A me questa cosa sembra gravissima, in tutto ciò i vescovi protestano contro il divieto di celebrare le messe?
Invece di collaborare e trasmettere messaggi per convincere la gente a seguire le regole si mettono contro?
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
(Costituzione Italiana)
La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica.
Salvo i casi di urgente necessità, la forza pubblica non potrà entrare, per l'esercizio delle sue funzioni, negli edifici aperti al culto, senza averne dato previo avviso all'autorità ecclesiastica.
(Concordato Stato - Chiesa)
Chiunque impedisce o turba l'esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose del culto di una confessione religiosa, le quali si compiano con l'assistenza di un*ministro del culto*medesimo o in un*luogo destinato al culto, o in un luogo pubblico o aperto al pubblico, è punito con la reclusione fino a due anni.
(Codice penale)
La collaborazione della CEI e delle Varie Diocesi c'è stata fin da subito, rinunciando anche a diritti e garanzie riconosciuti.
Abbiamo assistito ad abusi di potere della forza pubblica che ignora le leggi.
La CEI ha individuato dei protocolli da seguire per le celebrazioni e li ha forniti al governo, che non sono stati minimamente vagliati dal comitato scientifico, o comunque ai quali il governo non ha fornito alcun riscontro alla CEI, uscendosene direttamente con il decreto. Avessero fornito qualche riscontro, non credo la CEI avrebbe fatto questo comunicato.