E' un film complesso e sicuramente non facile da affrontare e da vedere: certamente un classico, da molti (non da me,se può interessare) considerato il miglior film di Dreyer, secondo alcuni un capolavoro.
L'ho visto molto tempo fa: l'ambientazione è molto austera,spartana (personalmente l'ho trovata abbastanza claustrofobica),per volontà dello stesso regista,in modo da decontestualizzare il film il più possibile: la tematica è impegnativa e non manca di sfumature.
Ritmo lentissimo - come costume di Dreyer - al punto da imporre necessariamente l'obbligo per lo spettatore di munirsi di una dose industriale di pazienza e concentrazione,vieppiù da proiettare esponenzialmente all'ennesima potenza visto e considerato che è un film (e non è tanto difficile capire il perchè...) che viene proposto sempre ad orari da...vampiri

(chi avesse voluto vederlo o l'avesse visto o lo vedrà di notte, si prenda almeno 5-6 sostanziosi caffè

)
A volte il sottotesto nel film è più premiante della storia in sè, ma questo richiede un ulteriore sforzo e impegno nel seguire una vicenda che, almeno per quel che mi riguarda,mi ha suscitato un interesse non così vivido,non tanto e non solo per il plot,ma per lo stile adottato.
Ecco, mi rendo conto che il raffronto - specie per chi si professa credente - può sembrare (sempre usando la terminologia cattolica) una bestemmia: ma fra Dreyer e Krzysztof Kieślowski preferisco di gran lunga il secondo e senza il minimo tentennamento. Entrambi si sono occupati di problemi d'etica e con risvolti religiosi: ma lo stile e l'acutezza asciutta di Kieślowski sono straordinariamente accattivanti, profondi e geniali tanto da renderlo ai miei occhi uno dei più grandi registi di sempre.
Non considero tra questi Carl Theodor Dreyer, un buon regista ma non un grandissimo: e trovo che il suo ultimo film "Gertrud" - nonostante quanto abbiano detti altri "illustri" critici -sia più interessante di Ordet (il suo miglior film per me è un film muto, "La passione di Giovanna d'Arco", questo si,forse vicino al capolavoro per il suo grande impatto visivo,complice anche l'interpretazione di Renée Falconetti, il cui volto sofferente e allucinato non è stato solo eccezionalmente espressivo, ma quasi iconico)