Mi sembra il solito articolo di stampo futuristico che fa un riassunto dei tanti luoghi comuni che circolano in questi tempi fino a spingersi nel dipingere scenari "apocalittici" e situazioni di drastici cambiamenti. Agli albori del Web si diceva che Internet avrebbe posto fine alla radio e invece essa è ancora attiva e riesce ad avere il suo pubblico. Da anni si afferma che le pay TV con i loro canali a tema distruggeranno le emittenti gratuite generaliste, ma invece è avvenuto che sono stati i canali tematici e diventare generalisti. Insomma questo genere di articoli che lanciano proclami di rivoluzioni ormai non fanno più notizia perché ce ne sono a decine di migliaia sul Web.
La convergenza tra telecomunicazioni e televisione è evidente ed è sotto gli occhi di tutti, così come è evidente e indiscutibile che la televisione lineare è spesso sempre meno adeguata per i gusti di molti utenti, soprattutto dei giovani. Io credo semplicemente che non ci sarà nessuna rivoluzione ma, come sempre avviene, le nuove possibilità offerte dalla tecnologia si accompagneranno e si integreranno con le realtà già presenti sul mercato da anni e che tutti usano.
In questo senso è lecito pensare che la TV on-demand avrà un peso sempre maggiore, che accanto al satellite e al digitale terrestre si diffonderà la televisione su protocollo IP, che le emittenti generaliste dovranno diversificare la loro offerta cercando, se possibile, di diventare esse stesse produttori di contenuti esclusivi più di quanto non facciano ora. Si dovranno cercare nuovi linguaggi e un nuovo modo di presentare lo sport, perché con il miglioramento delle connessioni è sempre più facile che il pubblico si avvicini a un approccio tipico dei "pass", come negli sport americani fanno da tempo. Chi vorrà puntare sullo sport dovrà quindi offrire un "di più" che non sia la semplice diretta e il commento pre, durante e post partita.
Per le piattaforme a pagamento alla fine non cambierà più di tanto, dato che già ora Sky e altre televisioni di questo tipo sono più che altro dei distributori di programmi terzi (basta pensare a tutta la produzione americana che imperversa su tutti i canali Sky). Ci potrebbero essere spostamenti a livello di equilibri di mercato, questo certo, così come potrebbero esserci delle sinergie o delle acquisizioni tra provider TLC e broadcaster tradizionali.
Comunque, in ogni caso, la televisione pubblica o privata sarà sempre la televisione e rimarrà ancora per molto al centro del mondo mediatico, anche perché nonostante la presunta e troppo spesso esaltata (con esagerazione) onnipresenza del Web, ad oggi l'unico media davvero in grado di influenzare l'opinione pubblica e di raccogliere grandi masse di pubblico rimane la televisione, addirittura la vecchia televisione gratuita generalista. Chi nega questo nega l'evidenza.