MALEDUCATO è un'espressione offensiva, di più ingiuriosa, che non si deve mai indirizzare a nessuno. Nemmmeno se viene detta con cognizione di causa a chi magari la merita. A classificare l'espressione, utilizzata per evidenziare la cattiva educazione, tra le ingiurie è la Corte di Cassazione che sottolinea come l'epiteto maleducato, anche se detto «con intento lodevole», ha una «oggettiva portata offensiva». E dunque gli Ermellini dopo aver sottolineato recentemente l’aspetto ingiurioso (e razzista) dell’epiteto «sporco negro» e aver invece assolto «Non mi rompere i c....» (riferito agli attributi maschili in questi giorni saliti agli onori della cronaca) ci mettono in guardia su una parola che sembrava a dir poco «innocente». L'occasione per mettere al bando l'ennesima espressione, alla Quinta sezione penale è stata offerta dal caso di una lite condominiale. Va detto che nella vicenda in esame, il reato di ingiuria contestato ad un amministratore condominiale abruzzese, Giuseppe D., che aveva appunto definito "maleducato" un ragazzo che aveva imbastito una lite con un condomino «anziano e non in buona salute», invitandolo ad un comportamento più rispettoso, essendo il fatto accaduto otto anni fa, è caduto in prescrizione. Ma la Suprema Corte, nella sentenza 9799/06, non ha rinunciato a mettere in guardia dall'utilizzo del termine. Scrivono, infatti, gli ermellini, che dire a qualcuno maleducato, non hai educazionè è di «indubbio contenuto ingiurioso». Affrontando poi il caso specifico, la Suprema Corte rileva che «non può dirsi che il pur lodevole intento perseguito» dall'amministratore condominiale «nell'intervenire nel litigio fra l'anziano e il giovane comportasse anche la facoltà di rivolgere a quest'ultimo un'espressione ingiuriosa come maleducato».
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