L'aviaria colpisce i nostri amici felini

Calma ragazzi non allarmiamoci subito, x evitare il contagio fra gatto e volatile basta tenere il gatto in casa, in oltre il virus passa da carne morta cruda a uomo o felino se la carne è ben cotta non vi è nessun problema.

Comunque il mio consiglio è di tenere il gatto in casa come faccio io con i miei
 
Barbara&Mauro ha scritto:
Calma ragazzi non allarmiamoci subito, x evitare il contagio fra gatto e volatile basta tenere il gatto in casa, in oltre il virus passa da carne morta cruda a uomo o felino se la carne è ben cotta non vi è nessun problema.

Comunque il mio consiglio è di tenere il gatto in casa come faccio io con i miei
Se possibile è meglio, la mia gatta sarebbe sicuramente finita sotto ad un automobile come è successo con gli altri gatti che avevo.
 
Quello che scrivete e' sicuramente vero. Abito in citta' e sono obbligato a tenere la mia "tigre" in casa. Quando pero' vado in montagna.......E' abituato a uscire, star fuori per ore e ore. Cosa faccio!!!!
 
Se il fatto che i gatti possano essere colpiti dall'aviaria mi preoccupa,non oso pensare cosa succederebbe se dovessero ammalarsi i topi.E non e' una battuta
ciao
 
barazuti ha scritto:
Quello che scrivete e' sicuramente vero. Abito in citta' e sono obbligato a tenere la mia "tigre" in casa. Quando pero' vado in montagna.......E' abituato a uscire, star fuori per ore e ore. Cosa faccio!!!!


Meglio se in questo periodo non la fai uscire......
 
Ho capito, pero' quando andiamo in montagna lui e' contento perche' sa che si puo' godere dei momenti "da vero gatto". Il prossimo weekend saremo sulle alpi e gia' so che alla fine l'avra' vinta lui.
 
Ma sono davvero così tante le probabilità che il gatto trovi subito un uccello morto per l'aviaria? :eusa_think:
 
Papu ha scritto:
Ma sono davvero così tante le probabilità che il gatto trovi subito un uccello morto per l'aviaria? :eusa_think:
Ed aggiungo: "e per di più sulle Alpi?" :eusa_think:
 
AVIARIA: "I GATTI NON SONO SERBATOIO DEL VIRUS"

7 marzo 2006 - Il virus dell'influenza aviaria e' stato individuato in alcuni gatti nella Stiria, regione meridionale dell'Austria. "Non credo che i gatti possano costituire un serbatoio per il virus - dice al Velino Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore di sanita' -. Il gatto come l'uomo e' un ospite terminale del virus, quindi non dovrebbe partecipare al ciclo di trasmissione. Certo il fatto che si tratti di un animale domestico aumenta la soglia di attenzione rispetto agli umani". Il caso singolare e' che i tre animali contaminati dal virus H5n1 in Austria vengono dal rifugio per animali "Arca di Noe'" di Graz, lo stesso istituto dove a febbraio scorso un cigno aveva verosimilmente infettato 13 altri volatili, tra cui due polli. Il rifugio per animali di Graz e' stato chiuso a tempo indeterminato Per i medici, tuttavia, non deve destare allarme quanto accaduto in Austria. "Ad oggi non c'e' nessun tipo di evidenza scientifica della trasmissione del virus H5n1 dal gatto all'uomo" ha affermato il virologo Mauro Delogu, dell'universita' di Bologna. La zona della Stiria nella quale sono stati trovati i gatti colpiti dal virus "e' un'area contaminata, nella quale si trovano numerosi volatili selvatici infetti, fra i quali e' stata evidenziata un'evidente mortalita'", ha osservato Delogu. In Stiria come nell'isola tedesca di Ruegen nella quale e' stato trovato il primo gatto colpito da H5n1 in Europa, i gatti sono venuti in contatto con grandi quantita' di virus provenienti da animali infetti.
(Velino)

