Controllavano centinaia di migliaia di computer zombie trasformati in schiavitù all’insaputa dei legittimi possessori, grazie ad un apposito malware in grado di svolgere anche funzioni di keylogger; adesso per due ragazzi olandesi si aprono le porte del carcere.
Condannati dal tribunale di Breda rispettivamente a 2 anni di reclusione, per il leader del gruppo, e 18 mesi per il suo complice insieme ad una multa complessivamente di 13mila euro, il duo oltre ad infettare i computer di ignari utenti attraverso il worm W32/Codbot, sfruttando anche la sua capacità di registrare i tasti premuti sulla tastiere dalle inconsapevoli vittime, per entrare in possesso di numeri di carte di credito ed altre informazioni riservate che non avevano esitato ad utilizzare per l’acquisto di iPod, videocamere digitali e console di ultima generazione.
Per l’accusa i due gestivano uno dei più grandi eserciti di computer zombie al mondo, che avevano realizzato in un tempo piuttosto breve, da giugno ad ottobre 2005.
Per Graham Cluley, consulente tecnologico di Sophos, il problema dei computer zombie, anche conosciuti con il nome di Botnet, rappresenta un problema internazionale, visto che sempre più spesso vengono utilizzati dai truffatori per lanciare attacchi DoS (Denial of Services), inviare spam o sottrarre informazioni riservate.
Chiunque dall’azienda all’utente domestico dovrebbe utilizzare strumenti efficaci per evitare che il suo Pc entri a far parte di una botnet, attraverso software anti-virus e firewall aggiornati, insieme alla ultime patch del proprio sistema operativo.
Fonte
Condannati dal tribunale di Breda rispettivamente a 2 anni di reclusione, per il leader del gruppo, e 18 mesi per il suo complice insieme ad una multa complessivamente di 13mila euro, il duo oltre ad infettare i computer di ignari utenti attraverso il worm W32/Codbot, sfruttando anche la sua capacità di registrare i tasti premuti sulla tastiere dalle inconsapevoli vittime, per entrare in possesso di numeri di carte di credito ed altre informazioni riservate che non avevano esitato ad utilizzare per l’acquisto di iPod, videocamere digitali e console di ultima generazione.
Per l’accusa i due gestivano uno dei più grandi eserciti di computer zombie al mondo, che avevano realizzato in un tempo piuttosto breve, da giugno ad ottobre 2005.
Per Graham Cluley, consulente tecnologico di Sophos, il problema dei computer zombie, anche conosciuti con il nome di Botnet, rappresenta un problema internazionale, visto che sempre più spesso vengono utilizzati dai truffatori per lanciare attacchi DoS (Denial of Services), inviare spam o sottrarre informazioni riservate.
Chiunque dall’azienda all’utente domestico dovrebbe utilizzare strumenti efficaci per evitare che il suo Pc entri a far parte di una botnet, attraverso software anti-virus e firewall aggiornati, insieme alla ultime patch del proprio sistema operativo.
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