
La Marie Antoinette di Sofia Coppola non è affatto una rockstar, come ha scritto qualche incosciente, non è una Madonna nè una Britney Spears di fine '700... è una ragazza normale che vorrebbe vivere la vita e divertirsi come tutte le ragazze della sua età: questo le viene negato, e la sua vita as she knew it le viene sottratta (insieme al cagnolino, a tutti i suoi effetti ed affetti personali) nel momento stesso in cui lascia l'Austria per sposare il futuro re di Francia.
In cambio, viene schiacciata sotto il peso delle aspettative e del protocollo, lasciata sola in mezzo ad una folla di servitori e cortigiani in gran parte ostili.
Questa è la chiave di lettura del film, che è molto romantico se non negli sviluppi narrativi, senz'altro nello spirito e nel presentare un'anima alla disperata ricerca di una boccata d'aria fresca, di una vita più piena.
Azzeccatissimo (e comunque mai invadente) l'accompagnamento new wave, decadente, languido e molto end of the world, perfetto commento della fine di un epoca.
Un grande film in linea con i temi della Coppola, più vicino al favoloso Giardino delle vergini suicide che al (forse un po' sopravvalutato ) Lost in translation.
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