Stop a "Ballarò" e a "Porta a Porta" e....

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Par condicio: sciopero Usigrai
Ultimo mese prima del voto senza programmi approfondimento
10 febbraio, 14:29

(ANSA) - ROMA, 10 FEB - Sciopero del sindacato dei giornalisti Rai Usigrai dopo l'ok della Commissione di vigilanza al regolamento per la par condicio in tv. In vista delle regionali, salteranno nell'ultimo mese di campagna elettorale Porta a Porta, Ballaro' e Annozero. Nel mirino la norma che estende le regole della comunicazione politica nel mese prima del voto ai programmi di approfondimento, che possono scegliere tra ospitare le tribune politiche o andare in onda in orari e fasce diverse.
 
Palanca ha scritto:
A "Il fatto del Giorno" vengono dei politici in studio.

E quindi anche il programma della Setta viene sospeso ?

Non è che ripetendo sempre la stessa domanda si ottiene sicuramente risposta: proprio perché questa è incerta. Dipende da com'è registrata legalmente quella trasmissione.

@cheguevara
caro cheguevara, ma quale botta di democrazia. Se si presentano in 23 come candidati presidenti, a parità di tempo, non riesci a capire neanche mezza proposta per candidato.
Guardiamo alla Francia, agli Stati Uniti, all'Inghilterra, alla Spagna, alla Germania, a chi ti pare... Lì i confronti sono veri, mica imbavagliati come qui da noi.
 
Partiamo col dire che i confronti in tv , ma anche in radio, sono possibili se sono due, tre o al massimo 4 candidati se di più succede un casino e nessuno riesce a comunicare ciò che intende fare , ma è chiamato spesso a rispondere a domande che riguardano cose che a chi va a votare non interessano.:icon_twisted: :icon_twisted: :icon_twisted:

Quindi se i candidati sono di più per evitare ciò resterebbe una soluzione dare ad ogni candidato un tot di tempo , uguale per tutti, con in studio lui ed i giornalisti che a turno gli fanno le domande , la vecchia Tribuna Politica insomma .:D :lol: :lol: :lol:

Questa sarebbe la vera Par Condicio !!!! :evil5:
 
Caro Alex86, i 23 candidati devono avere tutti la stessa
visibilità, poichè non tutti hanno a disposizione tv, e
giornali...quindi ripeto, o la applichi questa benedetta
par condicio, o la elimini...così com'è serve a ben poco...
la politica è vietata, quindi STOP!!!!
 
VIGILANZA: DAL 28 FEBBRAIO AL 28 MARZO SALTERANNO LE TRASMISSIONI DI APPROFONDIMENTO

Par condicio, conduttori tv in rivolta
Berlusconi: "Basta trasmissioni-pollaio"

Il premier: legge da abolire. Il Pd: decisione da rivedere. Garimberti: «Approfondiremo». Giovedì Cda Rai

MILANO - Michele Santoro parla di «abuso di potere che non ha alcun fondamento legale». Giovanni Floris si scaglia contro «l'ingordigia della politica che si mangia l'editore, l'azienda, i conduttori, i giornalisti, gli ospiti e i telespettatori che pagano il canone». Anche Bruno Vespa, pur sottolineando di aver sempre rispettato la par condicio, definisce «molto grave» l'azzeramento dei programmi informativi prima delle elezioni e si augura che ci possano essere spazi di mediazione. Un mare di polemiche dunque ha sommerso il regolamento sulla par condicio approvato martedì dalla commissione parlamentare di Vigilanza Rai, che stabilisce la sospensione delle trasmissioni di approfondimento nel mese precedente le elezioni regionali, dal 28 febbraio al 28 marzo. Per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la decisione del Parlamento sui talk-show è da rispettare: «Non è una decisione scandalosa di cui doversi preoccupare», anche perché alcune sono «trasmissioni-pollaio. Per una questione di decoro credo sia un bene che le trasmissioni siano diverse, non parlo di quella di Bruno Vespa ma di altre». Per il premier comunque la par condicio è una legge «liberticida e assurda». «Continuo a ritenere - è l'opinione del Cavaliere - che si deve abolire la par condicio reintroducendo quella norma che stabilisce presenze televisive proporzionali ai voti».
«LA DECISIONE VA RICONSIDERATA» - L'opposizione dal canto suo chiede una rapida inversione di rotta. «La decisione della commissione va rapidamente riconsiderata» è l'auspicio del leader del Pd Pier Luigi Bersani, secondo cui «non c'è incompatibilità alcuna tra le trasmissioni di approfondimento giornalistico, che ricadono sotto la responsabilità dei conduttori e il controllo della commissione di Vigilanza, e l'apertura nel palinsesto di finestre elettorali che mettono tutte le forze in parità di condizione». Ancora più critico il responsabile comunicazioni del Partito Democratico, Paolo Gentiloni: «I programmi di informazione non sono i pollai di cui parla Berlusconi, ma uno degli spazi di libero confronto sanciti dalla Costituzione. Cancellare l'autonomia dei programmi di informazione, costringendoli nelle regole della comunicazione politica, non solo contrasta con dieci anni di regolamenti della Vigilanza e di Agcom, ma anche con la sentenza n. 155 del 2002 della Corte Costituzionale».

