Sono davvero derivatori?

elettrodoc

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Amici, leggendo un' altra discussione qui sul forum, mi sono imbattuto sul sito di Fetmultimedia.
Bene, sul sito, ho visto questi derivatori:

http://www.fetmultimedia.com/access...tori-e-derivatori-da-interno/dp2-univ-f-10009

La mia domanda è: sono davvero derivatori con uscite derivate a -6db, o all' interno hanno un circuito dei partitori per avere uscite derivate così basse?

Faccio questa domanda perchè Tuner, un pò di tempo fa, è intervenuto in un' altra discussione, che ora non ricordo quale sia, e mi sembra che aveva detto che avendo uscite così basse, sia quasi partitori.:eusa_think:

Vi porgo i miei saluti
 
Da quello che e scritto sembte di si dall'immagine sembra che ci sia una uscita passante.
 
Vista così, la struttura è quella di un derivatore a due prelievi da -6db con passante da -0.5 db.
Mi sorgono dubbi sulla linearità (poi, se vorrai, ti spiegherò la motivazione), ma ciò è verificabile solo con un misuratore di campo.
 
strano che l'analogo modello ad 1 tap sia a -10dB.
Gli ho mandato una mail... vediamo. Sembra che li producano loro....
 
Vi riporto la risposta ufficiale della FET Multimedia al mio quesito sui derivatori.
Mi sono permesso di inviare (per correttezza) il link a questo thread all'autore della risposta che, se vorra', potra' iscriversi ed intervenire.
Questo il testo:

"Buona sera, il DERIVATORE DP2 ha 2 connettori di "linea passante" e 2 di uscita "derivata". Sulla linea passante l'attenuzione di transito è minima (< di 1dB) l'attenuazione del segnale sulle 2 uscite è pari a circa 6-7dB, mentre la separazione tra le uscite è oltre 18-20dB. Da notare che quest'ultimo valore più è alto e meglio è al fine di avere un'ottima riduzione dei disturbi tra le 2 utenze."

Immagino che quando parla di 2 uscite passanti intenda l'IN e l'OUT.
 
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Ho detto una cosa un po' diversa e si parlava di un altro dispositivo e di un altro produttore. ;) http://www.digital-forum.it/showpost.php?p=2674731&postcount=32
Dissi, a proposito di quell'oggetto, che un accoppiatore direzionale così sovraccoppiato (solo 6dB sulle derivate) non avrebbe comunque molto senso (e ciò vale anche qui), mentre relativamente ai dubbi se fosse effettivamente un derivatore, era a causa di una linea passante attenuata di ben 3dB.


elettrodoc ha scritto:
Amici, leggendo un' altra discussione qui sul forum, mi sono imbattuto sul sito di Fetmultimedia.
Bene, sul sito, ho visto questi derivatori:

http://www.fetmultimedia.com/accessori-vari-per-impianto/partitori-e-derivatori-da-interno/dp2-univ-f-10009

La mia domanda è: sono davvero derivatori con uscite derivate a -6db, o all' interno hanno un circuito dei partitori per avere uscite derivate così basse?

Faccio questa domanda perchè Tuner, un pò di tempo fa, è intervenuto in un' altra discussione, che ora non ricordo quale sia, e mi sembra che aveva detto che avendo uscite così basse, sia quasi partitori.:eusa_think:

Vi porgo i miei saluti
 
Ultima modifica:
Tuner grazie tante, oltre a tutti gli altri amici che hanno risposto, di essere intervenuto pure tu.
La discussione a cui mi riferivo era proprio quella.

Tuner ha scritto:
Dissi, a proposito di quell'oggetto, che un accoppiatore direzionale così sovraccoppiato (solo 6dB sulle derivate) non avrebbe comunque molto senso (e ciò vale anche qui)

Perfavore mi chiarisci, gentilmente, a cosa ti riferisci?

