Via libera dall'Agcom alle regole sull'asta delle frequenze, fuori i big

Abituati ad essere quelli che ricavavano di più dalla pubblicità, ora non possono arrendersi all'idea che Google su questo li superi? :icon_rolleyes:
 
Mi auguro solo che Mediaset non intraprenda questo percorso, in quanto sarebbe davvero traumatico non solo per i dipendenti che in molti perderebbero il posto di lavoro, ma anche per l'azienda stessa. :eusa_think:
 
Il governo è ostaggio di quel personaggio...
Quando fa comodo a lui in Italia si sta bene...ristoranti pieni,
aerei stracolmi...quando poi deve pagare le frequenze ad un
prezzo equo, ecco la storiella della crisi che avanza...:mad:
Non vado oltre,per non andare in vacanza..mahhh!!!
 
Però essere anche un pò oggettivi no eh? Non si possono chiedere centinaia di milioni di investimenti e assicurare l'uso per due-tre anni perchè poi le frequenze vanno restituite e assegnate ai telefonici. Non per difenderlo ( a parte che non riguarda solo Lui) ma nessuna azienda potrebbe fare un investimento simile a queste condizioni.
 
paolo-steel ha scritto:
Però essere anche un pò oggettivi no eh? Non si possono chiedere centinaia di milioni di investimenti e assicurare l'uso per due-tre anni perchè poi le frequenze vanno restituite e assegnate ai telefonici. Non per difenderlo ( a parte che non riguarda solo Lui) ma nessuna azienda potrebbe fare un investimento simile a queste condizioni.


Sottoscrivo in pieno.

Ciao
 
cheguevara63 ha scritto:
Il governo è ostaggio di quel personaggio...
Quando fa comodo a lui in Italia si sta bene...ristoranti pieni,
aerei stracolmi...quando poi deve pagare le frequenze ad un
prezzo equo, ecco la storiella della crisi che avanza...:mad:
Non vado oltre,per non andare in vacanza..mahhh!!!
QUOTONE INFINITO
 
Astrix ha scritto:

I conti della serva dell'articoletto sono abbastanza spassosi:

Ma quanto valgono queste frequenze? Dare una stima esatta, in questo momento, non è facile, bisognerebbe andare sul mercato e aspettare le offerte, ma in fase teorica se il valore di 1 megahertz di banda tv ammonta a circa 50 milioni di euro, basta moltiplicare per i 320 MHz residui ancora da assegnare e il conto arriverebbe a 16 miliardi di euro. Che lo Stato incasserebbe per aggiustare i conti del Paese. In Germania la stessa operazione ha fruttato 4,4 miliardi di euro, mentre negli Usa la cifra è arrivata a 20 miliardi di dollari.

A parte il fatto che non si sa da dove escano quei 50 milioni al MHz (probabilmente da una media dei proventi delle aste per LTE), comunque le frequenze televisive da assegnare al Beauty Contest sono 4 da 8 MHz (UHF) e una VHF (7 MHz), per un totale secondo la loro stessa stima di 1950 milioni di €. La stima del governo (1 miliardo al massimo) mi sembra addirittura ottimistica, contando il fatto che le frequenze TV rendono molto meno di quelle telefoniche (soprattutto in Italia dove la gente si svena per cellulari, tablet e abbonamenti 3G e poi storce il naso se deve comprare un decoder DTT o sistemare l'antenna di 20 anni fa).
 
Gennar1 ha scritto:
La stima del governo (1 miliardo al massimo) mi sembra addirittura ottimistica, contando il fatto che le frequenze TV rendono molto meno di quelle telefoniche
L'articolista forse presupponeva un'asta a cui parteciperebbero anche le compagnie telefoniche per utilizzare anche quelle frequenze TV rimaste per la banda larga mobile.
Cosi' arriva forse a prevedere quegli incassi da parte dello stato.

v. ad es. un vecchio articolo:
Frequenze, decollano le aste in Francia e Germania
 