E' da considerare con ''prudenza'' la notizia dell'isolamento del virus H5N1 in due o tre gatti in Stiria, e in ogni caso ''ad oggi non c'e' nessun tipo di evidenza scientifica della trasmissione del virus H5N1 dal gatto all'uomo''. Per il virologo Mauro Delogu, dell'universita' di Bologna, continuano a non esserci motivi di allarme circa la presenza del virus dell'influenza aviaria nei gatti.
La zona della Stiria nella quale sono stati trovati i gatti colpiti dal virus ''e' un'area contaminata, nella quale si trovano numerosi volatili selvatici infetti, fra i quali e' stata evidenziata un'evidente mortalita''', ha osservato Delogu.
Di conseguenza, in Stiria come nell'isola tedesca di Ruegen nella quale e' stato trovato il primo gatto colpito da H5N1 in Europa, i gatti sono venuti in contatto con grandi quantita' di virus.
Delogu invita inoltre alla prudenza considerando che ''i gatti sono molto sensibili al virus dell'influenza aviaria'' e che i due o tre felini sui quali sono stati condotti i test in Stiria sono vivi. In teoria non si puo' escludere che gli animali siano venuti in contatto con un altro virus: prima di trarre qualsiasi conclusione ''siamo in attesa di sapere ulteriori notizie, per esempio sulla metodica utilizzata nei test'', ha detto Delogu.
Soltanto i risultati completi dei test permetteranno di conoscere la strada seguita dal virus. Ad esempio, e' stato verificato in laboratorio che il virus H5N1 puo' trasmettersi da gatto a gatto, ma e' anche possibile che nei gatti analizzati nella Stiria il virus si sia trasmesso sul campo da un gatto all'altro. Allo stato attuale delle conoscenze, pero', non e' possibile trarre alcuna conclusione.
Resta invece la paura che tanti gatti vengano abbandonati sull'ondata di una psicosi senza alcuna base scientifica. ''Ad oggi - ha concluso Delogu - non c'e' alcuna evidenza scientifica della trasmissione del virus H5N1 dal gatto all'uomo.
Nell'eventualita' in cui la malattia comparisse nel gatto, questa andrebbe gestita rivolgendosi al veterinario''.
(ANSA)
 
AVIARIA/ PROTEZIONE ANIMALI: NON DIAMO LA CACCIA AI GATTI

7 marzo 2006 - "Non diamo la caccia ai gatti come si faceva nel Medioevo". A lanciare l'appello è Paolo Albonetti, membro dell'Ente nazionale protezione animali (Enpa), commentando le ultime vicende di ritrovamento di gatti contagiati dal virus dell'aviaria in alcuni Paesi europei. "Anche per questi animali - ha spiegato Albonetti - come per i volatili, occorre fare molta attenzione e sorveglianza, poich‚ il problema esiste, ma non bisogna creare allarmismo".
Secondo il rappresentante dell'Enpa "è ragionevole supporre che questi mammiferi entrino in contatto con i volatili contagiati; soprattutto i cani e i gatti che si trovano nei percorsi delle rotte degli uccelli contagiati". Bisogna peró considerare - ha aggiunto - che in Italia "il 99% dei gatti sta nelle città, dove la loro sorveglianza è affidata alle amministrazioni pubbliche e alle 'gattare'. Sul territorio, quindi, abbiamo delle ottime sentinelle e i gatti sono trattati quasi come quelli domestici".
Su una possibile psicosi nei confronti degli animali domestici a causa dell'emergenza aviaria, Albonetti ha sottolineato che "già il termine psicosi denota un atteggiamento negativo; è chiaro che bisogna fare molta attenzione, senza ricorrere ad atteggiamenti sbagliati. Quello che sarebbe necessario - ha aggiunto - da parte delle amministrazioni pubbliche e a livello comunale, è l'istituzione di uffici appositi per la tutela di questi animali, di concerto con le Regioni e con le Asl veterinarie: questi uffici potrebbero aiutare a gestire meglio le colonie degli animali. Sappiamo dell'esistenza di simili uffici nelle grandi città, ma questa iniziativa sarebbe da estendere su tutto il territorio".
"Come conseguenza di questo fenomeno - ha concluso il rappresentante dell'Enpa - ci aspettiamo numerosi abbandoni degli animali: proprio per questo è necessario tranquillizzare i cittadini sulla non pericolosità da parte di questi animali per un eventuale contagio. E' chiaro che la nostra speranza è quella, in caso di abbandoni degli animali, che almeno avvengano nelle strutture apposite e non in strada".
(Apcom)
 
