GIOSCO ha scritto:
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate dell'intervento di Aldo Grasso questa mattina sul Corriere:
http://www.digital-sat.it/new.php?id=17893
Alla fine è tutta una scoperta: degli altri o di sè. Non vuol dire che tutto sia vero (anzi) ma è assolutamente intrigante.. ed ecco perché il GF - che gioca con i topoi della drammaticità classica - è sempre un programma seguitissimo.
Vedi Giosco, non sono mai stato uno di quelli che dà valore sociologico o culturale a questi reality. Ma non è per criticare o per una specie di "snobismo" culturale, come certe volte si legge in giro, no, semplicemente non hanno alcun valore socio-culturale perché di reale c'è ben poco.
Se il Grande Fratello fosse un prodotto "genuino" e non pilotato, potrebbe essere etichettato come un "occhio aperto" sulla realtà odierna, uno spaccato di vita della società del paese che rappresenta, e forse un senso culturale l' avrebbe, anzi oserei dire che potrebbe essere definito una specie d' arte, un' arte moderna che si avvale di uno strumento, la tv, per mostrare le emozioni e le interazioni dei personaggi, come un pittore impressionista si avvaleva del pennello per fissare sulla tela le emozioni e la percezione della realtà circostante che aveva.
In questo caso invece si avrebbe una realtà palesemente distorta e schiava, più che della soggetivizzazione di chi guarda, di logiche (quelle degli ascolti) che tutto seguono men che meno l' aspetto sociale delle vicende.
Forse se guardassimo al GF come si guarda ad un opera letteraria, cioè come finzione che riproduce vita vissuta, si potrebbe anche leggere una struttura rappresentativa, tipica quasi delle opere dei grandi drammaturghi greci (quindi il concetto di agnizione si associerebbe beissimo), ma io onestamente non riesco a percepire una simile struttura narrativa in quanto vedo le vicende del GF come un copione scritto in tempo reale e "incollato" di volta in volta ai vari personaggi che vi parteicpano. In altre parole, laddove l' agnizione richiederebbe un disegno ben preciso in cui l' autore colloca il momento della "scoperta" della persona, qui vedo solo un susseguirsi di vicende, spesso improbabili, che non seguono alcun filo logico né schema predefinito, tranne quello di creare scalpore, scandalo e di conseguenza attenzione tipico di una banale, ma più onesta, telenovelas.