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Truman Capote - A sangue freddo

gahan

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Come il geniale Truman Capote scrisse il suo ultimo, faticosissimo romanzo. Un film elegantemente plumbeo, totalmente incentrato su una straordinaria interpretazione di Philip Seymour Hoffman, che incarna il difficile personaggio in un modo intensissimo e pienamente sfaccettato, e su una sceneggiatura che lo appoggia efficacemente nell'andare all'osso. Anche qui, è un peccato non aver potuto vedere la versione originale: per quella dovremo aspettare il dvd. Ora sono davvero indeciso su chi fare il tifo il 5 Marzo: Strathairn è fenomenale e se lo meriterebbe anche come persona, ma è dura dire no a questo Capote...

Voto: ****
 
Ultima modifica:
gahan ha scritto:
è un peccato non aver potuto vedere la versione originale: per quella dovremo aspettare il dvd.
anch'io ho letto critiche di questo tipo, che sconsigliavano la versione italiana perchè perde gran parte dell'interpretazione del protagonista, e quindi del valore del film. Aspetterò il dvd... o il passaggio su Sky (sì, buonasera, chissà in che formato passerà poi... :rolleyes:)
 
Francamente non ho trovato il doppiaggio affatto disturbante: di certo l'originale sarà un'altra cosa (lo è sempre), ma non disdegnerei per questo la visione al cinema.
 
Nel frattempo, aspettando il dvd, mi permetto di consigliare la lettura di A sangue freddo, il testo di Capote che ricostruisce il celebre caso di cronaca nera come se fosse un giallo appassionante, unendo capacità di grande giornalista e di grande scrittore... davvero notevole.
 
Il mimetismo Hoffmann/Capote è in effetti sorprendente, soprattutto la voce - davvero incredibile. Che poi siano queste le performances che fanno davvero "grande" un attore - è tutto da vedere. Di sicuro è ben noto che piacciono all'Academy, la quale infatti puntualmente, stimolata nei punti giusti, ha reagito come dovere.
Resta comunque, innegabile, una grande prova di camaleontismo.

Il film ha un bell'inizio, soprattutto nel calarsi del raffinato e moralmente ambiguo (e non mi riferisco all'aspetto sessuale) Capote nella solida, rurale, diversissima realtà del Kansas.
Poi nella seconda parte la regia si annulla in una sequenza di quadri slegati e piuttosto piatti, un andirivieni da e verso la cella di Perry che mi sembra risolto in modo che ha molto più del banale che dell'essenziale.
Altro problema di questo film è che il racconto definitivo di questa storia è già stato fatto, ed è quel capolavoro poco conosciuto del grande (e poco conosciuto) Richard Brooks, In cold blood - A sangue freddo (****).
Anche se i film sono abbastanza diversi (il film di Brooks, sceneggiato con la collaborazione di Capote, non si focalizza sul personaggio di Capote), un confronto è abbastanza inevitabile: e basta vedere i primi 55 secondi del film di Brooks per vedere la diversità delle intelligenze registiche al lavoro.
Ed il cameo di Charles McGraw, nei panni del padre di Perry, in tre minuti si mangia tutto il film di Miller.

**
 
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