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Etica nelle pubblicità

AG-brasc ha scritto:
Concludo con una futilità, che però trovo molto indicativa: una volta in Veneto su una Radio locale ho ascoltato il seguente spot (ancora lo ricordo): "...E stasera non mancate al nostro Club: (era una discoteca) ci verrà a trovare anche Tizia, (non ricordo il nome) LA VELINA BIONDA DI STRISCIA LA NOTIZIA!!!" :5eek:
Thais Souza Wiggers

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Tanto non fa mai male. :lol: :icon_wink:
 
AG-brasc ha scritto:
E vanno da "Quella sedia ce l'hanno pure nella casa del Grande Fratello"

Il famoso "seen on TV" esisteva già negli USA quando da noi ancora non c'era la TV commerciale, il bello (anzi il brutto) è che non solo abbiamo colmato quel "gap" in pochi anni dall'avvento della TV commerciale in Italia, ma siamo andati ben oltre, ed in peggio. Da noi, nel 1976, era deregulation, e la situazione è rimasta fino ad oggi quasi la stessa nella sostanza. L'unica legge vigente è che "le leggi" nel campo dell'emittenza se le fanno quelli che hanno più denaro ed i piccoli sono scomparsi, perchè non hanno neppure potuto crescere. Da noi manca un equivalente dell'FCC e ci si è ben guardati dal regolamentare l'acceso alle frequenze, poichè la cosa avrebbe potuto dispiacere i pesci grandi, cioè lederne gli interessi economici.
E' molto difficile parlare di etica della pubblicità quando, a tutti i livelli, di etica non c'è più traccia, ed il messaggio mediatico (che sta a monte della pubblicità) è proprio quello di rimbecillire, togliere ogni traccia di cultura, per trasformare ogni occasione ed evento in commercio. Lo scopo della TV commerciale è diventato quello di contribuire a creare icone, meglio se i riferimenti (personaggi) sono dei deficienti, o se anche non lo fossero così appaiono, in modo che il pubblico possa immedesimarsi, e perfino sentirsi migliore. L'obiettivo della TV commerciale non è rimasto quello di raccogliere denaro dalla pubblicità per poter trasmettere prodotti di buona qualità e fare audience, è diventata strumento principe di una realtà virtuale che induce negli spettatori bisogni e necessità inesistenti, e fa spendere ai meno avveduti denaro per cose insulse. Ben poco interessa se questo spinge qualcuno ben oltre le proprie disponibilità finanziarie, purchè qualcuno paghi.
 
gahan ha scritto:
Thais Souza Wiggers

Tanto non fa mai male. :lol: :icon_wink:
:D :D :D

...E qui non serve neppure per vendere un prodotto! :lol:


Il bello che stavo per riprendere il discorso... Riflettevo sugli effetti "collaterali" di tutto ciò di cui abbiamo parlato.
Pensavo all'inevitabile appiattimento causato dalla crisi del marcato di cui si parlava prima e dalla conseguente aspirazione a comprare, consumare, riempirsi sempre di più di prodotti dei quali non abbiamo effettivo bisogno, mentre l'unica necessità è quello di appartenere ad un'elite piena di beni di consumo sempre più originali ed esclusivi.
"Siamo tutti conformisti travestiti da ribelli", cantava Masini, cantante che non amo, ma che ha detto un qualcosa forse ovvio, ma che non teme smentite. :sad:
Penso all'appiattimento che vedo anche in una qualsiasi discoteca... Una folla di ragazzi, soprattutto i più giovani, vestiti per lo più D&G, con teste dai capelli rasati tutti uguali, regolari come prati inglesi, sopracciglia disegnate e Nike ai piedi se è inverno o infradito se Estate... E le ragazze al seguito, pure, tutte clonate e analogamente vestite, eccetto che per le calzature, sempre più allungate ed appuntite! Non sarà così in senso assoluto, ma nella maggior parte dei casi... Non vi dico poi se capita di osservare il pubblico di una discoteca frequentata da gay, che (solo per puro luogo comune) dovrebbe rappresentare il cuore dell'originalità, dell'eccentricità, dei look più esclusivi... Lì ci si fa ancora più caso (e maggiormente con i più giovani)! Fortunatamente non sempre, ma il più delle volte si può usare una sola parola: tristezza!
E a questo proposito, vorrei citare tuner:
E' molto difficile parlare di etica della pubblicità quando, a tutti i livelli, di etica non c'è più traccia, ed il messaggio mediatico (che sta a monte della pubblicità) è proprio quello di rimbecillire, togliere ogni traccia di cultura, per trasformare ogni occasione ed evento in commercio. Lo scopo della TV commerciale è diventato quello di contribuire a creare icone, meglio se i riferimenti (personaggi) sono dei deficienti, o se anche non lo fossero così appaiono, in modo che il pubblico possa immedesimarsi, e perfino sentirsi migliore.

Tornando alla cosiddetta "crisi", questa è assai palpabile a molti altri livelli e settori. Ad esempio, vi capita ultimamente di far caso alla musica e alle "novità" che vengono proposte da un po' di tempo in questo campo? Ragazzi è tutto uguale! Tutto puntato sull'immagine... E ZERO contenuti! :eusa_wall:
Salvo fortunate eccezioni (sempre più rare) o salvo produzioni di queli pochi cantanti o autori che ancora non hanno cessato la loro attività di o band storiche che ancora non si sono sciolte... Aria fritta! :doubt:
Questo perché in senso più generale, si sta anche perdendo, secondo me, l'iniziativa di "osare" con qualcosa di davvero alternativo o innovativo (vedi anche la politica... e mi fermo qui, per ovvi motivi), perché TUTTO è votato al profitto, tutto è rivolto solo al bacino dei potenziali acquirenti che "ormai sono abituati così", nel senso che il timore di un alternativa che "la massa" non sarebbe capace di capire e soprattutto "desiderare" subito, impedisce di fatto lo sviluppo o il portare avanti nuove idee... :eusa_think:
 
Ultima modifica:
AG-brasc ha scritto:
...E le ragazze al seguito, pure, tutte clonate e analogamente vestite...
o spogliate. Neppure nel girare con le mutande di fuori hanno originalità.hai scritto bene. TRISTEZZA, assoluta, infinita.
 
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