("lo facevo ai matrimoni"), o che quasi con noncuranza butta lì ad un soldato una profezia atroce ("rivedrai tuo figlio quando avrà 15 anni, e tu ne avrai ancora 23..." [...pensateci...]).
O i medici nei camici bianchissimi, raffigurati come tennisti leziosi ed eleganti...
C'è anche un raggio di luce, il personaggio dell'infermiera dolce e sensibile... e la forza della mente umana che non si arrende mai, l'impulso e il bisogno di comunicare con l'esterno anche nelle situazioni più impossibili... e due grandi attori, Jason Robards (il padre) e Donald Sutherland (Cristo) in parti piccole ma indimenticabili.
****1/2