(ANSA) - ROMA, 12 MAR - "La transizione al digitale
terrestre deve porsi come obiettivo una redistribuzione delle
frequenze ai fini di un dividendo digitale: si puo' discutere
sulle modalita', ma non possiamo immaginare che non ne venga
fuori nulla. Altrimenti verremmo meno all'obiettivo di aprire il
mercato mettendo a disposizione altre risorse". Lo ha ribadito
il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, intervenuto
oggi a un convegno sull'operatore indipendente di rete
organizzato dall'universita' Roma 3.
"E' legittima e comprensibile la tentazione dei broadcaster
di farsi la redistribuzione delle frequenze 'in casa', per
esempio utilizzandole per sperimentare l'alta definizione", ha
detto Gentiloni. Una prassi che Mediaset sta gia' attuando con
le frequenze 'liberate' nell'area di Cagliari dopo il primo
switch off dell'analogico, come ha confermato qualche giorno fa
il presidente Fedele Confalonieri. "Ma le sedi regolatorie e
istituzionali - ha aggiunto il ministro - stanno li' apposta per
far si' che l'obiettivo di una redistribuzione delle frequenze
diventi raggiungibile".
Piu' in dettaglio, spettera' al Comitato Italia Digitale -
nel quale siedono gli operatori del sistema tv, il ministero
stesso e l'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni -
"elaborare progetti di redistribuzione delle frequenze nelle
aree 'all digital' che via via, dopo la Sardegna, si andranno
creando. Tali progetti - ha spiegato Gentiloni - saranno
proposti all'Agcom per un via libera piu' formale. Chiaramente,
perche' l'obiettivo venga raggiunto e' necessario un clima di
cooperazione tra i diversi operatori". Niente 'imposizioni
dall'alto', dunque, anche perche' , ha concluso il ministro,
"e' impensabile che ci sia qualcuno convinto che la
redistribuzione delle frequenze possa avere somma zero:
piuttosto deve necessariamente deve produrre un dividendo
digitale e quindi ricchezza aggiuntiva". (ANSA).
terrestre deve porsi come obiettivo una redistribuzione delle
frequenze ai fini di un dividendo digitale: si puo' discutere
sulle modalita', ma non possiamo immaginare che non ne venga
fuori nulla. Altrimenti verremmo meno all'obiettivo di aprire il
mercato mettendo a disposizione altre risorse". Lo ha ribadito
il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, intervenuto
oggi a un convegno sull'operatore indipendente di rete
organizzato dall'universita' Roma 3.
"E' legittima e comprensibile la tentazione dei broadcaster
di farsi la redistribuzione delle frequenze 'in casa', per
esempio utilizzandole per sperimentare l'alta definizione", ha
detto Gentiloni. Una prassi che Mediaset sta gia' attuando con
le frequenze 'liberate' nell'area di Cagliari dopo il primo
switch off dell'analogico, come ha confermato qualche giorno fa
il presidente Fedele Confalonieri. "Ma le sedi regolatorie e
istituzionali - ha aggiunto il ministro - stanno li' apposta per
far si' che l'obiettivo di una redistribuzione delle frequenze
diventi raggiungibile".
Piu' in dettaglio, spettera' al Comitato Italia Digitale -
nel quale siedono gli operatori del sistema tv, il ministero
stesso e l'Autorita' per le garanzie nelle Comunicazioni -
"elaborare progetti di redistribuzione delle frequenze nelle
aree 'all digital' che via via, dopo la Sardegna, si andranno
creando. Tali progetti - ha spiegato Gentiloni - saranno
proposti all'Agcom per un via libera piu' formale. Chiaramente,
perche' l'obiettivo venga raggiunto e' necessario un clima di
cooperazione tra i diversi operatori". Niente 'imposizioni
dall'alto', dunque, anche perche' , ha concluso il ministro,
"e' impensabile che ci sia qualcuno convinto che la
redistribuzione delle frequenze possa avere somma zero:
piuttosto deve necessariamente deve produrre un dividendo
digitale e quindi ricchezza aggiuntiva". (ANSA).