- Registrato
- 9 Ottobre 2003
- Messaggi
- 871.667
Si sono tenuti un'ora fa i funerali di Jerzy Stuhr,grande attore e regista polacco,morto il 9 luglio dopo un ictus all'età di 77 anni: era anche infartuato ed aveva contratto un cancro. Se ne è andato relativamente in silenzio sul piano internazionale,fuorchè nel suo paese che ha cercato di tributargli i giusti onori.
Stuhr parlava bene l'italiano:frutto anche (ma non solo) della sua collaborazione (triplice) con Nanni Moretti: ne Il Caimano, Habemus Papam e Il sol dell'avvenire. Poliedrica figura, con un timbro di voce dolce, apparentemente dimesso,ma capace di molteplici sfumature, aveva esordito in teatro,cimentandosi coi i capolavori di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, per poi intrecciare sodalizi artistici oltre che con Moretti,con Michele Placido e Adriana Asti che lo portarono a frequentare abbastanza regolarmente il Piccolo di Milano.
Ha lavorato con il meglio della cinematografia polacca: giganti come Krzysztof Zanussi,Andrzej Wajda. Così come con Agniesza Holland e Andrzej Żuławski. I risultati più lusinghieri li ha ottenuti col più grande regista polacco (a mio avviso ) in assoluto e fra i più grandi registi di tutti i tempi Krzysztof Kieślowski, segnatamente in Decalogo 10 e Tre Colori - Film Bianco (con un finale veramente spiazzante)
Era di casa in Italia,nonostante la relativa poca eco che avuta la sua morte sui media: una brutta deriva dei tempi. E stava così bene qui che accettò di recitare anche in piccole parti per registi non famosissimi,ma molto validi come Guido Chiesa e Antonio Morabito.
Ecco,chi non l'ha visto dia un'occhiata a Rimetti a noi i nostri debiti, di Morabito: un film che è un vero è proprio gioiello,sia di storia che di interpretazione. Stuhr impersonava un professore: piccola parte,ma decisiva nella chiave del film,dove ha dato modo di esprimere in poco tempo istrionismo,ironia e soprattutto sornioneria
Stuhr parlava bene l'italiano:frutto anche (ma non solo) della sua collaborazione (triplice) con Nanni Moretti: ne Il Caimano, Habemus Papam e Il sol dell'avvenire. Poliedrica figura, con un timbro di voce dolce, apparentemente dimesso,ma capace di molteplici sfumature, aveva esordito in teatro,cimentandosi coi i capolavori di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, per poi intrecciare sodalizi artistici oltre che con Moretti,con Michele Placido e Adriana Asti che lo portarono a frequentare abbastanza regolarmente il Piccolo di Milano.
Ha lavorato con il meglio della cinematografia polacca: giganti come Krzysztof Zanussi,Andrzej Wajda. Così come con Agniesza Holland e Andrzej Żuławski. I risultati più lusinghieri li ha ottenuti col più grande regista polacco (a mio avviso ) in assoluto e fra i più grandi registi di tutti i tempi Krzysztof Kieślowski, segnatamente in Decalogo 10 e Tre Colori - Film Bianco (con un finale veramente spiazzante)
Era di casa in Italia,nonostante la relativa poca eco che avuta la sua morte sui media: una brutta deriva dei tempi. E stava così bene qui che accettò di recitare anche in piccole parti per registi non famosissimi,ma molto validi come Guido Chiesa e Antonio Morabito.
Ecco,chi non l'ha visto dia un'occhiata a Rimetti a noi i nostri debiti, di Morabito: un film che è un vero è proprio gioiello,sia di storia che di interpretazione. Stuhr impersonava un professore: piccola parte,ma decisiva nella chiave del film,dove ha dato modo di esprimere in poco tempo istrionismo,ironia e soprattutto sornioneria