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DA TCGOM
Brescia, strage in una villetta
Sgozzati padre, madre e figlio
Nuova strage in una villetta alla periferia di Brescia, a Urago Mella. Un'intera famiglia è stata massacrata: uccisi padre, madre e figlio. L'uomo è morto dopo essere stato trovato in condizioni disperate. Tutti e tre sono stati sgozzati. Qualcuno avrebbe visto alle prime luci dell'alba alcuni uomini, apparentemente stranieri, suonare al campanello della villetta. Sul posto polizia e carabinieri.
Vittima della strage è la famiglia Cottarelli-Topar, che abitava in un quartiere residenziale nella zona ovest di Brescia. La madre, 41 anni, e il figlio, 17 anni, sono stati trovati morti mentre il padre, Angelo Cottarelli, era agonizzante ed è spirato in ospedale poco dopo. A scoprire la carneficina sono stati, poco prima di mezzogiorno, una vicina e il socio del capofamiglia, proprietario dell'immobiliare Nuvolera Srl, società con interessi in diversi locali notturni. I due sono considerati testimoni-chiave nel risolvere il caso.
E' intorno alle oscure attività del capofamiglia che ruotano le indagini. Cottarelli era finito nel mirino dei Ros nel novembre 2004, per un'indagine della Procura di Potenza su un traffico di donne dell'Est. Tutto si concluse con il proscioglimento, perché non furono trovati gravi indizi di colpevolezza, ma gli inquirenti al momento non escludono un regolamento di conti. E' stata per il momento accantonata l'ipotesi della rapina, perché dalla casa non sono stati sottratti valori.
Secondo il prefetto di Brescia, Francesco Paolo Tronca, il triplice delitto potrebbe essere maturato nell'ambito "della criminalità organizzata". "Non c'è nessun riscontro - ha aggiunto - che porti, come individuazione di responsabilità, al mondo dell'immigrazione". Posizione condivisa anche dal questore Gaetano Chiusolo, che ha indicato le molteplici attività di Cottarelli come possibile movente.
Da Roma sono già partiti verso Brescia gli uomini della Ert. Gli Esperti ricerca tracce, che fanno capo al gruppo della Direzione centrale anticrimine della polizia, si occupano delle indagini nei reati più gravi e feroci.
Brescia, strage in una villetta
Sgozzati padre, madre e figlio
Nuova strage in una villetta alla periferia di Brescia, a Urago Mella. Un'intera famiglia è stata massacrata: uccisi padre, madre e figlio. L'uomo è morto dopo essere stato trovato in condizioni disperate. Tutti e tre sono stati sgozzati. Qualcuno avrebbe visto alle prime luci dell'alba alcuni uomini, apparentemente stranieri, suonare al campanello della villetta. Sul posto polizia e carabinieri.
Vittima della strage è la famiglia Cottarelli-Topar, che abitava in un quartiere residenziale nella zona ovest di Brescia. La madre, 41 anni, e il figlio, 17 anni, sono stati trovati morti mentre il padre, Angelo Cottarelli, era agonizzante ed è spirato in ospedale poco dopo. A scoprire la carneficina sono stati, poco prima di mezzogiorno, una vicina e il socio del capofamiglia, proprietario dell'immobiliare Nuvolera Srl, società con interessi in diversi locali notturni. I due sono considerati testimoni-chiave nel risolvere il caso.
E' intorno alle oscure attività del capofamiglia che ruotano le indagini. Cottarelli era finito nel mirino dei Ros nel novembre 2004, per un'indagine della Procura di Potenza su un traffico di donne dell'Est. Tutto si concluse con il proscioglimento, perché non furono trovati gravi indizi di colpevolezza, ma gli inquirenti al momento non escludono un regolamento di conti. E' stata per il momento accantonata l'ipotesi della rapina, perché dalla casa non sono stati sottratti valori.
Secondo il prefetto di Brescia, Francesco Paolo Tronca, il triplice delitto potrebbe essere maturato nell'ambito "della criminalità organizzata". "Non c'è nessun riscontro - ha aggiunto - che porti, come individuazione di responsabilità, al mondo dell'immigrazione". Posizione condivisa anche dal questore Gaetano Chiusolo, che ha indicato le molteplici attività di Cottarelli come possibile movente.
Da Roma sono già partiti verso Brescia gli uomini della Ert. Gli Esperti ricerca tracce, che fanno capo al gruppo della Direzione centrale anticrimine della polizia, si occupano delle indagini nei reati più gravi e feroci.