Pepinno Pinesi
Digital-Forum Junior Plus
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- 8 Marzo 2004
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Vorrei soddisfare lacune curiosità tecnico/giuridiche. In particolare, credo si tratti di questioni che persone come OTG TV e 3750... conoscono molto bene, comunque chiunque ne sappia più di me, mi aiuti a far luce...
1) Il tetto massimo di mux di cui un operatore di rete nazionale può essere titolare è di 5. Non sono riuscito a trovare una legge o una delibera AGCOM che fissi un tetto per gli operatori di rete locali. Esiste? Se si, di quanti mux?
2) Premiata Ditta Borghini e Stocchetti di Torino Srl (operatore di rete di Television Broadcasting System SpA, alias Retecapri) sostiene di aver subito un trattamento discriminatorio da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e dell'AGCOM perché in Sardegna ha avuto 2 mux, mentre nelle altre regioni uno solo, pur trovandosi nella stessa situazione di Rete A (che invece ha due mux in tutta Italia).
A me risulta che Rete A abbia due mux perché: uno è frutto della conversione dall'analogico al digitale di DeeJay TV, l'altro era già esistente (frutto di varie acquisizioni effettuate ai sensi della legge del 2001 che permetteva alle emittenti operanti a quella data il trading di frequenze per creare nuovi mux digitali).
Se è vero ciò che sostiene l'amministratore di Retecapri (ma ne dubito fortemente), anche loro avevano due reti (la prima frutto della conversione di Retecapri analogica, la seconda frutto del trading).
Mi ricordo che la nuova rete frutto di trading doveva necessariamente superare la copertura del 50% della popolazione per ottenere l'autorizzazione nazionale.
La domanda è questa: Retecapri aveva davvero diritto a due mux come Rete A? Oppure uno gli è stato tolto in seguito perché in Sardegna gli era stato, per così dire "regalato"?
3) Questa è la questione più stramba. La normativa nazionale (D.Lgs 177/2005, Delibera AGCOM 353/11/CONS) stabilisce che le reti locali sono quelle che coprono "uno o più bacini regionali, comunque non superiori a dieci, anche non limitrofi, purchè con copertura inferiore al 50 per cento della popolazione nazionale (l’ambito è denominato “regionale” o “provinciale” quando il bacino di esercizio dell’attività di radiodiffusione televisiva è unico e ricade nel territorio di una sola provincia o di una sola regione, e l’emittente non trasmette in altri bacini)" mentre l'ambito nazionale televisivo è "l’esercizio dell’attività di radiodiffusione televisiva non limitato all’ambito locale".
In deroga a quanto appena detto, però, alcuni operatori (se non sbaglio Canale Italia, Tivuitalia e TLC-Telecampione) che in origine avevano ottenuto la licenza come operatori locali sono stati autorizzati ad acquisire altri operatori locali e a partecipare ai bandi di assegnazione delle frequenze fino a superare i limiti di copertura previsti per gli operatori locali (i famosi dieci bacini o comunque il tetto del 50% della popolazione italiana).
La domanda è questa: perché? Non sarebbe stato più semplice aumentare il numero delle reti nazionali? O c'erano problemi tecnici (per cui solo per le 25 reti nazionali previste è stato possibile garantire il coordinamento e quindi l'efficacia della isofrequenza)?
Inoltre, perché queste reti pseudo-nazionali non sono state autorizzate ad installare i propri ripetitori nei siti più importanti? Se la scusa è quella che altrimenti coprirebbero troppo mi sembra una gran cavolaia, perché già ora hanno ampiamente sforato i limiti di copertura per le emittenti locali!
4) Ultima domanda. Nelle aree tecniche passate al digitale prima del cambio di destinazione d'uso della banda 800 Mhz verranno rifatte le assegnazioni mediante i bandi utilizzati l'anno scorso e quest'anno per il centro e il sud Italia?
1) Il tetto massimo di mux di cui un operatore di rete nazionale può essere titolare è di 5. Non sono riuscito a trovare una legge o una delibera AGCOM che fissi un tetto per gli operatori di rete locali. Esiste? Se si, di quanti mux?
2) Premiata Ditta Borghini e Stocchetti di Torino Srl (operatore di rete di Television Broadcasting System SpA, alias Retecapri) sostiene di aver subito un trattamento discriminatorio da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e dell'AGCOM perché in Sardegna ha avuto 2 mux, mentre nelle altre regioni uno solo, pur trovandosi nella stessa situazione di Rete A (che invece ha due mux in tutta Italia).
A me risulta che Rete A abbia due mux perché: uno è frutto della conversione dall'analogico al digitale di DeeJay TV, l'altro era già esistente (frutto di varie acquisizioni effettuate ai sensi della legge del 2001 che permetteva alle emittenti operanti a quella data il trading di frequenze per creare nuovi mux digitali).
Se è vero ciò che sostiene l'amministratore di Retecapri (ma ne dubito fortemente), anche loro avevano due reti (la prima frutto della conversione di Retecapri analogica, la seconda frutto del trading).
Mi ricordo che la nuova rete frutto di trading doveva necessariamente superare la copertura del 50% della popolazione per ottenere l'autorizzazione nazionale.
La domanda è questa: Retecapri aveva davvero diritto a due mux come Rete A? Oppure uno gli è stato tolto in seguito perché in Sardegna gli era stato, per così dire "regalato"?
3) Questa è la questione più stramba. La normativa nazionale (D.Lgs 177/2005, Delibera AGCOM 353/11/CONS) stabilisce che le reti locali sono quelle che coprono "uno o più bacini regionali, comunque non superiori a dieci, anche non limitrofi, purchè con copertura inferiore al 50 per cento della popolazione nazionale (l’ambito è denominato “regionale” o “provinciale” quando il bacino di esercizio dell’attività di radiodiffusione televisiva è unico e ricade nel territorio di una sola provincia o di una sola regione, e l’emittente non trasmette in altri bacini)" mentre l'ambito nazionale televisivo è "l’esercizio dell’attività di radiodiffusione televisiva non limitato all’ambito locale".
In deroga a quanto appena detto, però, alcuni operatori (se non sbaglio Canale Italia, Tivuitalia e TLC-Telecampione) che in origine avevano ottenuto la licenza come operatori locali sono stati autorizzati ad acquisire altri operatori locali e a partecipare ai bandi di assegnazione delle frequenze fino a superare i limiti di copertura previsti per gli operatori locali (i famosi dieci bacini o comunque il tetto del 50% della popolazione italiana).
La domanda è questa: perché? Non sarebbe stato più semplice aumentare il numero delle reti nazionali? O c'erano problemi tecnici (per cui solo per le 25 reti nazionali previste è stato possibile garantire il coordinamento e quindi l'efficacia della isofrequenza)?
Inoltre, perché queste reti pseudo-nazionali non sono state autorizzate ad installare i propri ripetitori nei siti più importanti? Se la scusa è quella che altrimenti coprirebbero troppo mi sembra una gran cavolaia, perché già ora hanno ampiamente sforato i limiti di copertura per le emittenti locali!
4) Ultima domanda. Nelle aree tecniche passate al digitale prima del cambio di destinazione d'uso della banda 800 Mhz verranno rifatte le assegnazioni mediante i bandi utilizzati l'anno scorso e quest'anno per il centro e il sud Italia?