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mosquito
Sezione 10 : l'antenna.
l'antenna è l'elemento dell'impianto tv che ci permette di captare il segnale presente in aria sotto forma di campo elettromagnetico e trasformarlo in segnale elettrico, per poi essere comodamente veicolato attraverso semplici cavi coassiali.
Di queste ve ne sono di vario tipo, a stilo, direttive log-periodiche o yagi a più elementi, a pannello, etc, ognuna con proprie caratteristiche di guadagno e lobo di ricezione.
Per l'attuale sistema radiotelevisivo, dove i ripetitori sono sulla stessa frequenza ma opportunamente sincronizzati, l'antenna più indicata è la yagi o la log-periodica, in quanto avendo un lobo ristretto si rendono le più performanti per la discriminazione della provenienza del segnale. Inoltre le yagi hanno il pregio di avere un buon guadagno in base al numero degli elementi, il che non guasta, ma hanno il difetto di non avere una gamma di frequenza ampia e il guadagno non è costante su tutta la banda.
Le log-periodiche invece hanno il difetto di non guadagnare molto (circa 7 dB), in quanto per una determinata fetta di frequenza sono pochi gli elementi che risuonano, ma hanno il pregio di avere una gamma di frequenza ampia con un guadagno abbastanza costante su tutta la gamma. Inoltre, per la sua costruzione, riesce ad avere un buon rapporto avanti/dietro senza la necessità di avere il classico riflettore posteriore.
La log-periodica si presta molto, per le sue caratteristiche, laddove gli impianti ripetitori sono abbastanza o molto vicini, per cui basta montare una sola log-periodica e ricevere tutti i canali, anche perchè in questo caso i segnali sono molto forti, superando anche di 20 dB segnali indesiderati di altri ripetitori.
Quando i ripetitori sono lontani, superando i 15 Km ed arrivando anche a distanze di 50 Km o più, si rende necessario adottare delle yagi, in quanto oltre ad avere un guadagno più elevato, che compensa in un certo qual modo la maggiore attenuazione di tratta dovuta al percorso maggiore, permette una maggiore discriminazione azimutale avendo il lobo di ricezione più stretto, ed essendo più esposta ai segnali di altri ripetitori che provengono entro certi angoli differenti. Maggiore è la distanza di ricezione, maggiore deve essere il numero degli elementi della yagi.
Come abbiamo già citato nelle sezioni precedenti, il campo elettromagnetico nell'aria deve essere minimo di 31 dBuV per un Ber di 10^-4. Questo perchè il bit dell'informazione deve avere una certa energia per essere riconosciuto correttamente se è un 1 o uno 0. Se si scende appena al di sotto, la qualità del segnale scende logaritmicamente, e si vengono subito a creare pixellamenti o addirittura scomparsa del segnale. Quindi è sempre meglio avere un certo margine in più di segnale per scongiurarne il decadimento, soprattutto quando il segnale viene ricevuto da lontato, e può subire affievolimenti a causa del fading.
Un margine abbastanza tranquillo può essere nella misura di 10 dB, quindi occorre sapere se in aria vi è presente un campo di almeno 31+10 = 41 dBuV.
Per poterlo stabilire, occorre utilizzare per forza un'antenna per captarlo e misurarlo. Per constatare tale situazione può essere usata qualsiasi antenna, ma la più idonea è una piccola log-periodica da 7 dB di guadagno.
La verifica viene effettuata misurando il segnale ricevuto con l'antenna, sottraendo a sua volta il guadagno della stessa.
Per esempio, se si misura con lo strumento 52 dBuV, sottraendo i 7 dB di guadagno dell'antenna, risulta che il campo elettromagnetico in aria è di 52-7 = 45 dBuV, quindi con un buon margine di 14 dB sul minimo.
Se per ipotesi la misura fosse di 40 dBuV, saremo in una condizione non ottimale, in quanto 40-7 = 33 dBuV quindi al limite del decadimento.
Attenzione però alle antenne molto performanti, come ad esempio yagi con molti elementi e ben 16 dB di guadagno. Infatti, se dopo l'antenna misurassimo lo stesso segnale precedente di 52 dBuV, 52-16 = 36 dBuV quindi un segnale in aria scarso e con poco margine, nonostante il buon livello di 52 dBuV. Se in caso di fading il segnale dovesse scendere di 6 dB, misureremmo sempre un buon segnale di 52-6 = 46 dBuV, ma con pixellamenti vari e possibili black-out del segnale, in quanto il campo elettromagnetico in aria è sceso a 36-6 = 30 dBuV, quindi sotto il minimo.
Nella prossima sezione, affronteremo la stratificazione e lo sfruttamento del lobo di ricezione delle antenne.
