N
Nostrano Westfälisch
Le incursioni di Gabriele Paolini nel corso delle dirette televisive disturbano il lavoro dei giornalisti e configurano il reato di molestie. Con questa motivazione la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dello stesso Paolini contro la condanna a 240 euro di ammenda inflittagli dal Tribunale che lo ha ritenuto responsabile di molestia per un'intrusione durante un collegamento da Palazzo Chigi.
L'episodio si riferisce a quattro anni fa: l'imputato si era posto alle spalle di un giornalista Rai con un cartello offensivo nei confronti del presentatore Pippo Baudo. Nel ricorso, il legale di Paolini aveva chiesto l'annullamento della sentenza "per vizi logici e giuridici della motivazione", sostenendo che "la condotta contestata era consistita nella mera presenza fisica passiva dietro le telecamere, autoqualificandosi come inquinatore televisivo" e che mancava la volontà di arrecare molestia "verso determinate persone".
Secondo il relatore, Giovanni Silvestri, invece, l'azione di Paolini ha disturbato il regolare svolgimento del lavoro del cronista ed è stata "impertinente, indiscreta, invadente, senza'altro riconducibile nella nozione di petulanza". "L' inquinatore televisivo", oltre al pagamento dei danni in sede civile alla Rai, dovrà versare mille euro alla cassa delle ammende e sostenere le spese processuali quantificate in oltre duemila euro.(tgcom)
L'episodio si riferisce a quattro anni fa: l'imputato si era posto alle spalle di un giornalista Rai con un cartello offensivo nei confronti del presentatore Pippo Baudo. Nel ricorso, il legale di Paolini aveva chiesto l'annullamento della sentenza "per vizi logici e giuridici della motivazione", sostenendo che "la condotta contestata era consistita nella mera presenza fisica passiva dietro le telecamere, autoqualificandosi come inquinatore televisivo" e che mancava la volontà di arrecare molestia "verso determinate persone".
Secondo il relatore, Giovanni Silvestri, invece, l'azione di Paolini ha disturbato il regolare svolgimento del lavoro del cronista ed è stata "impertinente, indiscreta, invadente, senza'altro riconducibile nella nozione di petulanza". "L' inquinatore televisivo", oltre al pagamento dei danni in sede civile alla Rai, dovrà versare mille euro alla cassa delle ammende e sostenere le spese processuali quantificate in oltre duemila euro.(tgcom)