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Non aveva i documenti in regola la baby sitter honduregna
che ha salvato all'Argentario la bambina di 10 anni
Iris, l'eroina morta in mare
"irregolare" da 2 anni in Italia
La famiglia in cui lavorava denunciata per violazione della Bossi Fini
MONTE ARGENTARIO (Grosseto) - E' morta a 27 anni, nelle acque dell'Argentario, dopo aver strappato dall'annegamento una bambina di 10, in un Paese lontano, dove non aveva ancora nemmeno il permesso di soggiorno. Iris Noelia Palacios Cruz era honduregna e da due anni lavorava in Italia come baby sitter per una famiglia romana in vacanza. Venerdì ha salvato la vita della loro bambina, ma oggi si è scoperto che non aveva i documenti in regola. I genitori della piccola sono stati così denunciati per violazione della legge Bossi-Fini.
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A sette giorni dalla disgrazia, non si attenua l'emozione per la tragedia dell'aereo algerino precipitato Besurica, pellegrinaggio incessante PIACENZA -
Un fenomeno emotivo e toccante che con il tempo diventa sempre più intimo. A una settimana esatta dallo schianto, il "pellegrinaggio" a Ca' degli Ossi cambia nei modi - si fa più discreto - e nei protagonisti, ma rimane costante. Le notizie si sono apprese dai giornali, si arriva a Ca' degli Ossi convinti di aver "metabolizzato" l'evento, ma solo quando lo sguardo incontra i piccoli frammenti dispersi nel campo, si capisce la tragedia sfiorata. Ora sono più i vicini lodigiani a visitare l'area. I curiosi che a una settimana scrutano i resti dell'Hercules algerino, provengono per lo più dall'Oltrepò, o sono piacentini appena rientrati dalle ferie. Ma in tutti cresce il cordoglio e la voglia di "non dimenticare". Un ricordo tangibile che corre verso Mohamed Abdou, 43enne comandante del cargo, Mohamed Taieb Bederina, 59enne co-pilota del C130 e al tecnico di volo Mustafa Kadid. Per tutti quelli che giungono solo ora a Ca' degli Ossi, i nomi dei tre membri dell'equipaggio rappresentano un sinonimo di "eroi". Questa è la parola che aleggia nelle macchine in sosta sulla strada e secondo Luca Curti, un ragazzo di Caselle Landi, la stessa parola andrebbe ascritta su una «lapide o un monumento che ricordi i piloti proprio qui, in questo campo». «Pensavo di non trovare più nulla - ha detto poco prima Luca - ma vedere un pezzo di ala dopo una settimana mi fa capire che l'aereo si è disintegrato totalmente. Ormai avevo letto tutto a riguardo, poi la curiosità mi ha portato qui. Vedere di persona la vicinanza con le case fa capire il mezzo miracolo che hanno compiuto questi piloti, ora bisogna onorare la loro memoria e stare vicino ai familiari, anche perché ho sentito che la vedova del pilota è incinta». La montagnola di terra che ha fatto da terrazzo nei primi concitati momenti è ancora frequentata. Intanto vicino ai fiori portati ai margini del campo si trova chi, appena tornato a Piacenza, è venuto a sincerarsi di ciò che hanno fatto i suoi ragazzi: Gianfranco Busatto, presidente della protezione civile della Valtidone e della Valluretta. «Il sacrificio dei piloti ha evitato una strage - ha commentato da semplice cittadino, Busatto - il figlio che verrà dovrà sapere che suo padre si è comportato da eroe. Non so, forse potevano buttarsi prima e non l'hanno fatto». È stato sempre al corrente della situazione tramite i suoi uomini, Busatto è rientrato sabato e la domenica era a Ca' degli Ossi. Come ha fatto Vittorio Scotti, piacentino, che il 13 agosto era a Bobbio. «Mi hanno telefonato dalla Sicilia per dirmelo. Dalle ultime conversazioni dei piloti apparse sui giornali, capisco che hanno volutamente evitato una strage. Ora dobbiamo dare un segno forte e tangibile di riconoscimento per chi è morto compiendo il proprio lavoro. Ma dobbiamo riflettere sulla sicurezza dei voli e sulla manutenzione dei cargo aerei». Da Lodi Vecchio a Ca' degli Ossi in bicicletta. Questo l'itinerario scelto dal 28enne Davide Nazzari ieri. «Sono stati lucidi, hanno ragionato in un momento d'emergenza; hanno scaricato il cherosene e hanno fatto il loro dovere fino in fondo, magari consapevoli della morte. Mi aspettavo rottami più grandi, invece rimangono piccoli frammenti?».
