"Winners are simply willing to do what losers won't":Spazio Cinema

Beh sai bene Flask come la penso sull' inserimento della politica :icon_rolleyes: in opere artistiche o comunque frutto dell' ingegno umano...:evil5:;) diciamo che a me sia Sorrentino che Servillo piacevano di più agli "inizi"...quando lo "show business" non li aveva ancora "toccati"...:evil5: e infatti hanno ricevuto "riconoscenze" nazionali e internazionali entrambi...

Riguardo al film diciamo che "sorvolando" su certe "uscite" fuori luogo e "grottesche" Il Divo resta un buon film con l' ennesima grande interpretazione di Servillo...;)
p.s. un film così come ogni opera "artistica" o che tale vuole essere secondo me dovrebbe fornire una visione "oggettiva","analitica" e "distaccata" degli avvenimenti,e non farne un "apologia di parte" a proprio "uso e consumo" o esclusivamente di chi la pensa come noi... mi interesserebbe conoscere anche il parere di STANLEY e di tutti gli altri che vorranno intervenire al proposito poichè ho visto citati film di Placido e altri registi che a mio avviso sono "incorsi" proprio in tale "errore stilistico"...;)
 
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Penso che la prima traccia sia in italiano, nessun dubbio :) Sono curiosa di sapere se come seconda hanno messo quella originale in svedese o magari, chissà, quella in inglese?
 
MasterBlaster78 ha scritto:
Beh sai bene Flask come la penso sull' inserimento della politica :icon_rolleyes: in opere artistiche o comunque frutto dell' ingegno umano...:evil5:;) diciamo che a me sia Sorrentino che Servillo piacevano di più agli "inizi"...quando lo "show business" non li aveva ancora "toccati"...:evil5: e infatti hanno ricevuto "riconoscenze" nazionali e internazionali entrambi...

Riguardo al film diciamo che "sorvolando" su certe "uscite" fuori luogo e "grottesche" Il Divo resta un buon film con l' ennesima grande interpretazione di Servillo...;)
p.s. un film così come ogni opera "artistica" o che tale vuole essere secondo me dovrebbe fornire una visione "oggettiva","analitica" e "distaccata" degli avvenimenti,e non farne un "apologia di parte" a proprio "uso e consumo" o esclusivamente di chi la pensa come noi... mi interesserebbe conoscere anche il parere di STANLEY e di tutti gli altri che vorranno intervenire al proposito poichè ho visto citati film di Placido e altri registi che a mio avviso sono "incorsi" proprio in tale "errore stilistico"...;)

spiacente, ma non esiste assolutamente una visione "oggettiva"; in sè è una contraddizione in termini...potrei ricordare il celeberrimo principio di indeterminazione di Werner Heisenberg - per cui, per sommi capi, il solo fatto che un osservatore esercita un'osservazione cagiona una variazione di stato della cosa osservata - ma potrei fare anche altri esempi.
In sè qualsiasi occhio,qualsiasi sguardo, "tradisce" un punto di vista,anche per il solo fatto di prescegliere un aspetto o un'inquadratura piuttosto che un'altra.
Persino il grande documentarista Wiseman - forse il piu grande documentarista di tutti i tempi - nonostante le tantissime ore di girato riprendendo la vita negli ospedali, nei luoghi della politica, fra i cittadini e pur non intervenendo mai con commenti, ma lasciando "parlare" la telecamera, ebbene pur in presenza di tutto questo operava comunque una scelta, esprimeva un suo punto di vista: se non altro in sede di montaggio,se non altro stabilendo quanto tempo assegnare ad una ripresa piuttosto che ad un'altra.
L'idea di una visione "distaccata" è un'ipostasi che sfiora il postulato: ossia talmente apodittica e asseverativa da non rendere necessaria una dimostrazione. E invece è proprio l'apparente distacco, l'apparente posizione super partes ad essere inquinata in sè concettualmente: neanche le agenzie di stampa piu rinomate al mondo sono distaccate...basti pensare alla cernita operata all'atto di selezionare un certo lotto di notizie da una certa area geografica piuttosto che un'altra. Esiste un pubblico,esiste un interesse,esiste comunque sia una sensibilità variamente declinabile e differente per ognuno.
Semmai il punto è un altro: il "vizio" non risiede nel margine di distacco ma nel grado di onestà intellettuale. Tanto essa è alta e scevra da condizionamenti, tanto è più apprezzabile il contributo in essere. Non è il finto equilibrismo di chi a tutti i costi pensa che dar voce a tutti col cronometro in mano garantisca in sè la pariteticità: c'è molto piu cerchiobottismo in tante grottesche regole di quel mistificante bilanciere chiamato "par condicio" che nell'esporre un punto di vista non piegato a luoghi comuni o cointeressenze.
Conta la qualità dello sguardo: se è penetrante, acuto, alieno dalle autocensure, possibilmente eccentrico (nel senso etimologico del termine, decentrato e, perchè no,se del caso anche originale),se insomma è limpido, beh, tanto di cappello, e non credo serva altro ;)
 
