NEW YORK - La Nasa ha appena certificato che il 2005 è stato l'anno più caldo di sempre, ma l'agenzia spaziale statunitense non vuole che i suoi scienziati vadano in giro a denunciare la gravità dei rischi connessi all'effetto serra e ai cambiamenti climatici. A denunciarlo è John Hansen, 63 anni, direttore del Goddard Institute for Space Studies e membro della Nasa dal 1967. In un'intervista al New York Times il ricercatore ha svelato di essere incappato nella censura dell'agenzia dopo avere fatto una conferenza un mese fa in cui chiedeva immediate riduzioni dei gas che provocano il riscaldamento dell'ambiente. Il quartier generale della Nasa, ha raccontato al giornale Hansen, ha ordinato che ogni sua presa di posizione pubblica - conferenze, studi, interviste, articoli e dichiarazione sul sito del centro - sia d'ora in poi preventivamente revisionata dagli addetti alle pubbliche relazioni dell'agenzia.
Hansen ha annunciato che non si sottometterà a questa censura e continuerà a lanciare l'allarme sui cambiamenti climatici. Cosa che ha subito messo in pratica con una nuova intervista al Washington Post. "Non possiamo andare avanti altri dieci anni in questo modo", ha dichiarato lo scienziato al quotidiano della capitale statunitense. Secondo Hansen, al passo attuale, l'aumento progressivo delle temperature nel prossimo secolo "implicherà cambiamenti per cui avremo davanti un pianeta completamente diverso e sarà troppo tardi per fare qualcosa".
Una tesi, questa, che è condivisa dalla maggior parte dei colleghi: "Il dibattito adesso non è più sul fatto se l'effetto serra esista o meno, ma se il cambiamento stia avanzando così rapidamente che, nello spazio di decenni, per l'umanità non avrà più niente da fare per raddrizzarlo", ha sintetizzato oggi il Washington Post.
Tre eventi specifici hanno messo gli scienziati in particolare allarme: il degrado della barriera corallina che in tre decenni potrebbe danneggiare le risorse ittiche del pianeta; l'aumento del livello del mare entro la fine del secolo che potrebbe prendere decine di migliaia di anni per ritirarsi e, entro 200 anni, la morte della corrente del Golfo che mitiga il clima nell'Europa del Nord.
Non è la prima volta che l'amministrazione Bush, contraria a qualsiasi politica restrittiva volta a frenare l'esapendersi dell'effetto serra, a iniziare dal protocollo di Kyoto, sale alla ribalta per i suoi tentativi di minimizzare e censurare le informazioni scomode. Un paio di anni fa fece scandalo la notizia che la Casa Bianca aveva insabbiato un documento del Pentagono nel quale si affermava che il riscaldamento globale rappresenta per gli Usa e il mondo intero una minaccia molto più grave del terrorismo.
http://www.repubblica.it
Hansen ha annunciato che non si sottometterà a questa censura e continuerà a lanciare l'allarme sui cambiamenti climatici. Cosa che ha subito messo in pratica con una nuova intervista al Washington Post. "Non possiamo andare avanti altri dieci anni in questo modo", ha dichiarato lo scienziato al quotidiano della capitale statunitense. Secondo Hansen, al passo attuale, l'aumento progressivo delle temperature nel prossimo secolo "implicherà cambiamenti per cui avremo davanti un pianeta completamente diverso e sarà troppo tardi per fare qualcosa".
Una tesi, questa, che è condivisa dalla maggior parte dei colleghi: "Il dibattito adesso non è più sul fatto se l'effetto serra esista o meno, ma se il cambiamento stia avanzando così rapidamente che, nello spazio di decenni, per l'umanità non avrà più niente da fare per raddrizzarlo", ha sintetizzato oggi il Washington Post.
Tre eventi specifici hanno messo gli scienziati in particolare allarme: il degrado della barriera corallina che in tre decenni potrebbe danneggiare le risorse ittiche del pianeta; l'aumento del livello del mare entro la fine del secolo che potrebbe prendere decine di migliaia di anni per ritirarsi e, entro 200 anni, la morte della corrente del Golfo che mitiga il clima nell'Europa del Nord.
Non è la prima volta che l'amministrazione Bush, contraria a qualsiasi politica restrittiva volta a frenare l'esapendersi dell'effetto serra, a iniziare dal protocollo di Kyoto, sale alla ribalta per i suoi tentativi di minimizzare e censurare le informazioni scomode. Un paio di anni fa fece scandalo la notizia che la Casa Bianca aveva insabbiato un documento del Pentagono nel quale si affermava che il riscaldamento globale rappresenta per gli Usa e il mondo intero una minaccia molto più grave del terrorismo.
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