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GUALTIERI (4 luglio 2011) - Non c’era solo Radiofreccia: di “radio libere” negli anni ’70 in provincia di Reggio ne erano nate varie, ognuna con una storia diversa da quella immaginata da Luciano Ligabue nel suo primo film. Nella Bassa, nella seconda metà di quel decennio, buona parte degli apparecchi radio era sintonizzata su un’emittente che trasmetteva in FM da Gualtieri, ma era animata in gran parte da guastallesi: si chiamava Gbr (acronimo di "Giornale Bassa Reggiana"), un vero pezzo di storia del territorio, terminato proprio trent’anni fa.
Alla fine del 1974, due ragazzi di Guastalla – Mauro Pinto e Fausto Zanichelli – volevano emulare alcuni loro coetanei che, in tutta l’Italia, si davano da fare per far viaggiare la loro voce e la loro musica nell’etere: "Non avevamo soldi, né competenze tecniche – ricorda oggi Zanichelli –. Il trasmettitore lo costruì tale Giorgio Lovo di Fabbrico e si trasmetteva da là, per qualche ora al giorno". L’antipasto era stuzzicante, ma la voglia di crescere aveva bisogno di spazi, risorse e nuove energie.
Pinto e Zanichelli trovarono il tutto a Gualtieri, dopo un incontro con il sindaco Angelo Salomoni che mise a disposizione un locale al piano nobile di Palazzo Bentivoglio (lì aveva sede anche il Comprensorio della Bassa reggiana, in qualche modo legato alla radio) e presentò ai guastallesi due coetanei di Santa Vittoria, Mirko Zatelli (Miki) e Loretta Lanzi (Lolli): da alcuni mesi avevano dato vita a Radio Miki, grazie a un trasmettitore che Zatelli aveva costruito, ma anche a loro non bastava.
I quattro si intesero in fretta: nel giro di poco tempo organizzarono gli spazi con pareti di cartongesso, tappezzarono i muri coi proverbiali cartoni delle uova per togliere il riverbero e la nuova radio era pronta a partire. Nel 1975 (lo stesso anno di RadioRaptus – Radiofreccia, ma è un caso) nasceva a tutti gli effetti Radio Gbr: "Il nome era facile da ricordare - spiega Zanichelli - somigliava molto alle radio americane e ci permetteva di non collocarci territorialmente, come molte emittenti vicine facevano". Il raggio di trasmissione era di una trentina di chilometri, la posizione dell’antenna non permetteva alle onde di superare i rilievi, per cui il segnale arrivava circa fino a Reggio, Parma e Mantova.
L’emittente si dotò di vari collaboratori per coprire il palinsesto giornaliero. Punto di forza indiscusso divenne la musica, con trasmissioni dedicate a vari generi e ben curate, registrazioni di concerti e interviste; non mancavano spazi per la cronaca e lo sport, ma radio Gbr emerse soprattutto per i programmi di intrattenimento e la pubblicità. I rapporti con gli inserzionisti erano curati da Roberto Taddei e le entrate erano di assoluto rilievo, grazie soprattutto agli spot originali ed efficaci interpretati dall’attore Marco Morellini : la radio poteva permettersi di organizzare feste (soprattutto al 501 di Gualtieri, locale partner dell’emittente) e pagare alcuni dischi, le trasferte per i collaboratori e un registratore professionale per le interviste, spesso più efficace di un accredito stampa.
Le spese, tuttavia, crescevano, occorreva investire per competere con le altre radio e la raccolta pubblicitaria, dopo qualche anno, non bastava più. "Chiedemmo un incontro alla Federazione delle Cooperative, che si dimostrò interessata e acquisì la proprietà dell’emittente - ricorda ancora Zanichelli -. Per avere un segnale più nitido e potente montarono un traliccio enorme a Boretto, una spesa impossibile per noi, e andammo avanti ancora qualche anno".
Con il nuovo decennio, la parabola discendente di Gbr era già in atto. Dall’inizio del 1980 la sede della radio era stata trasferita a Guastalla, nell’ex ospedale civile; in tanti avevano smesso di collaborare, per ragioni personali o lavorative, per qualche dissapore o per eventi tragici (Miki era morto nel 1979). A metà giugno del 1981 il segnale venne spento: fu la fine della radio fatta per divertimento e non per soldi, trasmettendo la musica che piaceva perché la si riteneva di valore e non per imposizioni discografiche; finì anche l’epoca del microfono e del telefono aperto a chiunque, per accontentare il bisogno di comunicare ed esprimersi davanti un pubblico vastissimo. I malati di protagonismo, in realtà, ci sono ancora, ma puntano direttamente al video: ai ragazzi di Gbr bastava la voce e sapevano usarla, eccome.
