SKY ITALIA arriva questo nuovo canale
Da dagospia, news di oggi :
fra qualche settimana, Al Gore, ex vicepresidente degli Stati Uniti, paladino nella crociata per la salvaguardia della Terra e per questo recentemente insignito con il premio Nobel e con l’Oscar per il documentario “Una scomoda verità”, sarà in Italia per lanciare la sua «Current Tv» sul bouquet Sky. Saremo infatti il primo Paese non di lingua inglese, spiegano a Sky Italia, a ricevere il segnale di Current, fondata nel 2005 da Gore insieme all’amico Joel Hyatt.
«Attenzione, però - mettono in guardia i responsabili del network, negli uffici ricavati in un ex magazzino di caffè alle spalle dello stadio del baseball di San Francisco -: Current non è una tv creata per diffondere le idee ambientaliste di Gore. Addirittura, lui non apparirà mai in video perché le telecamere sono a disposizione del pubblico e per il pubblico, il punto cardine della programmazione».
Immaginate un network che funziona come «You Tube», con la differenza fondamentale di una coscienza sociale e uno staff creativo che non si limita a mandare in onda i videoclip inviati dalla gente ma ne accompagna la realizzazione migliorandone la qualità. Per buona parte delle 24 ore di programmazione, ciò che va in onda su Current è prodotto dai telespettatori. Videofilmati realizzati con telecamere amatoriali, telefonini o macchine fotografiche digitali sono trasmessi secondo un ordine preciso, grazie a una redazione interna al Network e ai voti del popolo di Internet. L’interazione fra la Rete e la tv è infatti totale.
La gente manda il suo clip, che può riguardare argomenti di denuncia sociale (per esempio un filmato sull’immondizia a Napoli con scene mai viste prima in tv), ma anche spettacolo, arte, sport, divertimento. Una redazione di 25 persone visiona i vari clip, che qui chiamano «VC2», sceglie i migliori e li mette sul sito, entrando in una specie di grande juke-box. Gli internauti possono vedere questi filmati e votarli a seconda del loro gusto. Quando il video ha raggiunto un certo numero di voti, passa di diritto in tv.
«Noi diciamo: il piccolo diventa grande - spiega David Neuman, direttore dei programmi -. I contenuti creati dai telespettatori occupano un terzo della programmazione. Gli altri programmi si chiamano "Pods" e sono dedicati agli argomenti più disparati. Attualità, politica, costume. Nel caso dell’Italia ci sarà anche la moda, non le sfilate ma la street-fashion, quella che i ragazzi si creano da soli, diventando poi ispirazione dei più grandi stilisti».
I videoamatori che passeranno l’esame del voto e della redazione di Current non si godranno solo la soddisfazione di vedere il loro prodotto in tv ma saranno pagati. «Proprio così - sottolinea il capo delle operazione del canale, Mark Goldman -: a chiunque ci mandi un filmato interessante in America diamo dai 200 ai mille dollari. Per l’Italia, dove stiamo creando il nostro staff, pensiamo a una cifra che vada dai 200 agli 800 euro».
I programmi hanno nomi come Vanguard & citizen Current, Google’s Current (in collaborazione con il famoso motore di ricerca), Originals e la divertente striscia a cartoni animati Supernews che fa satira, spesso pesante, sul mondo della politica Usa e in futuro anche su quella italiana. «Siamo una tv fuori dagli schemi e dalle convenzioni - dice il co-fondatore, Joel Hyatt -, con un motto che in inglese suona "Your world. View" e in italiano si può tradurre in "Il tuo punto di vista sul tuo mondo"».
Ma perché è stata scelta proprio l’Italia come primo Paese non di lingua inglese? «Per la vostra cultura - risponde -, l’arte, la moda, i vostri giovani che nel segmento 18-34 anni sono tanti e attivissimi. E poi un’indagine ci ha permesso di valutare le tendenze del vostro Paese che confermano come la tv in Italia sia in enorme crescita, così come è in crescita costante l’attenzione per la Rete. Noi siamo tutte e due le cose insieme e l’interesse degli italiani lo stiamo registrando già da chi si collega via web al sito
www.current.com. "You Tube" è un vero fenomeno ma non un vero business. Current è un vero business ma non è ancora considerato un fenomeno anche se, permettetemi, presto lo sarà».