L'uomo Che Sapeva Troppo

Concordo con Stanley ! Il Re Salomone non esiste !!! Si pende tutti da una parte quando si fa qualcosa, figurarsi un film o documentario ...

Ma torniamo a noi; il film di oggi è ancora una volta uno di Alfred Hitchcock :

L'UOMO CHE SAPEVA TROPPO
SPIONAGGIO - 1956
Cast : James Stewart, Doris Day, Bernard Miles, Daniel Gélin, Brenda De Banzie.
Durata - 120

Seconda versione pressochè identica di questa http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=26559 , che è del '34 e sempre di Hitchcock .

Il film si apre con due coniugi americani, lui medico lei soubrette del musical ritiratasi 4 anni prima, ed il figlio che sono in vacanza in Marocco e sull'autobus che li porta a Marrakesh vengono avvicinati da un francese che rivedranno un paio di giorni dopo nel Bazar morente per una coltellata alla schiena, il marito si avvicinerà al moribondo ( era meglio che non lo faceva,;) ma dove lo mettiamo poi il giuramento di Ippocrate ? :eusa_naughty: :lol: :lol: :lol: ) il quale gli dirà di un attentato che è programmato a Londra .

Per non farlo parlare con la polizia gli sequestrano il bambino ed inizia la ricerca personale dei genitori per recuperare il figlio ed evitare l'attentato, cosa che ci sarà .

Il finale non ve lo dico :eusa_naughty: ... guardatelo !!! ;) :lol: :lol: :lol: :lol:
 
@STANLEY
La mia come sicuramente avrai capito era una "provocazione" nel senso "buono" del termine volta a portare la discussione su terreni "più alti"...
sono felice di sentire certe tue affermazioni,ma non ti sei esposto nello specifico su Placido o altri registi/film da te citati: a me non interessa la "par-condicio"...quella la lascio ai "ridicoli politicanti"...però Placido e registi ben più "validi" (Visconti,Pasolini,Rosi,Bertolucci...) spesso hanno dato una visione "unilaterale" in alcune delle loro "opere", e su questo sarai d' accordo con me...ricordo l' esempio "patetico" del Novecento di Bertolucci a tal proposito,o di Uccellacci e Uccellini di Pasolini;o dall' altra "parte" il Gesù di Nazareth di Zeffirelli... la mia non è una "critica" sia chiaro, ma una pura "constatazione" sull' opera "contaminata" di alcuni tra i registi che ammiro di più (Visconti e Pasolini su tutti questi citati)
Alla fine si giunge sempre ad una conclusione: l' opera non potrà mai essere totalmente scevra dalla "soggettività" quindi perchè affrontare temi del genere evidentemente oggetto di "contendere politico" ? Non sarebbe meglio "evitare" e fare del cinema "puro" e lasciare ai documentari il compito di "documentare" appunto tali avvenimenti ?
Un film ha il potere mediatico di influenzare la gente e può fare "danni" a volte "mitizzando" anche personaggi che non hanno nulla di "mitico"; non vedo i danni invece che può fare un semplice documentario dal taglio "giornalistico" che fornisca solo i dati "oggettivi" di quanto avvenuto,e si può fare e si è fatto benissimo anche in passato...;)
Comunque a tal proposito invito tutti a "riscoprire" un autore che per "esprimere le proprie idee" ha "scomodato" più la "natura" impassibile che l' uomo e le sue "inutili azioni" sempre mantenendo le "distanze" da ciò che stava rappresentando,l' "interpretazione" poi la darà lo spettatore semmai se sarà in grado di raccogliere il "messaggio" delle sue opere: :
Werner Herzog
-anche i nani hanno cominciato da piccoli 1969
-aguirre furore di Dio 1972
-l' enigma di Kaspar Hauser 1974
-Cuore di Vetro
-La ballata di Stroszek 1976
-Woyzzeck 1978
-Fitzcarraldo 1981