L'APPELLO A ZAVOLI - Dentro la Rai i consiglieri di opposizione - Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten - hanno rivolto un appello al presidente Sergio Zavoli e all'intera commissione di Vigilanza perché il regolamento venga riformulato in modo da garantire «l'autonomia del servizio pubblico anche in occasione di importanti consultazioni elettorali». Il testo approvato, spiegano, «sopprime per la prima volta tutte le trasmissioni di approfondimento e introduce regole di difficile applicazione anche nei notiziari violando due diritti fondamentali: il diritto dei giornalisti a informare e il diritto dei cittadini a essere informati». Secondo i tre consiglieri è a rischio l'autonomia editoriale della Rai e «le inevitabili variazioni di palinsesto determineranno pesanti conseguenze sull'intera programmazione e quindi sul fronte dei ricavi pubblicitari».

«IMMEDIATO APPROFONDIMENTO» - Dal canto suo il presidente della Rai Paolo Garimberti sottolinea che l'azienda è tenuta al rispetto delle decisioni della commissione, ma che «le novità in materia di comunicazione e informazione politica introdotte dal regolamento presentano aspetti che richiedono un immediato approfondimento». Dunque non si escludono ulteriori sviluppi. Giovedì il Consiglio di amministrazione dell'azienda di viale Mazzini si riunirà «per valutare l'impatto del regolamento sulla linea editoriale delle trasmissioni e più complessivamente sulla gestione aziendale a vari livelli».

CONDUTTORI - Come si diceva, i conduttori dei principali approfondimenti televisivi della Rai sono sul piede di guerra. «Non credo sia il ruolo dei parlamentari quello di disegnare i palinsesti, fare gli inviti per il martedì sera, selezionare gli argomenti da trattare - dice Giovanni Floris (Ballarò) -: i parlamentari hanno compiti ben più alti e importanti. Non è d'altronde compito di un giornalista parlare di argomenti stabiliti a prescindere, con interlocutori decisi da altri». Bruno Vespa (Porta a porta) difende la sua trasmissione: «L'esperienza di quindici anni ci insegna che Porta a porta ha sempre rispettato la par condicio ed è stata guardata al microscopio dentro e fuori le campagne elettorali. Ad altri è stato concesso il diritto di scorreria. Pur con questa premessa trovo molto grave l'azzeramento dei programmi informativi prima delle elezioni e spero che ci possano essere degli spazi di mediazione». Per Michele Santoro (Annozero) la decisione della Vigilanza «è un abuso di potere che non ha alcun fondamento legale».

EMITTENTI PRIVATE - Il regolamento sulla par condicio sarà valido anche per le emittenti private, ma solo nella prima fase della campagna elettorale, dall'11 al 28 febbraio. Lo ha deciso la commissione Servizi e prodotti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Una scelta prudente, legata alla necessità di approfondire alcuni questioni relative alla seconda fase della campagna elettorale. Da prassi, il regolamento che l'Agcom vara per le tv commerciali rispecchia quello che la commissione di San Macuto mette a punto per il servizio pubblico.

