Se il canone aumenta di mezzo c’è sempre un “pacco”. Telecom risparmia gli utenti per il 2007, la Rai infligge invece una bella stangata: altri cinque euro l’anno per guardare la tv, e niente sconti sulla pubblicità. Da 99,60 euro, fissi da ormai tre anni, il canone passa a 104 euro. Testimonial della campagna di promozione del pagamento della tassa di possesso tv, ovvero il canone di abbonamento, sarà Flavio Insinna, l’istrionico conduttore di “Affari tuoi”, finito nell’occhio del ciclone per le presunte irregolarità del suo programma. «Gli ascoltatori e gli utenti pensano subito che i soldi del canone vanno ad alimentare i pacchi “regalo” – commenta l’Adusbef -, a testimonianza di un degrado sempre più crescente del servizio pubblico, che alimenta fenomeni di massa diseducativi, soprattutto per i giovani,indotti a tentare la scorciatoia della fortuna invece che quella dei sacrifici e dell’impegno».
L’associazione per la difesa degli utenti dei servizi bancari, finanziari postali ed assicurativi è convinta che l’aumento non sia direttamente proporzionale alla qualità del servizio, e «qualora il ministro Gentiloni dovesse concedere l’aumento del canone, per servizi di scarsa qualità (eccetto per 3-4 programmi al servizio dei cittadini), non mancherà di impugnare il provvedimento al Tar del Lazio, anche per vagliare la legittimità di una tassa di possesso per un servizio non sempre legata ad una missione,troppo spesso carente, di servizio pubblico».
L’Adoc avanza una proposta piuttosto originale per tutelare gli utenti che versano soldi nelle casse della tv pubblica: «I programmi finanziati con i soldi del canone – chiede il presidente Carlo Pileri – siano contrassegnati da un bollino, siano scelti dagli utenti e soprattutto non siano interrotti dagli spot pubblicitari. Che almeno si faccia sapere agli utenti che fine fanno i loro soldi». Anche l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori è dell’opinione che la qualità ed il contratto di servizio non siano affatto migliorati. «La realtà – continua Pileri - è che la Rai rincorre le Tv commerciali curandosi poco della qualità dei programmi che trasmette e anzi escludendo le associazioni dei consumatori dal Segretariato sociale». Le associazioni dei consumatori, dunque, non ci stanno all’aumento del canone, un altro duro colpo per le famiglie che nel 2007 dovranno fare i conti con una serie di aumenti.
E c’è già chi pensa allo sciopero come Beatrice Lorenzin, coordinatrice nazionale di Forza Italia Giovani, e Francesco Pasquali, segretario generale, che hanno lanciato una proposta nel corso dell’incontro di approfondimento politico dei giovani azzurri ad Andalo. «Ogni appuntamento di approfondimento politico deve essere l’occasione per lanciare messaggi a difesa della nostra libertà. Per questo, dall’evento di Andalo, lanciamo lo sciopero contro il vergognoso aumento del canone Rai. Un vero e proprio atto di disobbedienza televisiva, pensando agli studenti, ai giovani lavoratori e le giovani coppie; la Finanziaria grava già di per sè sulle loro tasche; deliberare l’aumento del canone, come ha fatto il ministro delle Comunicazioni, appare un’ennesima beffa ai danni della loro dignità personale»
|Digitalsat| (articolo di Giosco)
L’associazione per la difesa degli utenti dei servizi bancari, finanziari postali ed assicurativi è convinta che l’aumento non sia direttamente proporzionale alla qualità del servizio, e «qualora il ministro Gentiloni dovesse concedere l’aumento del canone, per servizi di scarsa qualità (eccetto per 3-4 programmi al servizio dei cittadini), non mancherà di impugnare il provvedimento al Tar del Lazio, anche per vagliare la legittimità di una tassa di possesso per un servizio non sempre legata ad una missione,troppo spesso carente, di servizio pubblico».
L’Adoc avanza una proposta piuttosto originale per tutelare gli utenti che versano soldi nelle casse della tv pubblica: «I programmi finanziati con i soldi del canone – chiede il presidente Carlo Pileri – siano contrassegnati da un bollino, siano scelti dagli utenti e soprattutto non siano interrotti dagli spot pubblicitari. Che almeno si faccia sapere agli utenti che fine fanno i loro soldi». Anche l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori è dell’opinione che la qualità ed il contratto di servizio non siano affatto migliorati. «La realtà – continua Pileri - è che la Rai rincorre le Tv commerciali curandosi poco della qualità dei programmi che trasmette e anzi escludendo le associazioni dei consumatori dal Segretariato sociale». Le associazioni dei consumatori, dunque, non ci stanno all’aumento del canone, un altro duro colpo per le famiglie che nel 2007 dovranno fare i conti con una serie di aumenti.
E c’è già chi pensa allo sciopero come Beatrice Lorenzin, coordinatrice nazionale di Forza Italia Giovani, e Francesco Pasquali, segretario generale, che hanno lanciato una proposta nel corso dell’incontro di approfondimento politico dei giovani azzurri ad Andalo. «Ogni appuntamento di approfondimento politico deve essere l’occasione per lanciare messaggi a difesa della nostra libertà. Per questo, dall’evento di Andalo, lanciamo lo sciopero contro il vergognoso aumento del canone Rai. Un vero e proprio atto di disobbedienza televisiva, pensando agli studenti, ai giovani lavoratori e le giovani coppie; la Finanziaria grava già di per sè sulle loro tasche; deliberare l’aumento del canone, come ha fatto il ministro delle Comunicazioni, appare un’ennesima beffa ai danni della loro dignità personale»
|Digitalsat| (articolo di Giosco)