Avete applicato al vostro cane o al vostro gatto un’etichetta elettronica di sorveglianza intorno al collo o sotto la cute per proteggerlo o per vostra tranquillità? Attenzione, perché può essere facilmente trasformata in una falsa forma di sicurezza! È stato recentemente dimostrato, infatti, che è possibile infettare queste etichette con virus informatici o altri malware.
Le cosiddette etichette RFID (Radio Frequency Identification Device, dispositivo di identificazione su radio frequenze) diverranno probabilmente uno strumento sempre più comune in futuro. Verranno integrate nei passaporti, nelle etichette apposte sul bagaglio dalle linee aree, nei dispositivi elettronici e potranno essere poste intorno al collo o sotto la cute degli animali domestici. L’utilizzo di chip RFID integrati semplifica il tracciamento di ciò cui vengono applicati o consente di ricevere informazioni sulla loro esatta posizione. Ma mentre studi precedenti avevano indicato che i chip erano troppo minuscoli per essere infettati da virus o altri malware, un gruppo di ricercatori europei ha verificato che è invece possibile infettare i chip RFID con codice nocivo.
Se criminali, hacker e terroristi riuscissero a infettare questi chip, avrebbero a disposizione un enorme potenziale: potrebbero infatti utilizzarli per controllare gli spostamenti o raccogliere informazioni importanti. L’utilizzo dei chip RFID sarà senza dubbio sempre più frequente in una società dove la sorveglianza è diventata uno degli strumenti più importanti per combattere la criminalità e il terrorismo.
Per ulteriori informazioni sui chip RFID, consultare il sito Web:
http://www.norman.com/Virus/Virus_descriptions/31413/no
Le cosiddette etichette RFID (Radio Frequency Identification Device, dispositivo di identificazione su radio frequenze) diverranno probabilmente uno strumento sempre più comune in futuro. Verranno integrate nei passaporti, nelle etichette apposte sul bagaglio dalle linee aree, nei dispositivi elettronici e potranno essere poste intorno al collo o sotto la cute degli animali domestici. L’utilizzo di chip RFID integrati semplifica il tracciamento di ciò cui vengono applicati o consente di ricevere informazioni sulla loro esatta posizione. Ma mentre studi precedenti avevano indicato che i chip erano troppo minuscoli per essere infettati da virus o altri malware, un gruppo di ricercatori europei ha verificato che è invece possibile infettare i chip RFID con codice nocivo.
Se criminali, hacker e terroristi riuscissero a infettare questi chip, avrebbero a disposizione un enorme potenziale: potrebbero infatti utilizzarli per controllare gli spostamenti o raccogliere informazioni importanti. L’utilizzo dei chip RFID sarà senza dubbio sempre più frequente in una società dove la sorveglianza è diventata uno degli strumenti più importanti per combattere la criminalità e il terrorismo.
Per ulteriori informazioni sui chip RFID, consultare il sito Web:
http://www.norman.com/Virus/Virus_descriptions/31413/no