Alla prossima.
l'antenna è l'elemento dell'impianto tv che ci permette di captare il segnale presente in aria sotto forma di campo elettromagnetico e trasformarlo in segnale elettrico, per poi essere comodamente veicolato attraverso semplici cavi coassiali.
Di queste ve ne sono di vario tipo, a stilo, direttive log-periodiche o yagi a più elementi, a pannello, etc, ognuna con proprie caratteristiche di guadagno e lobo di ricezione.
Per l'attuale sistema radiotelevisivo, dove i ripetitori sono sulla stessa frequenza ma opportunamente sincronizzati, l'antenna più indicata è la yagi o la log-periodica, in quanto avendo un lobo ristretto si rendono le più performanti per la discriminazione della provenienza del segnale. Inoltre le yagi hanno il pregio di avere un buon guadagno in base al numero degli elementi, il che non guasta, ma hanno il difetto di non avere una gamma di frequenza ampia e il guadagno non è costante su tutta la banda.
Le log-periodiche invece hanno il difetto di non guadagnare molto (circa 7 dB), in quanto per una determinata fetta di frequenza sono pochi gli elementi che risuonano, ma hanno il pregio di avere una gamma di frequenza ampia con un guadagno abbastanza costante su tutta la gamma. Inoltre, per la sua costruzione, riesce ad avere un buon rapporto avanti/dietro senza la necessità di avere il classico riflettore posteriore.
La log-periodica si presta molto, per le sue caratteristiche, laddove gli impianti ripetitori sono abbastanza o molto vicini, per cui basta montare una sola log-periodica e ricevere tutti i canali, anche perchè in questo caso i segnali sono molto forti, superando anche di 20 dB segnali indesiderati di altri ripetitori.
Quando i ripetitori sono lontani, superando i 15 Km ed arrivando anche a distanze di 50 Km o più, si rende necessario adottare delle yagi, in quanto oltre ad avere un guadagno più elevato, che compensa in un certo qual modo la maggiore attenuazione di tratta dovuta al percorso maggiore, permette una maggiore discriminazione azimutale avendo il lobo di ricezione più stretto, ed essendo più esposta ai segnali di altri ripetitori che provengono entro certi angoli differenti. Maggiore è la distanza di ricezione, maggiore deve essere il numero degli elementi della yagi.
Come abbiamo già citato nelle sezioni precedenti, il campo elettromagnetico nell'aria deve essere minimo di 31 dBuV per un Ber di 10^-4. Questo perchè il bit dell'informazione deve avere una certa energia per essere riconosciuto correttamente se è un 1 o uno 0. Se si scende appena al di sotto, la qualità del segnale scende logaritmicamente, e si vengono subito a creare pixellamenti o addirittura scomparsa del segnale. Quindi è sempre meglio avere un certo margine in più di segnale per scongiurarne il decadimento, soprattutto quando il segnale viene ricevuto da lontato, e può subire affievolimenti a causa del fading.
Un margine abbastanza tranquillo può essere nella misura di 10 dB, quindi occorre sapere se in aria vi è presente un campo di almeno 31+10 = 41 dBuV.
Per poterlo stabilire, occorre utilizzare per forza un'antenna per captarlo e misurarlo. Per constatare tale situazione può essere usata qualsiasi antenna, ma la più idonea è una piccola log-periodica da 7 dB di guadagno.
La verifica viene effettuata misurando il segnale ricevuto con l'antenna, sottraendo a sua volta il guadagno della stessa.
Per esempio, se si misura con lo strumento 52 dBuV, sottraendo i 7 dB di guadagno dell'antenna, risulta che il campo elettromagnetico in aria è di 52-7 = 45 dBuV, quindi con un buon margine di 14 dB sul minimo.
Se per ipotesi la misura fosse di 40 dBuV, saremo in una condizione non ottimale, in quanto 40-7 = 33 dBuV quindi al limite del decadimento.
Attenzione però alle antenne molto performanti, come ad esempio yagi con molti elementi e ben 16 dB di guadagno. Infatti, se dopo l'antenna misurassimo lo stesso segnale precedente di 52 dBuV, 52-16 = 36 dBuV quindi un segnale in aria scarso e con poco margine, nonostante il buon livello di 52 dBuV. Se in caso di fading il segnale dovesse scendere di 6 dB, misureremmo sempre un buon segnale di 52-6 = 46 dBuV, ma con pixellamenti vari e possibili black-out del segnale, in quanto il campo elettromagnetico in aria è sceso a 36-6 = 30 dBuV, quindi sotto il minimo.
Nella prossima sezione, affronteremo la stratificazione e lo sfruttamento del lobo di ricezione delle antenne.
Alla prossima.
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