Che cosa s’intende per rete (o multiplex) in SFN e rete/multiplex in MFN e quali conseguenze ne possono derivare a livello ricettivo?
MFN (=“Multi Frequency Network”) & SFN (=“Single Frequency Network”) stanno a indicare 2 soluzioni alternative per la creazione di una complessiva rete di trasmissione di un multiplex su un’ampia area di copertura. Col sistema SFN, per la trasmissione di un certo multiplex viene usata un’unica frequenza; mentre col sistema MFN, per la trasmissione di un multiplex possono essere usate 2 o + frequenze. Per ragioni di razionalizzazione, per tutti i mux nazionali (eccetto il mux 1 RAI, che è il mux di “servizio pubblico”) viene adottato il sistema SFN con frequenza unica nazionale. Anche per le tv di livello regionale e locale (eccetto alcuni casi) è assegnata una frequenza unica, ovviamente a livello esclusivamente regionale o sub-areale.
Ora, il sistema MFN garantisce una copertura in pratica capillare grazie ad un uso efficiente dell’insieme di frequenze assegnate al singolo mux.
Il sistema SFN è più complesso; però attraverso una serie di accorgimenti tecnici, è possibile garantire una buona ricezione su vaste aree ed anche, soprattutto, su quelle dove lo stesso mux giunge sulla stessa frequenza da 2 o + postazioni.
Questi accorgimenti (tra cui: contenuto perfettamente identico dei mux in SFN; sincronizzazione delle emissioni dal punto di vista temporale; “Intervallo di Guardia” impostato al valore ottimale di ¼ - si veda punto 6),servono a far sì che i decoder/tv considerino i 2 o + segnali ricevuti non come 2 segnali differenti che s’interferiscono, ma come 2 segnali identici così da eliminare il “contributo” interferenziale potenzialmente distruttivo che altrimenti ne deriverebbe.
Inoltre, questi accorgimenti aiutano anche nel caso in cui in antenna giungano i cosiddetti “echi” di uno stesso segnale, poiché i segnali televisivi che si propagano nell’etere sotto forma di onde elettromagnetiche, durante il loro cammino possono incontrare ostacoli naturali e artificiali che nell’impatto possono generare i fenomeni di “riflessione” o “rifrazione” dello stesso segnale. In entrambi i casi, si determinano “cambiamenti di direzione” nei percorsi compiuti dalle onde, e in certi casi la genesi di segnali “fantasma” che si aggiungono in ricezione al segnale principale. La tecnica SFN consente di tollerare anche questi echi entro un certo margine, purché pure essi rientrino nell’“intervallo di guardia” di cui si parlerà.(Ma in ogni caso, il nodo cruciale sta nella differenza di potenza tra segnale ed eco, cioè il rapporto “segnale/rumore”).
Allora, affinché il sistema SFN si manifesti costruttivo per la nostra ricezione, condizione necessaria è che i 2 o più segnali di uno stesso mux in iso-frequenza siano ricevuti in modo non sfasato oltre l’"intervallo di guardia" temporale. Cioè, il ns. impianto deve ricevere questi 2 (o più) segnali sfasati non oltre l'arco di tempo costituito dall'intervallo di guardia di trasmissione del segnale; se i segnali giungono sfasati oltre questo intervallo, gli apparecchi non saranno in grado di considerare questi segnali come uguali, ma saranno trattati come interferenti e quindi il processo di decodifica ne potrebbe risentire con i problemi di squadrettamento, scoppietti audio o segnale in nero. Ora, quanto maggiore è la distanza da cui proviene l'interferente, tanto più c'è il rischio che questo segnale arrivi al ns. impianto con un ritardo tale da non ricadere nell'intervallo di guardia: in particolare, i segnali provenienti da una distanza oltre i 67 Km circa, diventano critici e potenziali interferenti.
Comunque, conta anche il livello con cui l'interferente giunge in zona in rapporto al livello del segnale utile ricevuto (in pratica quello che si definisce rapporto “segnale/rumore”): chiaramente maggiore è il livello del segnale interferente, e quindi minore è lo scarto rispetto al segnale utile, tanto più c'è il rischio che le cose non funzionino.
Allora, la cosa che bisogna cercare di attuare è fare in modo che il proprio impianto ricevente sia in grado di ricevere i segnali dal sito che tipicamente serve la ns. zona, tentando di attenuare quanto più possibile l'entità dei potenziali segnali interferenti che possono provenire dai siti che tipicamente possono determinare situazioni interferenziali: quindi bisogna cercare di ricevere i segnali da un unico sito (nel caso della provincia di Bari, per le emittenti private, si dovrà optare per Corato o per Cassano, evitando entrambe; oppure nel leccese: Parabita o Martina Franca) utilizzando un'antenna adeguatamente direttiva e/o con adeguato livello del parametro fronte/retro che possa attenuare l'entità dei fenomeni interferenziali: altrimenti, un certo rischio di squadrettamenti fino a perdite di segnale, tipicamente, ma non solo, in periodi di rilevanti fenomeni di propagazione, si potrà pur sempre avere.
P.S.: se poi, consideriamo i mux locali (non di livello regionale) che potranno essere diversi da sito di trasmissione a sito, condividendo una stessa frequenza, non c'è neanche la possibilità di sincronizzazione dei segnali col sistema SFN e quindi i rischi interferenziali saranno ancora maggiori e analoghi a quanto accade già oggi.
Con l'aggravante che se un segnale digitale è interferito da un altro segnale digitale, essendoci 2 flussi digitali che si sovrappongono e che sono entrambi "da interpretare", spesso gli apparecchi non sono in grado di decodificare proprio nulla!
SUGGERIMENTI
E’ importante capire che per una buona ricezione di ogni mux e se si vogliono evitare problemi ricettivi:
a) puntare uno e un solo sito di ricezione, e se proprio si deve ricevere da due postazioni, filtrare i segnali in ingresso per evitare di ricevere gli echi di uno stesso segnale o un’emissione in SFN che però potrebbe non rientrare nell’intervallo di guardia o essere un’emissione non sincronizzata (per problemi di trasmissione o proprio perché trattasi di 2 emissioni differenti);
b) avere sistemi di ricezione in grado di assicurare adeguati valori di margine di protezione, cioè segnali al di sopra di un certo livello rispetto alla “soglia critica minima di ricezione" (cosa che però può essere appurata solo da antennista qualificato con opportuna strumentazione professionale);
c) se si riesce a minimizzare le interferenze co-canale provenienti da uno dei siti, restando quindi solo “in balia” degli "echi naturali", in linea di massima si riuscirà a ricevere bene;
d) tuttavia, un cattivo sistema di distribuzione del segnale può generare problemi in termini di echi di segnale e quindi una revisione e talora ripensamento del complessivo sistema di distribuzione del segnale, potrebbe rivelarsi opportuno (ma anche qui con opportuno intervento professionale).