Un' ultima cosa se mi è concessa:

accoppiatore direzionale = derivatore
 
Effettivamente, nonostante l'esemplare spiegazione (come sempre) del nostro Tuner non ho ben capito se alla fine e' un vero e proprio derivatore o una via di mezzo tra un derivatore ed un partitore. La separazione tra le uscite (dichiarata, ovviamente) e' piu' o meno in linea con il piu' noto CD12 (21dB in I e III banda) e inferiore al DE2-10 (sui 25dB) e al CD2-10 (tra i 25 e i 28). I partitori "noti" come il PP2 hanno separazione tra 22 e 25; il PA2 intorno ai 21.
 
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marcogancio ha scritto:
Effettivamente, nonostante l'esemplare spiegazione (come sempre) del nostro Tuner non ho ben capito se alla fine e' un vero e proprio derivatore o una via di mezzo tra un derivatore ed un partitore. La separazione tra le uscite (dichiarata, ovviamente) e' piu' o meno in linea con il piu' noto CD12 (21dB in I e III banda) e inferiore al DE2-10 (sui 25dB) e al CD2-10 (tra i 25 e i 28). I partitori "noti" come il PP2 hanno separazione tra 22 e 25; il PA2 intorno ai 21.

Non ci resta che attendere lumi da Tuner, che sicuramente passerà di qua, o almeno spero.;)
 
Il derivatore è un termine (un po' fuorviante) utilizzato negli impianti di distribuzione per uso TV e definisce nient'altro che un accoppiatore direzionale.
La separazione fra le uscite non è l'unico parametro: c'è anche l'isolamento fra la linea e le singole uscite. Bisogna poi ricordare che le caratteristiche di direttività dell'accoppiatore sono garantite solo se il carico in uscita (della linea passante) corrisponde all'impedenza nominale.
A meno delle perdite, in un partitore, tutta l'energia in ingresso viene trasferita e ripartita sulle uscite. Nel "derivatore", invece, solo una piccola parte del segnale va alle uscite "derivate", mentre la maggior parte "transita" nel dispositivo e prosegue, o in un'altra parte d'impianto, o nel carico di terminazione.
Il vantaggio fondamentale che si ha utilizzando un derivatore al posto di un partitore lo abbiamo quando sulle uscite derivate va solo una piccola frazione di energia, cosicchè, anche se questa (l'uscita terminale) non è terminata od è disadattata, sulla linea passante non si creano onde stazionarie.
Ciò è vero fino a quando il valore di isolamento fra linea ed uscita derivata ha un valore elevato. Ad esempio, un derivatore con 12dB di isolamento garantirà sempre un return loss vicino a 12dB (sulla linea passante) anche qualora una delle uscite derivate fosse aperta (senza carico) oppure in corto circuito. Se il valore di isolamento scende, ad esempio a 6dB, quando il carico sulle uscite derivate fosse un corto od un circuito aperto avremmo un return loss vicino a 6dB, cioè 1:3 (che non andrebbe affatto bene).
Riassumendo, più accoppiamo le uscite derivate alla linea passante, cioè più si riduce l'attenuazione fra ingresso e uscite, più ci avviciniamo alla condizione del partitore, dove l'isolamento e la distribuzione dell'energia sono quelle teoriche soltanto quando i carichi sono tutti resistivi e pari al valore nominale (75 Ohm)
;)
 
Tuner ha scritto:
Il derivatore è un termine (un po' fuorviante) utilizzato negli impianti di distribuzione per uso TV e definisce nient'altro che un accoppiatore direzionale.
La separazione fra le uscite non è l'unico parametro: c'è anche l'isolamento fra la linea e le singole uscite. Bisogna poi ricordare che le caratteristiche di direttività dell'accoppiatore sono garantite solo se il carico in uscita (della linea passante) corrisponde all'impedenza nominale.
A meno delle perdite, in un partitore, tutta l'energia in ingresso viene trasferita e ripartita sulle uscite. Nel "derivatore", invece, solo una piccola parte del segnale va alle uscite "derivate", mentre la maggior parte "transita" nel dispositivo e prosegue, o in un'altra parte d'impianto, o nel carico di terminazione.
Il vantaggio fondamentale che si ha utilizzando un derivatore al posto di un partitore lo abbiamo quando sulle uscite derivate va solo una piccola frazione di energia, cosicchè, anche se questa (l'uscita terminale) non è terminata od è disadattata, sulla linea passante non si creano onde stazionarie.
Ciò è vero fino a quando il valore di isolamento fra linea ed uscita derivata ha un valore elevato. Ad esempio, un derivatore con 12dB di isolamento garantirà sempre un return loss vicino a 12dB (sulla linea passante) anche qualora una delle uscite derivate fosse aperta (senza carico) oppure in corto circuito. Se il valore di isolamento scende, ad esempio a 6dB, quando il carico sulle uscite derivate fosse un corto od un circuito aperto avremmo un return loss vicino a 6dB, cioè 1:3 (che non andrebbe affatto bene).
Riassumendo, più accoppiamo le uscite derivate alla linea passante, cioè più si riduce l'attenuazione fra ingresso e uscite, più ci avviciniamo alla condizione del partitore, dove l'isolamento e la distribuzione dell'energia sono quelle teoriche soltanto quando i carichi sono tutti resistivi e pari al valore nominale (75 Ohm)
;)