Tratto da http://www.ilgiornaledireggio.itTnewsreggioI7608Marticoloreggio.htm
Alla fine del 1974, due ragazzi di Guastalla – Mauro Pinto e Fausto Zanichelli – volevano emulare alcuni loro coetanei che, in tutta l’Italia, si davano da fare per far viaggiare la loro voce e la loro musica nell’etere: "Non avevamo soldi, né competenze tecniche – ricorda oggi Zanichelli –. Il trasmettitore lo costruì tale Giorgio Lovo di Fabbrico e si trasmetteva da là, per qualche ora al giorno". L’antipasto era stuzzicante, ma la voglia di crescere aveva bisogno di spazi, risorse e nuove energie.
Pinto e Zanichelli trovarono il tutto a Gualtieri, dopo un incontro con il sindaco Angelo Salomoni che mise a disposizione un locale al piano nobile di Palazzo Bentivoglio (lì aveva sede anche il Comprensorio della Bassa reggiana, in qualche modo legato alla radio) e presentò ai guastallesi due coetanei di Santa Vittoria, Mirko Zatelli (Miki) e Loretta Lanzi (Lolli): da alcuni mesi avevano dato vita a Radio Miki, grazie a un trasmettitore che Zatelli aveva costruito, ma anche a loro non bastava.
I quattro si intesero in fretta: nel giro di poco tempo organizzarono gli spazi con pareti di cartongesso, tappezzarono i muri coi proverbiali cartoni delle uova per togliere il riverbero e la nuova radio era pronta a partire. Nel 1975 (lo stesso anno di RadioRaptus – Radiofreccia, ma è un caso) nasceva a tutti gli effetti Radio Gbr: "Il nome era facile da ricordare - spiega Zanichelli - somigliava molto alle radio americane e ci permetteva di non collocarci territorialmente, come molte emittenti vicine facevano". Il raggio di trasmissione era di una trentina di chilometri, la posizione dell’antenna non permetteva alle onde di superare i rilievi, per cui il segnale arrivava circa fino a Reggio, Parma e Mantova.
L’emittente si dotò di vari collaboratori per coprire il palinsesto giornaliero. Punto di forza indiscusso divenne la musica, con trasmissioni dedicate a vari generi e ben curate, registrazioni di concerti e interviste; non mancavano spazi per la cronaca e lo sport, ma radio Gbr emerse soprattutto per i programmi di intrattenimento e la pubblicità. I rapporti con gli inserzionisti erano curati da Roberto Taddei e le entrate erano di assoluto rilievo, grazie soprattutto agli spot originali ed efficaci interpretati dall’attore Marco Morellini : la radio poteva permettersi di organizzare feste (soprattutto al 501 di Gualtieri, locale partner dell’emittente) e pagare alcuni dischi, le trasferte per i collaboratori e un registratore professionale per le interviste, spesso più efficace di un accredito stampa.
Le spese, tuttavia, crescevano, occorreva investire per competere con le altre radio e la raccolta pubblicitaria, dopo qualche anno, non bastava più. "Chiedemmo un incontro alla Federazione delle Cooperative, che si dimostrò interessata e acquisì la proprietà dell’emittente - ricorda ancora Zanichelli -. Per avere un segnale più nitido e potente montarono un traliccio enorme a Boretto, una spesa impossibile per noi, e andammo avanti ancora qualche anno".
Con il nuovo decennio, la parabola discendente di Gbr era già in atto. Dall’inizio del 1980 la sede della radio era stata trasferita a Guastalla, nell’ex ospedale civile; in tanti avevano smesso di collaborare, per ragioni personali o lavorative, per qualche dissapore o per eventi tragici (Miki era morto nel 1979). A metà giugno del 1981 il segnale venne spento: fu la fine della radio fatta per divertimento e non per soldi, trasmettendo la musica che piaceva perché la si riteneva di valore e non per imposizioni discografiche; finì anche l’epoca del microfono e del telefono aperto a chiunque, per accontentare il bisogno di comunicare ed esprimersi davanti un pubblico vastissimo. I malati di protagonismo, in realtà, ci sono ancora, ma puntano direttamente al video: ai ragazzi di Gbr bastava la voce e sapevano usarla, eccome.
Tratto da http://www.ilgiornaledireggio.itTnewsreggioI7608Marticoloreggio.htm