Redazione online
10 febbraio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
Il bavaglio è servito... Bisogna sbarazzarsene di questa par condicio...
 
da repubblica.it

Forte malumore dopo la decisione della Vigilanza che "oscura" nell'ultimo mese prima del voto anche le trasmissioni di approfondimento. Bersani: "Decisione da rivedere perché tocca profili di libertà"

Rai, giornalisti e Pd sul piede di guerra
Berlusconi: "Stop a pollai televisivi non è scandaloso"

Vespa: "Questi azzeramenti non mi piacciono". Floris: "Politica ingorda. Non spetta ai parlamentari fare palinsesti"

ROMA - "La decisione di fermare quelli che ormai sono pollai televisivi non è né scandalosa né preoccupante anche perché potrebbero essere sostituite da tribune politiche". Silvio Berlusconi commenta così la delibera di ieri della Commissione di Vigilanza Rai che di fatto "oscura" nell'ultimo mese prima del voto anche le trasmissioni di approfondimento, come Ballarò, Porta a Porta, Annozero, che non potranno andare in onda oppure dovranno trasformarsi in tribune elettorali regolamentate. Il premier quindi entra a suo modo nel dibattito che ha visto il Pd ed i giornalisti sul piede di guerra per tutta la giornata.

Duro era stato Pierluigi Bersani. "Una decisione da rivedere perché tocca profili di libertà. La preoccupazione del centrodestra è quella di chi vuole ovattare la realtà e nascondere i problemi", argomenta Bersani. Per il leader del Pd non c'è "incompatibilità alcuna tra trasmissioni di approfondimento giornalistico affidate alla responsabilità dei conduttori e all'osservazione della Vigilanza e l'apertura nel palinsesto di finestre elettorali che mettano tutte le forze in parità di condizioni. Con questa impostazione la decisione della Vigilanza va rapidamente riconsiderata".

Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, annuncia che "domani il consiglio di amministrazione discuterà del tema, di cui è già stato investito il direttore generale, per valutare l'impatto del regolamento sulla linea editoriale delle trasmissioni e più complessivamente sulla gestione aziendale a vari livelli".

Ma anche tra i giornalisti il malumore è forte. "A me questi azzeramenti non piacciono e comunque il programma 'Porta a Porta' ha rispettato più la par condicio di altri", dice Bruno Vespa. Il conduttore ha annunciato l'intenzione di fare una comunicazione scritta per spiegare la sua posizone in merito alle restrizioni sui talk-show. "Siamo davanti all'ingordigia della politica che si mangia l'editore, l'azienda, i conduttori, i giornalisti e anche gli ospiti. Oltre, naturalmente, ai telespettatori che pagano il canone". E' il commento di Giovanni Floris. "Esistono i programmi appositi - argomenta il conduttore di Ballarò - che assicurano spazi alle parti politiche, ma queste ultime vogliono di più e pretendono di occupare trasmissioni di successo sperando che il pubblico resti incollato alla fascia oraria, a prescindere da quello che va in onda. Non credo sia il ruolo dei parlamentari quello di disegnare i palinsesti, fare gli inviti per il martedì sera, selezionare gli argomenti da trattare: i parlamentari hanno compiti ben più alti e importanti. Non è d'altronde compito di un giornalista parlare di argomenti stabiliti a prescindere, con interlocutori decisi da altri. Non credo infine sia l'aspirazione del pubblico Rai quella di scoprire (al posto della trasmissione che ama) un susseguirsi di dichiarazioni di candidati alle Regionali".

"L'informazione come la libera manifestazione del pensiero è un diritto fondamentale del cittadino garantito dalla Costituzione. Pretendere di oscurare i talk show della Rai perchè non si riesce a trovare un modo per regolamentarli in periodo di campagna elettorale è un atto grave verso il servizio pubblico e i suoi utenti", afferma un ordine del giorno approvato per acclamazione dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, riunito oggi in Roma.

"La Rai", fa sapere Garimberti in una nota, "è sempre tenuta al rispetto delle decisioni della Commissione parlamentare di vigilanza. Le novità in materia di comunicazione e informazione politica introdotte dal regolamento approvato ieri dalla Commissione presentano aspetti che richiedono un immediato approfondimento". Per questo motivo, spiega, "domani il consiglio di amministrazione discuterà del tema, di cui è già stato investito il direttore generale, per valutare l'impatto del regolamento sulla linea editoriale delle trasmissioni e più complessivamente sulla gestione aziendale a vari livelli".