che ha salvato all'Argentario la bambina di 10 anni
Iris, l'eroina morta in mare
"irregolare" da 2 anni in Italia
La famiglia in cui lavorava denunciata per violazione della Bossi Fini
MONTE ARGENTARIO (Grosseto) - E' morta a 27 anni, nelle acque dell'Argentario, dopo aver strappato dall'annegamento una bambina di 10, in un Paese lontano, dove non aveva ancora nemmeno il permesso di soggiorno. Iris Noelia Palacios Cruz era honduregna e da due anni lavorava in Italia come baby sitter per una famiglia romana in vacanza. Venerdì ha salvato la vita della loro bambina, ma oggi si è scoperto che non aveva i documenti in regola. I genitori della piccola sono stati così denunciati per violazione della legge Bossi-Fini.
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A sette giorni dalla disgrazia, non si attenua l'emozione per la tragedia dell'aereo algerino precipitato Besurica, pellegrinaggio incessante PIACENZA -
Un fenomeno emotivo e toccante che con il tempo diventa sempre più intimo. A una settimana esatta dallo schianto, il "pellegrinaggio" a Ca' degli Ossi cambia nei modi - si fa più discreto - e nei protagonisti, ma rimane costante. Le notizie si sono apprese dai giornali, si arriva a Ca' degli Ossi convinti di aver "metabolizzato" l'evento, ma solo quando lo sguardo incontra i piccoli frammenti dispersi nel campo, si capisce la tragedia sfiorata. Ora sono più i vicini lodigiani a visitare l'area. I curiosi che a una settimana scrutano i resti dell'Hercules algerino, provengono per lo più dall'Oltrepò, o sono piacentini appena rientrati dalle ferie. Ma in tutti cresce il cordoglio e la voglia di "non dimenticare". Un ricordo tangibile che corre verso Mohamed Abdou, 43enne comandante del cargo, Mohamed Taieb Bederina, 59enne co-pilota del C130 e al tecnico di volo Mustafa Kadid. Per tutti quelli che giungono solo ora a Ca' degli Ossi, i nomi dei tre membri dell'equipaggio rappresentano un sinonimo di "eroi". Questa è la parola che aleggia nelle macchine in sosta sulla strada e secondo Luca Curti, un ragazzo di Caselle Landi, la stessa parola andrebbe ascritta su una «lapide o un monumento che ricordi i piloti proprio qui, in questo campo». «Pensavo di non trovare più nulla - ha detto poco prima Luca - ma vedere un pezzo di ala dopo una settimana mi fa capire che l'aereo si è disintegrato totalmente. Ormai avevo letto tutto a riguardo, poi la curiosità mi ha portato qui. Vedere di persona la vicinanza con le case fa capire il mezzo miracolo che hanno compiuto questi piloti, ora bisogna onorare la loro memoria e stare vicino ai familiari, anche perché ho sentito che la vedova del pilota è incinta». La montagnola di terra che ha fatto da terrazzo nei primi concitati momenti è ancora frequentata. Intanto vicino ai fiori portati ai margini del campo si trova chi, appena tornato a Piacenza, è venuto a sincerarsi di ciò che hanno fatto i suoi ragazzi: Gianfranco Busatto, presidente della protezione civile della Valtidone e della Valluretta. «Il sacrificio dei piloti ha evitato una strage - ha commentato da semplice cittadino, Busatto - il figlio che verrà dovrà sapere che suo padre si è comportato da eroe. Non so, forse potevano buttarsi prima e non l'hanno fatto». È stato sempre al corrente della situazione tramite i suoi uomini, Busatto è rientrato sabato e la domenica era a Ca' degli Ossi. Come ha fatto Vittorio Scotti, piacentino, che il 13 agosto era a Bobbio. «Mi hanno telefonato dalla Sicilia per dirmelo. Dalle ultime conversazioni dei piloti apparse sui giornali, capisco che hanno volutamente evitato una strage. Ora dobbiamo dare un segno forte e tangibile di riconoscimento per chi è morto compiendo il proprio lavoro. Ma dobbiamo riflettere sulla sicurezza dei voli e sulla manutenzione dei cargo aerei». Da Lodi Vecchio a Ca' degli Ossi in bicicletta. Questo l'itinerario scelto dal 28enne Davide Nazzari ieri. «Sono stati lucidi, hanno ragionato in un momento d'emergenza; hanno scaricato il cherosene e hanno fatto il loro dovere fino in fondo, magari consapevoli della morte. Mi aspettavo rottami più grandi, invece rimangono piccoli frammenti?».