La difesa del Zornitta però ha detto che le tesi sulle forbici non sono sufficienti per portare una persona a processo.
A chi piace, ecco la storia in stile "trama di C.S.I."....
(ANSA) - TRIESTE, 13 GEN - La forbice sequestrata il 24 marzo 2006 all' ingegnere friulano Elvo Zornitta ha certamente tagliato un lato del lamierino di ottone trovato in una trappola esplosiva recuperata intatta il 2 aprile 2004 nell' inginocchiatoio della chiesa di Sant' Agnese di Portogruaro (Venezia) e attribuita a Unabomber. Lo scrivono Pietro Benedetti, ex direttore del Banco di prova nazionale delle armi di Gardone Val Trompia (Brescia), e Carlo J. Rosati, direttore del "Firearm and toolmarks examiner" dell' Fbi di Quantico (Virginia), nelle conclusioni della 'superperizia' che hanno depositato ieri pomeriggio nella cancelleria del Gip di Trieste, Enzo Truncellito.
Nelle stesse conclusioni Benedetti e Rosati affermano che la forbice ha subito alterazioni che non hanno consentito il riscontro positivo fra due profonde microstriature rilevate sui reperti nel corso degli accertamenti tecnici da loro eseguiti. I due 'superperiti', inoltre, indicano in quale fase delle tre perizie precedenti - a loro parere - la forbice ha subito tali alterazioni che hanno determinato un disallineamento delle lame. Si tratta degli accertamenti eseguiti dai tecnici del Servizio di Polizia Scientifica della Direzione Centrale Anticrimine di Roma che hanno eseguito una perizia sulla forbice dopo quelle gia fatte dai colleghi del Lic (Laboratorio Indagini Criminalistiche) della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Venezia, e da quelli della Sezione di Balistica del Ris (Reparto Investigazione Scientifiche) dei Carabinieri di Parma. Nella 'superperizia', Benedetti e Rosati sottolineano la coincidenza dei risultati delle perizie del Lic e del Ris e spiegano le differenze rilevate fra le due microstriature, attribuendole alle modificazioni subite dalla forbice.
In particolare, sia il Lic, sia il Ris avevano individuato su uno dei lati del lamierino di ottone (quello contraddistinto dai tecnici con la lettera 'B') microstriature che si identificano con quelle rilevate nella zona delle punte delle forbici da elettricista a lame dritte, marca Valex, sequestrate a Zornitta. Per quanto riguarda le microstriature rilevate su un altro lato del lamierino (quello contraddistinto con la lettera 'A') Lic e Ris erano giunti a conclusioni leggermente differenti: per il Lic, infatti, vi era assoluta identità anche per il lato 'A', mentre il Ris aveva affermato che il giudizio era inesprimibile perché il lato era troppo corto. Il lamierino, repertato con il numero 24, ha forma rettangolare, è composto da due parti termosaldate mediante lega di stagno e ha dimensioni molto limitate: il lato più corto misura 12 millimetri, mentre quello più lungo si aggira intorno ai 38 millimetri. Faceva parte del meccanismo di scoppio di un accendino contenente nitroglicerina trovato inesploso nell' inginocchiatoio della chiesa di Sant' Agnese di Portogruaro. La trappola esplosiva era la quinta recuperata inesplosa dagli investigatori che da anni indagano su Unabomber (al momento gli ordigni recuperati inesplosi e attribuiti a Unabomber sono in tutto sette). La forbice è stata, invece, sequestrata circa due anni dopo in un capanno vicino all' abitazione di Zornitta, insieme a un' altra sessantina di oggetti ritenuti dagli investigatori interessanti per le indagini. Ha manici di plastica di colore rosso, una lunghezza complessiva di 14,5 centimetri (di cui 4,8 di lama tagliente) ed è stata repertata con il numero 63. (ANSA).
(ANSA) - TRIESTE, 13 GEN - La prova del "toolmark", che si basa sul confronto fra le impronte lasciate da utensili da taglio, come le forbici o i coltelli, "non è assolutamente sufficiente per portare una persona a processo": lo ha detto l' avv. Paolo Dell' Agnolo, difensore dell' ingegnere Elvo Zornitta, commentando i risultati della 'superperizia' sulla forbice sequestrata allo stesso Zornitta. "I risultati del 'toolmark' - ha aggiunto Dell' Agnolo, interpellato dall' Ansa - non bastano per un processo, né in Italia e in nessun altro posto al mondo. Siamo lontanissimi da altri tipi di prove come quelle delle perizie balistiche, del Dna e delle impronte digitali. La validità delle prove ottenute con queste tecniche sono totalmente e completamente diverse da quella del 'toolmark'". Dell' Agnolo ha ribadito "la totale innocenza di Zornitta. Ho letto gli atti in maniera approfondita - ha riferito - e resto fermo in questa convinzione nella quale credo da sempre. Io, l' avv. Maurizio Paniz e i nostri consulenti di parte, che per qualità e competenza non sono secondi a nessuno - ha sottolineato Dell' Agnolo - ribadiremo questa convinzione compiutamente nella sede istituzionale, che è l' aula di giustizia, e non sui giornali". "Prenderemo atto dei risultati della 'superperizia' - ha concluso Dell' Agnolo - e li confronteremo con le nostre valutazioni, con serenità, ma sicuramente non sarà questo l' elemento determinante dell' inchiesta su Unabomber, almeno per quanto riguarda l' imputabilità dell' ingegnere Zornitta". Dell' Agnolo, infine, ha affermato che "la difesa non ha depositato finora alcuna perizia" e che "lo farà nella prossima settimana". (ANSA).