C'iò che ha postato ERCOLINO dice gia tutto, il VIRUS H5N1 x il momento qui da noi non ha contagiato nessun GATTO e le probabilita che avvenga un contagio sono scarsissime, Il VIRUS colpisce i FELINI in quei paese dove l'epidemia è alta ma come si è potuto vedere solo 1 gatto su 4 è morto quindi con molta probabilità quel GATTO era gia affetto da altre malattie.

A mio avviso tutti i padroncini di gatti si dovrebbero preoccupare di più del VIRUS della FIP ( PERITONITE INFETTIVA FELINA ) questo non lascia scampo e ammazza il FELINO in maniera atroce e il contagio avviene dall'aria.
 
Il problema ora sarà nell'anfasi della notizia, e della paura collettiva derivata da notizie riportate in maniera molto succinte, frammentarie, e non molto esplicative, come succede in questi casi in modo eclatante, purtroppo a seguito di ciò molti "amici mici" verranno abbandonati (per assoluta ignoranza), con conseguenti ed immaginabili problemi per gli animali e per un ecosistema già in difficoltà.
Come ho già ricordato nel vecchio forum, il mio lavoro viene svolto in un ente pubblico, con specifiche problematiche ambientali, e quanto sopra ho evidenziato, riferita nella mia zona di pertinenza, è per il numero di gatti abbandonati, in questo ultimo periodo, anche se in maniera per ora non particolarmente preoccupante, è in leggero aumento .
Io spero che gli organi di informazione, sia locali che nazionali, unitamente agli organi istituzionali, diano notizie utili (e vere) al fine di poter difenderci da questa piaga, e non evidenziando inutili allamirsmi.
Sarà mia cura fornire, per quanto di mia competenza e conoscenza, agli amici del forum, quanto di più possibile può essere utile a chiarire i reali rischi per gli uomini e gli animali.
 
Billy ha scritto:
Sarà mia cura fornire, per quanto di mia competenza e conoscenza, agli amici del forum, quanto di più possibile può essere utile a chiarire i reali rischi per gli uomini e gli animali.
Bravo!

Alla mia gatta, che si ammali di qualsiasi cosa, le vorrò bene più che mai.
 
:mad: speriamo che adesso non inizi lo solita e psicopatica mania del:
" abbandona il gatto perche` puo` attaccarti il virus":mad:
Siccome noi italiani siamo maestri in queste cose!!
Speriamo in bene :icon_rolleyes: :icon_rolleyes:
 
Il virus sui gatti sembra stia mutando,trovato virus in un gatto senza che dasse evidenti segni di malattia,questo diventerebbe problematico perchè sarebbe + difficile trovare i focolai infettivi.
 
In merito al rischio bilogico legato al virus dell'influenza aviaria, per le notizie in mio possesso, si ritiene che l'interesse è attualmente confinato alle specie di volatili che presentano un rischio più elevato con riguardo all'influenza aviaria al cigno reale o Mute swan (Cygnus olor) ed altre specie di cigni, ardeidi (aironi, garzette) e falacrocoracici (cormorani).
Pe adesso non rappresentano un rischio i piccioni o altri piccoli uccelli che vivono in ambiente urbano, per i quali non è necessaria alcuna forma di particolare attenzione per l'aviaria, ma come è noto molti di questi animali sono portatori di parassiti acari (zecche) che possono essere pericolosi sia per l'uomo che per gli animali.
Nel caso di rinvenimento di volatili acquatici selvatici morti (è quì è il problema per la maggior parte di animali carnivori in libertà), non dovranno essere assolutamente toccati, dovranno intervenire i Servizi Veterinari della Aziende ASL, per le verifiche del caso.
 
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