Gruppo Visione Film (13-19 Febbraio): AMERICAN HISTORY X (1998) di Tony Kaye

ma poi, anche dalla parte della comunità di colore, secondo voi guardando bene lo sguardo (il primo piano è indicativo) del giovane che spara a Danny, vi sembra quello di uno convinto di quello che fa?!

No, e come hai detto si capisce benissimo. Ma come ha scritto ANDREMALES, quello è il passato che ritorna. Magari il regista voleva dire che certe "battaglie" (razzista estremista) fanno morti da entrambe le parti.
 
Il film si chiude come era iniziato con la sequenza del mare, questa volta a colori. Segno del presente, non più del passato.
Ma la violenza è ancora lì, in mezzo a noi.

Ecco, proprio questo. Mi è piaciuta molto come scelta di chiudere così, registicamente parlando.

perchè ho letto che ci sarebbe un finale alternativo, secondo cui Derek sarebbe tornato ad essere un naziskin, quindi il messaggio che sarebbe passato sarebbe stato che l'odio avrebbe generato altro odio. Ma io preferisco di gran lunga quello che invece è presente qui nel film; con il monologo di Danny che cita Abramo Lincoln e quelle inquadrature che danno un senso di pace alla morte del fratello di Derek. Quest'ultimo alla vista del fratello morto si dispera e si chiede: "Che ho fatto?"; come a dire che si sente in colpa per ciò che è successo, perchè è tutto partito da lui, dalle sue assurde idee che ha generato tutto il resto. Quindi per me avrebbe avuto poco senso un suo ritorno alle origini, altrimenti è come se non avesse imparato niente.

Ma davvero, avrebbe vanificato tutto quel finale.


ma poi, anche dalla parte della comunità di colore, secondo voi guardando bene lo sguardo (il primo piano è indicativo) del giovane che spara a Danny, vi sembra quello di uno convinto di quello che fa?!

Infatti. Proprio come dice Andry, è un'American History X. Si potrebbe anche raccontarla avendo come protagonista il giovane che spara a Danny.

anzi a me sembra proprio che è la scuola ad avere un ruolo fondamentale, perchè se ci pensiamo bene il Preside della scuola Sweeney e il suo ruolo educativo, che si sostituisce a quello di un vero genitore, è presente in tutte le fasi, quando c'era il padre di Derek, quando Derek è in prigione e quando aiuta Danny; lui c'è sempre fino alla fine...

Assolutamente, anche per questo attuale. A me sembrava dire in quei frangent proprio diamo più strumenti alla scuola, accresciamone il ruolo. E contemporaneamente, nelle scene in carcere, di rivedere le galere, di farli essere davvero luoghi di rieducazione ma vera.
 
Ultima modifica:
Non lo ricordo più benissimo ma sicuramente mi era piaciuto, mi pare che sia molto sorprendente, triste e crudo il finale.
 
ma poi, anche dalla parte della comunità di colore, secondo voi guardando bene lo sguardo (il primo piano è indicativo) del giovane che spara a Danny, vi sembra quello di uno convinto di quello che fa?!
Il dramma espresso con diffusione nel film è proprio questo: si chiama emulazione inconsapevole. Ed inconsapevole non significa passiva, automatica, scimmiottesca, ma autosufficiente. Molti comportamenti umani che, dall'esterno giudichiamo, per i nostri "valori", per la nostra formazione, per il sostrato culturale che ci appartiene, negativi, su un altro registro, per così dire interno a quei comportamenti, costituiscono regola che esiste in quanto esiste. La scuola, la famiglia, le istituzioni penitenziarie (e qui lasciatemi dire che la nostra Costituzione, a differenza di ben altrove, impone la funzione rieducativa della pena) non possono pretendere autosufficienza, ma grave è pure pretendere la sufficienza l'una dall'altra. Il film mi ha sempre offerto questa consapevolezza: il cambiamento (nella accezione positiva) ha la stessa origine dell'errore (inteso come deviazione da una regola). La deviazione da una regola può portare a disastri irrimediabile (a livello individuale e sociale), in primis la morte propria e/o quella altrui. Allora la vera"educazione" è quella che ti porta alla consapevolezza delle "regole", ed alla consapevolezza, alla coscienza delle perdite che scaturiscono dalla violazione di una regola. Perdite anche umane. Il film in questo porta ad un pessimismo ripetitivo.
Sulla emulazione passiva, sulla "violenza", sul disprezzo dell'altro in quanto altro, non pensiate si tratti di fenomeni rari e pellegrini. Ricordo come fosse ieri l'inquietudine di un collega universitario, già compagno di scuola, durante una pausa dalle lezioni. Persona perbene, moderata, ottimo studente, famiglia squisita. Lo vedevo nervoso, distratto, insomma strano. Mi disse che stava male era giovedì, e tre giorni dopo lui -tifosissimo della squadra di calcio locale- sarebbe andato in trasferta a Lecce con agli altri tifosi. Mi confidò che aveva paura degli eventi, temendo di perdere il controllo, nel contesto in cui doveva, dico doveva, essere come gli altri. Si limitò poi a sputi e sfotto' dell'autobus, e allo sradicamento di un sanitario nei bagni dello stadio. Parliamo di razzismo, violenza, emulazione inconsapevole. Danny non è lontano.
 
Che bello leggervi! Io non ricordo quando vidi questo film la prima volta, in che momento storico della mia vita, però ricordo che subito lo apprezzai e ne capii l'importanza. Di certo adesso sembra ancora più attuale rispetto addirittura a qualche anno fa, ma questo é anche il bello del cinema che volente o nolente analizza determinati fenomeni sociali. Film per me stupendo, avete già detto tutto e bene voi, uno dei primi che vidi con Edward Norton come attore ed uno dei pochi che mi é rimasto impresso veramente.
 
...... emulazione inconsapevole. Ed inconsapevole non significa passiva, automatica, scimmiottesca, ma autosufficiente.( ..... ) Allora la vera"educazione" è quella che ti porta alla consapevolezza delle "regole", ed alla consapevolezza, alla coscienza delle perdite che scaturiscono dalla violazione di una regola.

autoconsapevolezza, il guadagnare coscienza (consapevolezza) in maniera autonoma :)
 
Indietro
Alto Basso