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(10 febbraio 2010)
 
VIGILANZA: DAL 28 FEBBRAIO AL 28 MARZO SALTERANNO LE TRASMISSIONI DI APPROFONDIMENTO

Par condicio, conduttori tv in rivolta
Berlusconi: "Basta trasmissioni-pollaio"

Il premier: legge da abolire. Il Pd: decisione da rivedere. Garimberti: «Approfondiremo». Giovedì Cda Rai
 
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cheguevara63 ha scritto:
quindi ripeto, o la applichi questa benedetta
par condicio, o la elimini...così com'è serve a ben poco...
E che non lo sai che lo sostengo anche io da sempre? E' stata pensata in malomodo come legge bavaglio all'opposto. Chi di spada ferisce, di spada perisce. Così la si applica appieno. I tempi saranno cronometrati nelle tribune elettorali, mentre nei vari programmi Porta a Porta, Ballarò, etc. è più difficile essere precisi, anche perché come lo cronometri il tempo di una zuffa verbale?
 
Rai: Zavoli convoca ufficio presidenza Vigilanza alle 16
11-02-2010 - 14:12


Roma, 11 feb. (Adnkronos) - Sergio Zavoli ha convocato l'Ufficio di presidenza della Vigilanza Rai per le 16. Il presidente della bicamerale, dopo i contatti avviati gia' ieri con i vertici Rai e l'Agcom, fara' il punto sul tentativo di trovare una soluzione alla vicenda del regolamento per la par condicio approvato dalla Vigilanza che ha scatenato le polemiche. Stamattina Zavoli e' stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.



Poco fa la Setta ha detto che anche la trasmissione "Il fatto del Giorno" potrebbe saltare....
 
Quindi abbiamo scoperto che Il fatto del giorno è registrato come programma d'approfondimento informativo.
 
11-02-10
RAI/PAR CONDICIO: ZAVOLI, PASSATI DA SCONTRO A CONFRONTO

(ASCA) - Roma, 11 feb - ''Siamo passati dallo scontro al confronto. E' un primo passo. Dobbiamo farne altri.

L'importante, per ora, e' aver creato un clima di dialogo. E' pero' d'obbligo la prudenza''. Lo ha detto in una nota il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, al termine dell'audizione informale all'Ufficio di presidenza del Presidente dell'AgCom, Corrado Calabro', del Presidente della Rai, Paolo Garimberti e dl direttore generale, Mauro Masi.

luq/mcc/bra
 
Il presidente dell'azienda a palazzo San Macuto. "Mandato unanime dal cda di rappresentare le critiche al regolamento
sulla gestione dei palinsesti, che dovrebbero essere rivisti, di ordine economico e relativi all'autonomia giornalistica"

Rai e par condicio, Garimberti alla Vigilanza
"Assumetevi le responsabilità del caso

Poi incontro con i conduttori tv. "Giusto dare un segnale di attenzione nei confronti delle loro istanze"

ROMA - "Sono deluso". Non nasconde il suo giudizio negativo per il regolamento sulla par condicio approvato dalla commissione di Vigilanza, il presidente della Rai Paolo Garimberti, al suo arrivando a palazzo San Macuto per l'incontro con l'Ufficio di presidenza. "Ho avuto mandato unanime dal cda di rappresentare alla commissione le critiche al regolamento, che sono di ordine giuridico, con profili di contrasto con la legge sulla par condicio, che riguardano la gestione dei palinsesti, che dovrebbero essere rivisti, e che sono di ordine economico e anche relativi all'autonomia giornalistica", ha spiegato il presidente della Rai.

Garimberti ha anche evidenziato dubbi "nei confronti del pubblico che non può vedere solamente tribune". Ma quel che sta particolarmente a cuore al presidente della Rai è di sottolineare le responsabilità in questa vicenda: "Una cosa è chiara, non si può pensare che gli effetti del regolamento possano essere attenuati dalla sua interpretazione. La Rai applicherà letteralmente le norme della Vigilanza, che si deve assumere le sue responsabilità. Io non faccio mediazioni o contrattazioni".

Sono molteplici, ha spiegato Garimberti, le criticità del regolamento sulla par condicio così come approvato dalla Vigilanza: "Innanzitutto ci sono problemi di ordine giuridico: secondo il nostro ufficio legale, potrebbero esserci profili di contrasto con la legge 28/2000, ribaditi anche da una sentenza della Corte Costituzionale del 2002". La legge sulla par condicio, infatti, distingue nettamente comunicazione politica e informazione, laddove invece il regolamento prevede che nell'ultima fase della campagna elettorale l'informazione si adegui ai meccanismi della comunicazione politica.

