
di Otar Iosseliani, 2006.
Ministri vanno e vengono nei loro uffici sontuosi, mentre in sottofondo continuano le manifestazioni e la contestazione popolare.
Ma non è questo che interessa a Iosseliani.
La vita dei potenti non è più insensata o surreale della vita delle persone comuni; però nel calore e nell'umanità che avvertiamo tra queste ultime risiede l'unica possibilità di riscatto da quel formicaio senza senso che è l'esistenza umana.
La continua successione di micro-gag stralunate (a tratti, pure troppo stralunate) fa pensare a Tati quale nume tutelare, anche per lo sguardo tutto sommato partecipe (se non affettuoso) del regista.
Bravi gli attori, esilarante Michel Piccoli quale madre del protagonista.
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