e una lunga serie di documentari "analitici" e "visionari" a partire dal suo primo Fata Morgana fino al più recente "L' ignoto spazio profondo" che dicono molto più di tanti "filmetti" pseudo-storici o dal taglio "documentaristico"....;)
 
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Que serà serà che la bella Doris Day ha riproposto in un telefilm o programma arrivato anche in Italia negli anni 70 ( fine ) come sigla .;) Però purtroppo non ricordo il titolo del programma , mi ballano in testa due titoli :eusa_think: Che sarà sarà o Doris Day show e forse nessuno dei due è quello giusto ... ;)
 
A proposito del grande Scorsese da ricordare i suoi :
-Mean Streets
-Taxi Driver
-Toro Scatenato
-L' ultima tentazione di cristo
-Quei Bravi Ragazzi
-Casino
-The Departed
e anche i "particolari"
-Fuori Orario
-New York New York
-New York Stories
(il suo episodio)
Nonchè l' ultimo ottimo "Shutter Island"...;)
 
A proposito di Doris Day ieri sera ho visto il film Amami o lasciami con James Cagney. Non amo molto il genere di film in cui si canta o balla ma devo ammettere che il film mi è piaciuto. Poi non so voi ma la Day la trovo incantevole. Dive così non ne sfornano più ormai ;)

L'altro ieri invece ho visto il pessimo, a mio giudizio, Chiedi alla polvere con Colin Farrel e Salma Hayek. FIlm che non spicca mai il volo.
 
MasterBlaster78 ha scritto:
p.s. un film così come ogni opera "artistica" o che tale vuole essere secondo me dovrebbe fornire una visione "oggettiva","analitica" e "distaccata" degli avvenimenti,e non farne un "apologia di parte" a proprio "uso e consumo" o esclusivamente di chi la pensa come noi...
STANLEY_CASSIDY ha scritto:
spiacente, ma non esiste assolutamente una visione "oggettiva"; in sè è una contraddizione in termini...potrei ricordare il celeberrimo principio di indeterminazione di Werner Heisenberg - per cui, per sommi capi, il solo fatto che un osservatore esercita un'osservazione cagiona una variazione di stato della cosa osservata - ma potrei fare anche altri esempi.

Premetto di non aver visto i film da voi citati quindi il mio intervento sarà solamente di natura filosofica.

Tutto questo mi ha riportato al pensiero di uno dei miei libri preferiti, che lessi per la prima volta a 17 anni, Al di là del bene e del male, di Fredrik Nietzsche.

Come potrebbe qualcosa nascere dal suo contrario? Per esempio la verità dall'errore? O,la volontà di verità della volontà dell'illusione? O l'azione disinteressata dal proprio tornaconto? O la contemplazione pura e solare del saggio dalla bramosia?

Concordo sul fatto che l'oggettività è un concetto forse aforistico ed inefficace a descrivere la mente umana e la sua voglia di confrontarsi e capire analiticamente un concetto. Siamo in balia degli eventi, dei pensieri del nostro tempo e - se mi permettete la libertà artistica e quella di modificarne la chiave di lettura - un po' come le foglie di Ungaretti, in balia di tutti gli eventi (in questo caso i pensieri) che ci circondano: è impossibile sfuggirne.
 
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