Quanto snobismo in questa battuta!
Dopo non lamentatevi se a scrivere nella sezione cinema siete i soliti 4 gatti.
Che il cinema sia arte è fuori discussione, ma come tutte le altre arti si declina in forme alte, destinate ad una nicchia, e basse, destinate fatalmente al grande pubblico. È così nella musica: ricordate la polemica sugli Avion Travel che vinsero Sanremo? Si disse che erano troppo di nicchia, poco commerciali. Chi se li ricorda oggi gli Avion Travel? E quanti dischi vendono i vari One Direction, Fedez, Emma Marrone e Amici vari?
È così nella letteratura: in uno scaffale puoi trovare il tipico mattone esistenzialista polacco di autore morto suicida a 30 anni (cit.) che magari è pure un capolavoro, ma la gente lo scarta per andarsi a leggere l'ultimo romanzo di Fabio Volo.
È così da sempre, quindi, pure nel cinema. Trovo pertanto inutile questa polemica e tutte le varie filippiche sul declino della collettività. Checco Zalone fa più incassi di Birdman. Come Lino Banfi, Fantozzi e co. facevano più incassi di Polansky e Woody Allen.
Checco Zalone non è arte? Boh...lascio rispondere ai 4 eletti chiusi nella loro torre d'avorio a guardarsi la corazzata Potemkin e a lanciare strali del tipo "O tempora o moras!" di ciceroniana memoria.
Per me, il guardare un film deve essere soprattutto un divertimento. Infatti i film che vedo sono soprattutto commedie (quasi tutte italiane, pur scartando pure io robe tipo Boldi, De Sica e Ruffini) e film d'azione (supereroi in particolare). Mi svago, mi rilasso dopo una giornata pesante, la sera vado a letto sereno e non me ne faccio un problema se in catalogo, tra uno Smetto quando voglio e un 12 anni schiavo, scelgo mille volte il primo e salto a piè pari il secondo. Certo, non vado in giro a dire che sono un esperto di cinema, proprio perché non ne conosco tutte le sue declinazioni.
E forse è meglio così, se no comincerei ad essere snob.