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Gb: Dilaga Tra Amanti Animali La Moda Del Gatto Clonato

ERCOLINO

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12 maggio 2006 - Nove vite per i gatti saranno piu' che sufficienti, ma non per i loro ben piu' sentimentali padroni che vorrebbero che il loro amico a quattro zampre restasse accanto a loro per tutta la vita. Ed e' cosi' che i britannici amanti dei felini stanno diventando i migliori clienti di un laboratorio americano in grado riportare in vita, in forma di clone, il loro amato felino.
In un laboratorio di Madison, nel Wisconsin, lontano dalle polemiche etiche e religiose riguardanti la clonazione umana e la ricerca sulle cellule staminali, gli scienziati del Genetic Savings and Clone (GSC) hanno avuto un colpo di genio: la clonazione di animali domestici, almeno per il momento, e' la vera gallina d'oro della genetica.
Gli scienziati ricevono campioni di tessuto provenienti da tutto il mondo - Gran Bretagna, Usa e Canada in testa, seguiti da Giappone e Australia - li congelano in nitrogeno liquido permettendo alle cellule di restare in una sorta di animazione sospesa e di poterle utilizzare a distanza di anni per creare cloni dell'amico a quattro zampe passato a miglior vita. La 'resurrezione' comunque costa cara: il primo stadio, la conservazione del tessuto, 1.200 euro piu' un pagamento annuo di 120 euro, mentre la procedura di clonazione fino a 25 mila euro.
Cervello dell'operazione e' il miliardario americano John Sperling, che oltre ad essere un accademico ed imprenditore di successo era anche l'affezionato padrone di Missy, un raro incrocio tra spayed collie e husky. Sperling ha fondato GSC nel 1997 ed ha dato inizio alla clonazione a livello commerciale nel 2004. Per ora pero' la societa' e' riuscita soltanto a creare cloni di gatti: la clonazione dei cani e' infatti molto piu' difficile e gli unici ad esserci riusciti finora sono gli scienziati di un laboratorio in Corea del Sud.
A differenza di 'Pet Sematary', l'horror di Stephen King in cui i cani e i gatti sepolti in un cimitero per animali americano riprendono vita non in forma di amabili creature da compagnia bensi' di zombie assetati di sangue, i gatti clonati da GSC sono identici all'originale, in tutto cio' che almeno puo' essere geneticamente determinabile. ''E' assolutamente uguale, in tutti i suoi modi, nelle sue abitudini e nella sua personalita''', ha dichiarato entusiasta Dan, un consulente finanziario che ha ricevuto il suo gatto clonato, Little Gizmo, lo scorso anno. Ma secondo Bruce Whitelaw, esperto di clonazione del Roslin Insitute di Edimburgo, dove nel 1997 fu clonata la pecora Dolly, questi commenti rischiano di indurre la gente a credere di poter 'resuscitare' il proprio gatto, mentre invece non fanno altro che sostituirlo con la sua copia genetica, che a volte puo' essere diversa nel comportamento e nella personalita'.
Molte persone comunque si rivolgono a GSC perche' sono interessati a creare una linea di successione del loro animale, che puo' essere un incrocio raro magari non in grado di riprodursi perche' sterilizzato. ''La gente pensa che per me sia un modo di riportare in vita il mio gatto, mentre io invece lo vedo come un modo per porre rimedio alla sterilizzazione. Non so ancora se lo faro' clonare, ma se lo faro' so gia' che sara' un altro gatto'', ha detto Ken Press, un programmatore che ha fatto congelare un campione del tessuto del suo amico a quattro zampe.
(ANSA)
 
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