La Guardia di Finanza di Torino, nell’ambito di un’operazione contro la duplicazione abusiva del software realizzata nei confronti di imprese e studi professionali, ha posto sotto sequestro 134 personal computer e numerosi prodotti software copiati in modo illegale il cui valore complessivo supera i 300.000 euro; le Fiamme Gialle hanno inoltre denunciato all’Autorità Giudiziaria 11 persone per violazione della legge sul diritto d’autore.
L’operazione è stata condotta dalla Sezione Servizi Vari del Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria, con il supporto tecnico dei consulenti BSA, i quali hanno collaborato attivamente con i militari durante le operazioni e in fase di perizia del materiale sequestrato.
I finanzieri hanno controllato quindici imprese di Torino, operanti nei settori merceologici più disparati: dalla progettazione alla produzione di materiali per ufficio, componenti meccaniche e acciai speciali, fino all’imbiancatura industriale; nel campo dei servizi, si spazia dalla concessionaria di autoveicoli all’import-export di accessori per auto, fino ai servizi anti-infortunistici, dall’agenzia pubblicitaria ai servizi di traduzione, al centro elaborazione dati, e così via.
In undici di queste aziende (quindi più del 70% del totale controllato) sono state riscontrate illegalità nel parco software installato: esse utilizzavano, sempre al di fuori dei regolari contratti di licenza, sia sistemi operativi come Windows e i più noti applicativi di produttività individuale (Office, Photoshop, Acrobat etc.), sia utility a diffusione altrettanto larga (dai filtri anti spamming agli antivirus come Norton), sia ancora software di tipo verticale, come ad esempio i programmi per la progettazione tridimensionale di Autodesk o UGS, del costo di diverse migliaia di euro.
La duplicazione illegale del software tra aziende e professionisti è una delle cause principali della crescita del tasso di pirateria medio in Italia, rilevato per conto di BSA da IDC, società di ricerche di mercato che annualmente diffonde uno studio sull’andamento del fenomeno nei maggiori paesi del mondo. Secondo tale rapporto, diffuso pochi giorni fa, la percentuale di software abusivo sul totale utilizzato nel nostro paese ha superato la fatidica soglia del 50%, raggiungendo il 53% nel 2005. Un valore preoccupante che, viste le sue gravi implicazioni sociali ed economiche (mancato gettito fiscale, danno ai livelli occupazionali, alterazione del regime di libera concorrenza, etc.), comporterà maggiori sforzi in termini di sensibilizzazione e di repressione dei reati.
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