A proposito di sprechi..millanta invianti Rai per le elezioni presidenziali americane
A proposito di sprechi riporto un articolo di Globalist.it che sottolinea l'enorme impiego di persone usato da Rai per le elezioni americane
<<Sull'America, dopo Sandy, l'uragano Rai
America elettorale delle mie brame, chi è il più presente del reame? Gara televisiva alla periferia dell'impero. La Rai imbattibile spendacciona muove un battaglione di narratori.
Desk
sabato 3 novembre 2012 17:55
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di Dino Rosso
Dopo Sandy il peggio. Pare che in Rai esista un settore aziendale chiamato "Grandi Eventi". Da intendersi -riteniamo- il giro ciclistico l'Italia, Sanremo, una visita papale in Papuasia, o eventi di questa portata. Azienda planetaria ereditata in bianco e nero dai tempi del Monopolio Tv, la Rai non ha ancora preso atto che il mercato televisivo e, soprattutto, l'Italia è cambiata. Siamo poveri e ogni spreco oggi si riverbera con qualche sacrificio in più imposto ad altri. Nell'attesa della Spending Review Rai, al momento siamo ancora -parrebbe- alla romanesca "Spending De Più. Vero è che l'intero staff di vertice dei "Grandi eventi" - cinque persone ci narrano- è attualmente schierato a New York a smistare il traffico di inviati, cineoperatori e tecnici piombati da Roma a raccontarci -in differita- quello che i satelliti offriranno in simultanea a tutto il mondo con grafici di lingua comune.
La Cnn e il baffo. Pattuglione poderoso davvero. Che la Cnn ci fa un baffo. Venticinque persone in trasferta (oltre i due corrispondenti) da Roma a New York, con divagazioni per altri potenziali 50 Stati degli States, viaggi, alberghi, postazioni, assistenza tecnica, satelliti. Con punte di presenza tanto preveggenti da anticipare al 22 -del mese prima- la documentazione decisiva alle elezioni del 6 novembre. Ad essere semplici contabili verrebbe da azzardare un preventivo minimo di 25 mila € giorno moltiplicato per almeno10. Chi sia stato a decidere, a consentire, è ignoto. Chi pagherà è invece certo e di questi tempi, il conto finale vero risulterà indigesto per molti. Ma non anticipiamo gli eventi. Campagna americana libera nella Rai dei tecnici-professori. Qualche dettaglio aziendale deve essete loro sfuggito: certamente alla partenza. Ma i conti veri si vedranno comunque al ritorno.
Tg1 uber alles. All'Ammiraglia -anche se un po' acciaccata- si concede tutto. Tipo lo schieramento di artiglieria pesante: un caporedattore centrale-conduttore, un caporedattore-conduttore, e un vero inviato. Tre narratori e un cineoperatore per mostrarceli in volto. Fondamentale. Se non basta, appalti. Tg2, come dice il numero, due giornalisti e il solito per le immagini. Ma è il Tg3 a stupire, data la sua ormai cronica e reiterata resistenza alla notizie estere. Due inviate, due cineoperatori, oltre alla valorosa e diligente corrispondente Giovanna Botteri che da sola riempie Tg e Gr da mane a sera. News24 non poteva mancare a manda al cimento una giovane. Esemplare coraggio di Corradino Mineo. Per i giornali radio, doppi inviati e doppi tecnici audio, per le reti si sa per ora di Agorà, mentre assenza di notizie da Ballarò e Porta a porta. Ma siamo pronti alle sorprese.
Il valore dell'«Io c'ero». Come sta spiegando da tempo la stampa americana, fondamentale in questa corsa elettorale Usa il ruolo delle signore dei due candidati. Ed è quindi naturale una prevalenza di narratori Rai al femminile, tutte bravissime -occorre dire- ed estremamente motivate. Con uno spunto di cattiveria ereditato dal passato. L'occasione del libro autobiografico di Clemente Mimun, ex Tg2 e Tg1 e ora Tg5. Dove egli narra di come il giornalismo tv cambi nei bei volti, ma non nella sostanza delle gomitate. Narra Clemente: «Ci ritrovammo con Lilli Gruber quando approdai alla direzione del Tg1. Mi disse che si aspettava di essere la prima inviata a Baghdad, perché si considerava la massima esperta. Mi sconsigliò in modo tranchant alcuni altri giornalisti. Voleva evitare soprattutto due cose: l'inserimento di Ennio Remondino e di Carmen Lasorella [.]».
Detta alla Bogart, «E' la stampa, bellezza». >>.