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Sono le 17,58 del 23 maggio 1992 e allo svincolo per Capaci, sull’autostrada Trapani-Palermo, 500 Kg di tritolo uccidono Giovanni Falcone, la moglie Francesca e tre agenti di polizia. A quattordici anni di distanza da uno degli eventi mafiosi che hanno segnato la recente Storia d'Italia (seguito, a meno di due mesi dopo, dall’uccisione di Paolo Borsellino), SKY Cinema Autore trasmette in prima tv alle ore 21,30 IL FANTASMA DI CORLEONE, il film documentario di Marco Amenta sul boss mafioso Bernardo Provenzano.
Capo supremo di Cosa Nostra, Provenzano ha vissuto in clandestinità per 43 anni fino all’arresto avvenuto martedì 11 aprile in un casolare nel corleonese (Palermo). Fino all’11 aprile nessuno conosceva il suo volto, né la sua voce: era come un fantasma, pur avendo architettato le più rilevanti stragi di mafia degli ultimi vent'anni in Italia.
Il racconto de IL FANTASMA DI CORLEONE è sviluppato come un thriller, passando continuamente dal lato degli inseguitori a quello del fuggiasco e viceversa. Amenta non tralascia di porre anche una nuova riflessione sulla mafia: Provenzano è ricchissimo, per 43 anni ha accumulato ricchezze senza goderne. A cosa sono serviti allora questi anni di crimini e omicidi, se poi sei costretto a vivere isolato, lontano dalla famiglia e dai figli?
A seguire, alle ore 23, andrà in onda LA MAFIA È BIANCA il reportage di Stefano Maria Bianchi e Alberto Nerazzini che racconta i cambiamenti dell’organizzazione criminale sotto la guida di Bernardo Provenzano e ricostruisce in modo minuzioso le indagini che la Procura di Palermo sta conducendo sugli intrecci tra mafia e politica in Sicilia. Un’inchiesta che inizia il 15 gennaio 1993, quando Giancarlo Caselli arriva alla procura che fu di Falcone e Borsellino e Totò Riina viene arrestato. Iniziano a delinearsi i rapporti ’ambigui’ tra cosa nostra e i colletti bianchi siciliani: politici, giornalisti, imprenditori, medici...
Capo supremo di Cosa Nostra, Provenzano ha vissuto in clandestinità per 43 anni fino all’arresto avvenuto martedì 11 aprile in un casolare nel corleonese (Palermo). Fino all’11 aprile nessuno conosceva il suo volto, né la sua voce: era come un fantasma, pur avendo architettato le più rilevanti stragi di mafia degli ultimi vent'anni in Italia.
Il racconto de IL FANTASMA DI CORLEONE è sviluppato come un thriller, passando continuamente dal lato degli inseguitori a quello del fuggiasco e viceversa. Amenta non tralascia di porre anche una nuova riflessione sulla mafia: Provenzano è ricchissimo, per 43 anni ha accumulato ricchezze senza goderne. A cosa sono serviti allora questi anni di crimini e omicidi, se poi sei costretto a vivere isolato, lontano dalla famiglia e dai figli?
A seguire, alle ore 23, andrà in onda LA MAFIA È BIANCA il reportage di Stefano Maria Bianchi e Alberto Nerazzini che racconta i cambiamenti dell’organizzazione criminale sotto la guida di Bernardo Provenzano e ricostruisce in modo minuzioso le indagini che la Procura di Palermo sta conducendo sugli intrecci tra mafia e politica in Sicilia. Un’inchiesta che inizia il 15 gennaio 1993, quando Giancarlo Caselli arriva alla procura che fu di Falcone e Borsellino e Totò Riina viene arrestato. Iniziano a delinearsi i rapporti ’ambigui’ tra cosa nostra e i colletti bianchi siciliani: politici, giornalisti, imprenditori, medici...