pietro_d ha scritto:
Mi chiedo se non sarebbe stato meglio gestire in modo pubblico e centralizzato le frequenze. Ovvero tralici e MUX tutti gestiti da una società pubblica con slot ceduti alle varie emittenti
forse oggi non ci sarebbero questi problemi su frequenze da cedere e così via...
Era proprio questo che si doveva fare!
Una società pubblica (o concessionaria privata esclusiva da trovare con gara europea) a fare da tower company e operatore di rete unico, così avremmo avuto sia ottimi ripetitori (ben distribuiti sul territorio, senza interferenze, senza sfn) sia standard tecnici universali (DVB-T2, mpeg4 anche per gli sd, bitrate adeguati, loghi HD da applicare solo in presenza di trasmissioni in native HD...).
Si dovevano utilizzare solo le frequenze assegnate all'Italia dal piano di Ginevra 2006...
Oltretutto sin dall'inizio si potevano non assegnare le bande 700 e 800 mhz...
Aggiungiamoci pure la terza banda VHF da destinare tutta al DAB+...
Insomma, avremmo avuto una cinquantina di slot, da assegnare ai canali ex analogici, a nuovi operatori (sopratutto) e a editori locali (massimo 10 per regione). Niente canali pay, niente servizi interattivi (ma obbligo di EPG settimanale), tetto massimo per soggetto di 5 canali, obbligo per chi edita più di un canale di trasmetterne almeno uno in HD...
Nel frattempo si poteva incentivare la pay tv via satellite, con IVA al 4% (da estendere a tutti i prodotti culturali/d'intrattenimento: libri, musica, fil, cinema, teatro,...), con tetti all'acquisto dei diritti cinematografici delle 6 majors e delle 5 minimajors e dei diritti calcistici (separando non solo serie a e b ma anche le singole fasce orarie).
E contemporaneamente sviluppare la banda larga imponendo la separazione della rete e degli operatori telefonici. Rete pubblica (o concessionaria privata esclusiva da trovare con gara europea) dalla quale tutti gli operatori possono affittare banda, gareggiando così ad armi pari. Con gli ingenti proventi questa rete poterebbe transitare senza problemi alla fibra ottica, così da permettere la nascita di grandi pay tv in tecnologia IPTV, che dovrebbero avere le stesse regole delle pay tv satellitari.
Preciso che tutto questo è fantascienza in Italia, ma in molti paesi esteri funziona proprio così....