"Le criticità, poi - ha aggiunto Garimberti - riguardano la Rai, in termini di gestione dei palinsesti, che devono essere completamente rivisti; di danni economici, che non abbiamo quantificato ma sono sicuramente notevoli; di autonomia del lavoro giornalistico, che vogliamo difendere perchè riteniamo che i conduttori siano responsabili e in grado di assicurare l'equilibrio nelle loro trasmissioni, anche in momenti delicati come le vigilie elettorali. E non dimentichiamo il rispetto nei confronti del pubblico, che ha diritto a non vedere solo tribune".

Il presidente Rai ha anche ribadito una posizione già espressa ieri sera nel suo incontro con Il presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli: "Non si può pensare che gli effetti di un simile regolamento possano essere attenuati da interpretazioni delle norme fatte dalla Rai. L'azienda applicherà letteralmente le norme della Vigilanza, è la Vigilanza che deve decidere se vanno bene o no. Sono profondamente deluso da questa normativa e dunque sarà tanto più assoluta e totale la rigidità nell'applicarla".

Garimberti, tra l'altro, ha anche annunciato che dopo l'incontro con i vertici della Vigilanza Rai vedrà i conduttori della tv pubblica scesi ieri sul piede di guerra contro il regolamento sulla par condicio che obbliga i programmi di approfondimento, nell'ultimo mese di campagna elettorale, a fare spazio alle tribune politiche. "Vedrò i conduttori dopo questa riunione - ha spiegato Garimberti - perché è giusto che l'azienda dia un segnale di attenzione nei confronti delle loro istanze. Ieri - ha sottolineato il presidente della Rai - sono stato accusato di passività, ma in realtà avevo bisogno di rendermi conto della situazione e di confrontarmi con il cda. Dunque ho avuto un atteggiamento prudente, anche a tutela dell'azienda e degli stessi conduttori. Oggi, con il mandato pieno ottenuto dal cda, è ovvio che mi muoverò. Ma respingo al mittente - ha ribadito - le accuse di passività".

(11 febbraio 2010)
 
Santoro ha appena detto che sono tutti uniti contro la cancellazione...
Il provvedimento tocca anche il programma di Paragone e anche presa diretta... Cmq nessuno in europa ha definito gli approfondimenti italiani come pollai...(tutti i programmi di informazione tranne i tg)
Questo è un provvedimento degno di una democrazia...
 
Ultima modifica:
ANNOZERO DEDICATA ALLO STOP FORZATO DECISO DALLA COMMISSIONE DI VIGILANZA

Santoro: «Ci batteremo per andare in onda»

«Se la scelta venisse confermata vi prego di guardare la tv e di vedere cosa andrà in onda al posto nostro»


ROMA - «Dico subito che ci batteremo per andare in onda con tutte le nostre forze»: è stata questa l'assicurazione che Michele Santoro ha dato al pubblico di Annozero riguardo alla possibilità di uno stop forzato in seguito al regolamento sulla par condicio approvato dalla commissione di Vigilanza. «Ma - dice ancora Santoro aprendo la puntata dedicata proprio alla par condicio e all'ingerenza dei partiti nella vita pubblica - se le cose dovessero restare come sono, se cioè la commissione di Vigilanza dovesse confermare le sue decisioni, se Annozero, Ballarò, in 1/2 ora e perfino il povero Paragone fossero costretti a non andare in onda, allora io vi prego di guardare la tv e di vedere cosa andrà in onda al posto nostro così potrete farvi un'idea precisa di quello che intendono i partiti per buona televisione».
VESPA NEL MIRINO - «Nell'attesa di cotanta tv - prosegue il conduttore - vi voglio dare un piccolo assaggio di questa televisione del futuro. Cioè di quando finalmente il giornalismo purgato delle sue imperfezioni, delle sue parzialità, delle sue faziosità metterà il potente alla sbarra ma con eleganza e lo costringerà finalmente a dichiarare....». E a questo punto Santoro ha proposto alcune affermazioni di Berlusconi fatte alla presentazione del libro di Bruno Vespa riguardo al suo impegno di padre e nonno profuso soprattutto nei week-end. «E quando finalmente - chiosa Santoro - il potente sentirà sulla sua faccia l'alito leggero del giornalista, la sua funzione di cane da guardia, quando non potrà più sfuggire alle sue domande, arriverà la domanda delle cento pistole, quello che lo inchioda, che lo costringe quasi a confessare». E viene mandato in onda un altro spezzone della stessa presentazione quando lo stesso Vespa chiede al premier: «Che rapporto ha con San Valentino?». (Fonte Ansa)


