La situazione in generale è complessa e drammatica, ma bisognerebbe tracciare un bel confine tra il personale sentimento di giustizia e quello che, di fatto, può fare EBU.
Eurovision è una manifestazione delle emittenti televisive membri o associate a EBU, e EBU non ha potuto escludere l'israeliana Kan in quanto non hanno violato nessuno dei valori o delle regole che permettono la permanenza nell'organizzazione o nell'evento musicale. Attenzione, ripeto, si parla (e parlo) di quello che fa la tv pubblica, non lo stato di appartenenza. La recente (2022) espulsione delle emittenti russe dovrebbe esemplificare la differenza tra le due.
Si nota, almeno in certi gruppi social, una spirale di odio verso la cantante israeliana che nulla c'entra con quello che sta succedendo a Gaza (e mi risulta che nulla abbia detto per sostenere il suo Paese). Si vuole la pace, ma al tempo stesso ci sono quelli che stanno pensando di andare a Malmö per fare danni o portare violenza o distruzione (vedasi atti vandalici della notte scorsa), e nel frattempo insultano e augurano le peggio cose ad una cantante per la sua nazionalità.
Bisognerebbe ripigliarsi un momento, perché tutto ciò non è normale.
Siamo all'Eurovision, il dissenso andrebbe manifestato con il televoto, non con altra violenza. E per gli altri fatti, ci sono sedi più opportune del palco di Malmö.