Ho fatto un salto, anche se sono arrivato un po' più tardi dell'inizio.
Salettina (diciamo un sottoscala, carino, ma davvero troppo piccolo) gremita; ci saranno state una sessantina di persone, quasi tutte in piedi. Molti "ex-ragazzi" nostalgici dei Celtics di Parish e Birds, qualche giovane con felpe NBA d'annata, e qualche ragazzino (e ragazzine) tifosi del Gallo.
C'erano l'autore del libro e an altro giornalista (discepolo di tranquillo) di Forlì. I nostri eroi Buffa (ha sempre perle di saggezza per tutti... compresa una breve digressione calcistica con confronto Gullit-Kakà) e Tranquillo the voice; E poi una buona mezz'ora dopo l'inizio sono arrivati Pietro Aradori e il Gallo. Il primo, purtroppo, è stato chiamato in causa davvero poche volte. Il secondo invece è stato oggetto di diverse domande, alcune legate al suo futuro in NBA, altre invece sul suo rapporto co0l basket e con il campionato italiano. E qua si è lanciato in una simpatica e coraggiosa presa di posizione contro la deriva americana ("straniera" più in generale) che han preso molte squadre, compresa la stessa milano di inizio stagione. (e c'è stato, finalmente, un po' di discussione con Flavione, che non la pensava proprio come lui).
E poi autografi e foto.
Non male.
Peccato solo che non abbia avuto gran seguito una considerazione del pubblico sul crescente impegno dei media nel basket americano, prendendo a esempio Sportitalia con NBtv e, pare (me lo confermate?), la NCAA addirittura su raisport sat. Sarebbe stato interessante saperne di più, anche magari sulle strategie sky.
E' pur vero che si era lì per un libro di storie di sport, non di TV.