11 febbraio 2010
 
Solo in Italia c'è la "parcondicio" che è un obrobrio giuridico per le competizioni bipolari

Tali leggi di attribuzione dei tempi dovrebbero, per lo meno, essere coerenti con le leggi elettorali. Cosa che invece non è...
 
Bavaglio elettorale, Zavoli trova una mediazione: alla Rai si sperimenta
Il regolamento sulla par condicio per ora non si tocca. Palinsesto: 7 giorni di prova.

Michela Rossetti
Ballarò, Porta a Porta, Annozero e anche Chi l'ha visto? e tutte le altre trasmissioni cadute sulla mannaia pre-elettorale dell'azione congiunta tra l'Agcom e la Commisisone di viglianza sulla Rai (che sono molte di più di quelle finora apparse sui media) per ora non si toccano.
Almeno per una settimana, come ha proposto ieri il presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, dopo un incontro con i vertici della Rai e dell'Agcom.

Uno stop per verificare che succede

Chi sperava in un cambiamento del nuovo - e contestatissimo - regolamento sulla par condicio resterà deluso. Ma chi temeva che andasse immediatamente in vigore può, almeno per il momento, rasserenarsi.
Ieri la riunione dell'ufficio di presidenza della Vigilanza, alla quale hanno partecipato il presidente e il direttore generale di Viale Mazzini, Paolo Garimberti e Mauro Masi, oltre al presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Corrado Calabrò, si è conclusa con un'ipotesi si "sperimentazione".

Un palinsesto simulato da Viale Mazzini

Viale Mazzini preparerà per la commissione di Vigilanza Rai un palinsesto simulato, applicando il nuovo regolamento sulla par condicio alla lettera.
E ogni decisione è rimandata a dopo “la prova”. L'ufficio di presidenza della Vigilanza si riunirà di nuovo probabilmente martedì prossimo, per valutare - in base alla simulazione della Rai - l'impatto del regolamento e quindi ipotizzare una soluzione che possa essere accettabile per i telespettatori (che non sono dei minorenni bisognosi di tutela, per di più solo sul versante della tv pubblica) e per l'informazione.
Ma sembrano escluse, al momento, ipotesi di modifica del testo: se il Pd e l'Udc evidenziano gli effetti negativi dell'applicazione delle norme, il Pdl chiude infatti alla possibilità di cambiare il regolamento, sottolineando come sia piuttosto da riformare la legge sulla par condicio.
Da “Report” a “Chi l’ha visto” 21 le trasmissioni coinvolte

I vertici Rai hanno fornito ieri un elenco di 21 trasmissioni coinvolte: dai più celebri approfondimenti come “Porta a porta” e “Ballarò” fino a “Chi l'ha visto” e “Report”, passando per “Cominciamo bene” e “La storia siamo noi”.
Ma il bavaglio nel nuovo regolamento è previsto anche le trasmissioni radiofoniche come “Un giorno da pecora”, e "Radio3 Mondo"

Gariberti conferma le critiche: a rischio la raccolta pubblicitaria

Nel corso della riunione, Garimberti ha confermato le sue critiche al regolamento, paventando per l'azienda conseguenze negative anche per la raccolta pubblicitaria.

L’Agcom si occuperà poi delle tv private

Da parte sua, il presidente dell'Agcom Calabrò avrebbe spiegato di attendere l'orientamento della Vigilanza, ricordando che tuttavia entro il 28 febbraio, quando scatta l'ultimo mese di campagna elettorale, l'Autorità dovrà varare la seconda parte del regolamento di sua competenza, relativo all'emittenza privata.

Morri (Pd): "Cornuti e mazziati"

“Sarebbe curioso - ha commentato il capogruppo del Pd Fabrizio Morri - che si danneggi la Rai assicurando un trattamento diverso a Mediaset: saremmo così cornuti e mazziati”.
 
Stato
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