Che dire Tuner,

grazie dell' ottima spiegazione :notworthy:
 
Tuner ha scritto:
Il derivatore è un termine (un po' fuorviante) utilizzato negli impianti di distribuzione per uso TV e definisce nient'altro che un accoppiatore direzionale.
La separazione fra le uscite non è l'unico parametro: c'è anche l'isolamento fra la linea e le singole uscite. Bisogna poi ricordare che le caratteristiche di direttività dell'accoppiatore sono garantite solo se il carico in uscita (della linea passante) corrisponde all'impedenza nominale.
A meno delle perdite, in un partitore, tutta l'energia in ingresso viene trasferita e ripartita sulle uscite. Nel "derivatore", invece, solo una piccola parte del segnale va alle uscite "derivate", mentre la maggior parte "transita" nel dispositivo e prosegue, o in un'altra parte d'impianto, o nel carico di terminazione.
Il vantaggio fondamentale che si ha utilizzando un derivatore al posto di un partitore lo abbiamo quando sulle uscite derivate va solo una piccola frazione di energia, cosicchè, anche se questa (l'uscita terminale) non è terminata od è disadattata, sulla linea passante non si creano onde stazionarie.
Ciò è vero fino a quando il valore di isolamento fra linea ed uscita derivata ha un valore elevato. Ad esempio, un derivatore con 12dB di isolamento garantirà sempre un return loss vicino a 12dB (sulla linea passante) anche qualora una delle uscite derivate fosse aperta (senza carico) oppure in corto circuito. Se il valore di isolamento scende, ad esempio a 6dB, quando il carico sulle uscite derivate fosse un corto od un circuito aperto avremmo un return loss vicino a 6dB, cioè 1:3 (che non andrebbe affatto bene).
Riassumendo, più accoppiamo le uscite derivate alla linea passante, cioè più si riduce l'attenuazione fra ingresso e uscite, più ci avviciniamo alla condizione del partitore, dove l'isolamento e la distribuzione dell'energia sono quelle teoriche soltanto quando i carichi sono tutti resistivi e pari al valore nominale (75 Ohm)
;)

Perfetto! Parliamo quindi di un "ibrido" tra quelli che comunemente (e piu' o meno impropriamente) chiamiamo partitori e derivatori.
 
Ultima modifica:
Evidentemente non può essere un vero derivatore, perchè non potrebbe avere una perdita di passaggio così bassa con un prelievo così poco attenuato. Un derivatore appena decente ha un passaggio di -1,5 dB con un prelievo a -18 dB. Con -6dB dovrebbe averne almeno 4,5-5,5 di perdita.

Poi lo capisci anche dalla separazione tra uscite, 18-20 dB sono pochissimi, da partitore e non certo da derivatore. Sicuramente è un semplice partitore con uscite a diversa attenuazione, ne esistono altri a -8-8-4. E continuo ad avere dubbi sul passaggio a -0,5 perchè per ottenere simili valori dovresti saldare assieme i due connettori....
 
elettt ha scritto:
... Sicuramente è un semplice partitore con uscite a diversa attenuazione, ne esistono altri a -8-8-4.

Me li ero quasi scordati... era il tempo dei partitori resistivi, poi li ho persi di vista!
 
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