Ci sono degli aggiornamenti....finalmente sembra che ci sia stata un'interpellanza parlamentare "seria" con domande che vanno subito al "sodo" della questione....speriamo cmq in bene.
Dal sito
www.inforadio.ch
A seguito delle perplessità espresse dal sito Daxmedia.net, in merito alla risposta fornita dal Consiglio di Stato ticinese sulla TSI in Italia, il deputato leghista in Gran Consiglio, Lorenzo Quadri, è tornato alla carica. Quattro gli interrogativi sottoposti all'esecutivo ticinese, questo il più importante: nel caso risultasse confermato che, come scrive DaxMedia, “Senza il 36 Milano non avrà più nessuna Televisione Svizzera da sintonizzare”; è intenzione del CdS attivarsi affinché il canale 36 venga mantenuto? Inforadio.ch pubblica integralmente il testo.
Seppur senza ulteriori particolari, il Corriere del Ticino di mercoledì 3 maggio ha sostenuto che il tema "TSI in Lombardia" è stato affrontato anche durante l'ultimo incontro tra il Consiglio del Pubblico e il presidente della CORSI Claudio Generali. La RTSI avrebbe mostrato una certo preoccupazione.
Intanto la maggioranza dei partecipanti al nostro sondaggio si schiera dalla parte di Daxmedia.
Di seguito ecco il testo dell'interrogazione di Lorenzo Quadri.
INTERROGAZIONE
Segnale TSI in Italia: siamo proprio sicuri che sarà ancora garantito dopo lo spegnimento definitivo del segnale analogico?
Egregio Signor Presidente del Consiglio di Stato,
Gentili Signore Consigliere di Stato,
Egregi Signori Consiglieri di Stato,
L’area lombarda, Milano in primis, è un importante bacino d’utenza per la nostra radiotelevisione di Stato.
Importante sia nell’ottica della tanto decantata collaborazione “insubrica” – pensiamo ad esempio alla promozione turistica del nostro Cantone in Piemonte e Lombardia - ma anche dal punto di vista numerico ed occupazionale.
Forte di questo ulteriore bacino d’utenza, la RTSI può opporsi con maggior peso a quelle probabili decurtazioni delle risorse, da parte della SSR, contro le quali altrimenti sarebbe più difficile addurre argomenti solidi.
La RTSI è attualmente, con oltre mille posti di lavoro, un datore di lavoro di primaria importanza: non solo dal punto di vista puramente numerico, ma anche da quello qualitativo, mettendo a disposizione impieghi qualificati e ben remunerati.
La RTSI si mantiene nelle dimensioni attuali grazie alla quota-parte di canone radioTV. Senza il giustificativo del bacino costituito dall’utenza lombarda, risulterà assai più difficile mantenere le risorse attuali a fronte di prevedibili attacchi in arrivo da Oltregottardo.
Nella sua risposta all’interrogazione 22.06, il CdS assicura che il pubblico lombardo potrà ancora seguire i programmi TSI, a condizione che si doti anch’esso di un decodificatore, del costo di 150-250 Fr, come quello di cui, a partire dal prossimo 24 luglio, necessiteranno gli utenti “nazionali” che ricevono i canali SSR tramite una semplice antenna.
Non è comunque garantito che il pubblico della Vicina Penisola sarà disposto ad effettuare l’investimento; i telespettatori italiani che non lo faranno andranno comunque “persi”, con le conseguenze negative di cui sopra. La TSI dovrebbe impegnarsi per accrescere la propria penetrazione in Lombardia e Piemonte e non certo per diminuirla.
Ma soprattutto, il sito DaxMedia (
www.daxmedia.net, vedi comunicato allegato) denuncia che, contrariamente a quanto asserito nella risposta all’interrogazione citata, in caso di spegnimento del canale 36 di Castel San Pietro, il segnale TSI in Lombardia e Piemonte andrebbe di fatto perso, essendo “i canali 39 e 57, sui quali è attualmente veicolato nel Canton Ticino il bouquet numerico Srg Ssr (…) già ufficialmente occupati da editori italiani (…). Insomma, a meno di un vero e proprio miracolo, in Italia su questi due canali non ci sarà mai molto spazio per il segnale elvetico. Solo il 36, opportunamente digitalizzato, può garantire la sicura continuità della ricezione di Tsi a Milano e in Lombardia dopo il 24 luglio. Senza il 36 Milano non avrà più nessuna Televisione Svizzera da sintonizzare”.
Il problema sollevato da DaxMedia è di grande rilievo e necessita di essere chiarito.
Chiedo pertanto al lodevole Consiglio di Stato:
1) E’ sicuro il CdS che dopo lo spegnimento del canale 36 di Castel San Pietro il segnale RTSI continuerà ad essere fruibile dai telespettatori della vicina Penisola? Qual è la posizione del CdS sul comunicato allegato di DaxMedia?
2) Nel caso risultasse confermato che, come scrive DaxMedia, “Senza il 36 Milano non avrà più nessuna Televisione Svizzera da sintonizzare”; è intenzione del CdS attivarsi affinché il canale 36 venga mantenuto?
3) Non ritiene il CdS che sia nell’interesse economico di tutto il Cantone che la TSI mantenga e sviluppi, e non certo danneggi, la propria espansione in Lombardia – questo sia per ragioni occupazionali (la RTSI è uno dei principali datori di lavoro cantonali, e per di più fornitrice di impieghi pregiati) che di collaborazione insubrica (pensiamo ad esempio alla promozione turistica del nostro Cantone Oltreconfine)?
4) E’ intenzione del CdS promuovere una conservazione integrale, e se possibile un’espansione, del segnale TSI in Lombardia e Piemonte, per quanto nelle sue possibilità e competenze?
Lorenzo Quadri