Sezione 13 : I Filtri.
Salve,
In questa sezione tratteremo i filtri, cioè quei dispositivi che ci permettono di interagire su una certa gamma di frequenze.
Ve ne sono di due specie, il
passa-canale, e l'
elimina-canale chiamato più comunemente "
trappola".
Il filtro passa-canale,
permette il passaggio di un determinato range di frequenze, attenuando fortemente quelle non interessate dalla sua banda passante.
Il filtro elimina-canale invece,
non permette il passaggio di un determinato range di frequenze, lasciando passare quelle non interessate dalla sua banda passante, cioè esattamente l'opposto del filtro passa-canale.
Il filtro passa-canale più semplice è la
cella elementare passa-frequenza.
Essa è costituita semplicemente da una bobina in serie ed un condensatore variabile verso massa in uscita, e permette un'andamento come in figura :
Il condensatore variabile verso massa regola la centratura della frequenza, mentre la regolazione della bobina la sua banda passante.
Affinchè la cella non attenui il segnale che vi transita, la bobina viene opportunamente regolata, ma la sua banda passante è esigua (curva verde).
Regolando la bobina, è possibile aumentare in un certo qual modo la banda passante, ma a discapito delle perdite (curva rossa).
Naturalmente, con una cella elementare ci si fa ben poco per il DVBT che necessita di una banda passante di almeno 8 MHz.
A tale scopo nasce il filtro passa-canale formato da 2 celle elementari in parallelo.
Le due celle elementari vengono accoppiate mediante una linea regolabile che le fà interagire l'una con l'altra.
Questo permetterà di selezionare il passaggio non più di una frequenza, ma bensì un certo range di frequenze. La prima cella verrà regolata sulla frequenza più bassa del range, mentre la seconda sulla frequenza più alta. Tramite la regolazione dell'accoppiamento, tutte le frequenze comprese tra la prima e la seconda cella transiteranno. Le altre al di fuori verranno fortemente attennuate.
In figura si può notare l'interazione tra le due celle :
L'unico problema con un filtro a 2 celle, è che per ottenere la larghezza di banda di un canale DVBT occorre necessariamente intervenire anche sulle regolazioni delle bobine, essendo i due estremi troppo distanti in frequenza tra loro. Questo comporterà una perdita della frequenze in transito, ed una selettività del filtro non molto alta. Questo può essere importante nel caso vi sia un canale adiacente, altrimenti può anche andare bene.
Se diversamente, si vuole un filtro che abbia poche perdite di transito, ed una selettività maggiore, allora occorre aumentare il numero delle celle.
Ad esempio, un filtro composto da 4 celle elementari, permette di avere una minore perdita di transito ed una selettività maggiore, in quanto è possibile ottimizzare per il massimo rendimento ogni singola cella, e l'accoppiamento tra le celle non diventa problematico in quanto la distranza tra una e l'altra è inferiore rispetto al 2 celle.
L'interazione tra le stesse di un filtro composto da 4 celle, è come visibile in figura :
Naturalmente, il suo allineamento strumentale diventa più complesso, in quanto occorre individuare e rispettare un certo ordine nella taratura.
Essendo le celle accoppiate l'una con l'altra, ma separate come stadi costruttivi ed allocate una dopo l'altra, occorre individuarle e regolarle in modo che siano in sequenza una dopo l'altra.
Il metodo che conviene utilizzare è quello di regolare tutti i condensatori variabili al di fuori del range di frequenza che si intende utilizzare, quindi regolare la prima immediatamente dopo l'ingresso, sulla frequenza più bassa del canale. Successivamente regolare l'ultima cella, ossia quella in prossimità dell'uscita sulla frequenza più alta del canale.
La seconda e la terza cella, andranno sintonizzate in ordine crescente al centro tra le due precedentemente sintonizzate, in modo da essere tutte equidistanti l'una dall'altra. La seconda sulla frequenza dopo la prima, e la terza prima dell'ultima.
Occorre fare attenzione all'ordine di taratura, altrimenti si rischia di tararle ugualmente, ma non si riesce più ad ottimizzare il return loss, in quanto si cerca di accoppiare celle distanti tra di loro secondo la costruzione meccanica, creando scompensi di impedenza e linearità.
Nella prossima sezione, vedremo un filtro verificato ed adattato strumentalmente. Ci saranno delle belle sorprese.
