"Natuzza è morta da santa"
La morte di Natuzza Evolo ha colpito profondamente il vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo. C'è chi parla della possibilità che in futuro venga avviata una causa di beatificazione per la mistica. «Sono rimasto impressionato – ha affermato il prelato – dalla profonda spiritualità di questa donna. Quello che mi ha sempre attratto di questa sorella in Cristo è stata la sua semplicità e il suo senso dell'obbedienza all'autorità ecclesiastica. Natuzza non ha mai fatto niente che potesse mettere in difficoltà la Chiesa. È stata sempre fedele – ha aggiunto – alle indicazioni che i vescovi, che l'hanno conosciuta, le davano. Le è stato imposto agli inizi della sua missione pubblica di non ricevere la gente e lei, senza battere ciglio, ha ubbidito. Solo quando le hanno dato il via ha ricominciato a ricevere gente per dare loro conforto». Monsignor Renzo, che ha conosciuto Natuzza per varianni, è rimasto impressionato dalla sua profonda fede legata a un grande amore verso Cristo e la Madonna. «Quella di Natuzza – ha dichiarato – è un'esperienza mistica che tocca quegli aspetti legati al rapporto intimo con Gesù Cristo. La sofferenza, che ha sempre accettato in silenzio, è la riprova del suo legame con la passione di Cristo. I fenomeni che lei avvertiva durante la settimana santa, infatti, sono il segno del dono che Dio stesso le ha fatto. Natuzza – ha proseguito monsignor Renzo – con la sua forza spirituale è riuscita a comunicare con tutti. Un aspetto notevolissimo che ha coinvolto la gente, oltre alla sicurezza che riusciva ad infondere, sono le sue opere sociali. La cittadella della carità rappresenta il segno visibile della Teologia dell'incarnazione. La fede non si vive in astratto e Natuzza questo l'ha compreso perfettamente. La mistica, toccando con mano i problemi della gente, ha voluto entrare nel vivo dei loro bisogni materiali. Le sue visioni straordinarie che l'hanno accompagnata per tutta la vita sono in perfetta sintonia con il Vangelo». Adesso, dopo il ritorno al Padre, tra i figli spirituali di Natuzza, che sono a milioni su tutta la terra, serpeggia forte il desiderio di vederla presto santa. Il vescovo ha ribadito con estrema chiarezza che bisogna aspettare. «È il momento – ha ribadito – del silenzio. Fra un paio di mesi, dopo che avremo chiesto l'autorizzazione alla Conferenza episcopale calabra, avvieremo la procedura complessa della beatificazione. Saranno raccolte testimonianze e messi nella giusta luce gli aspetti più complessi della sua vita. Non c'è nessuna fretta. Non ce l'ha neanche Natuzza che ora vive in paradiso contemplando la luce di Dio padre. I frutti che ha lasciato – ha evidenziato – sono sotto gli occhi di tutti. Quelli che verranno saranno molti di più. Una cosa è certa. Ha fatto una morte da santa. La gente che sta arrivando a Paravati è la testimonianza più alta della sua generosità e del suo altruismo»
La Stampa.