Qua non c'è niente da discutere, è evidente che Fognini e Cecchinato si trovano a loro agio con la terra e la temperatura mite... anch'io farei la stessa scelta, stare in Sudamerica a godermi il caldo anzichè il freddo di Rotterdam.
Il mio pensiero su Fognini l’ho espresso diverse volte; invece di andare nei tornei settimanali più importanti a cercare di prendere punti e confrontandosi con i più forti, fa come i comprimari che cercano punti contro i più deboli e su superfici che col periodo non c’entrano una mazza.
Ora siamo sul duro, a marzo ci sono Indian Wells e Miami, due tornei mille. Andare in Argentina sulla terra adesso che diavolo serve?