Può essere, ma la partecipazione delle compagnie telefoniche presenta 3 grossi problemi:
1) non si possono assegnare le frequenze direttamente: già LTE causerà molti problemi alle frequenze TV confinanti (si veda il rapporto RAI in merito), se poi cominciamo a mescolare LTE e TV nessuno vedrà più nulla; quindi bisogna rifare il piano frequenze e riassegnarle, spostando alcuni concessionari nazionali oltre che alcuni locali per liberare le frequenze più alte (56-60); in pratica ci vorrebbero anni, con l'incognita dei soliti ricorsi al TAR dei soggetti danneggiati;
2) le compagnie telefoniche hanno appena speso 4 miliardi per le frequenze 61-69 e stanno ancora aspettando che vengano liberate e di poter iniziare a installare la rete LTE; potrebbero giustificare ulteriori investimenti ai loro azionisti in queste condizioni? Credo proprio di no...
3) Assegnando le frequenze alla telefonia, rimarrebbe irrisolta la questione della procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea a causa della legge Gasparri.

In sostanza, è una ipotesi suggestiva ma IMHO irrealizzabile. Vedremo.
 
Paradossalmente, non mi sorprenderei se, nel caso di un esito "farsa" del beauty contest in cui il 60% delle frequenze TV in palio alla fine venisse assegnato sempre ai soliti noti Mediaset, RAI e Telecom invece che a nuovi operatori, ci fossero ugualmente alcuni ricorsi agli organi della UE per ottenerne l'annullamento.

Qualunque sia l'esito di questo beauty contest, la vera fine della storia mi sa che sarebbe ancora lontana...
 
Beauty Contest: il DVB-T2 irrompe nella gara per le frequenze tv

"Beauty Contest: il DVB-T2 irrompe nella gara per le frequenze tv

La Rai ha quasi completato l’installazione di un trasmettitore sperimentale in DVB-T2 sul Monte Venda (Padova), che permetterà la trasmissione dei canali del digitale terrestre attraverso il nuovo standard più efficiente e performante. Il nuovo mux sperimentale (sul canale 11 VHF) potrà trasmettere in tutta la pianura padana le 3 reti nazionali in alta definizione più una quarta in 3D. E per ricevere i nuovi canali si dovrà adottare un nuovo tipo di decoder compatibile.

Il nuovo standard della tv digitale, che attualmente viene sfruttato sul mercato italiano solo da Europa 7 HD, secondo alcune indiscrezioni del Corriere delle Comunicazioni, potrebbe entrare prepotentemente nello studio della nuova gara delle frequenze tv che il governo Monti e il ministro Passera stanno portando avanti. E secondo gli esperti del Ministero solo l’adozione del DVB-T2 all’interno del “concorso di bellezza modificato” potrebbe evitare le pesanti sanzioni della procedura di infrazione UE del 2006 a carico dello Stato.

Messa da parte l’ipotesi di “gara low cost“, gli ingegneri al lavoro per il Ministero dello Sviluppo starebbero lavorando ora su un doppio fronte: da un lato gara delle frequenze tv a tempo, fino al 2017-2018, quando cioè la banda a 700 MHz potrà essere utilizzata per la banda larga mobile così come chiede l’ITU e il Parlamento europeo. Dall’altro la preparazione all’introduzione del DVB-T2 su larga scala.


Il DVB-T2 è un nuovo standard di compressione, più efficiente e resistente alle interferenze rispetto all’attuale DVB-T, che consente di trasmettere 12-14 canali là dove ora ne vengono trasmessi 6, o di moltiplicare per 4 le frequenze. Dunque un fattore moltiplicativo della capacità di trasmissione che potrebbe assicurare la fame di frequenze delle emittenti italiane, nazionali e locali. Il Regno Unito e molte altre nazioni europee lo adottano già da tempo.

L’arrivo su larga scala del nuovo standard (precisamente dal 2017) potrebbe creare nuove prospettive per la banda larga mobile. Ma in questi cinque anni di tempo si dovrebbero attuare i necessari adeguamenti degli impianti, per favorire la diffusione di nuovi apparecchi tv abilitati al nuovo standard, e l’intera popolazione sarebbe costretta a sostituire i propri decoder o tv in una sorta di secondo Switch-off del digitale terrestre. "
 
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