Fino a quando il sistema rimane unico e fluido con promozioni e retrocessioni, si sta tutti sulla stessa barca, se fallisce uno si raggiungerà un nuovo equilibrio (non necessariamente con gli stessi attori protagonisti al vertice).
Il calcio sopravvive a prescindere dalle cifre che girano, in Sud America circolano molto meno soldi che da noi eppure il calcio è un fenomeno di massa.
Magari finita questa fase di spese folli dove vince chi spende e si indebita di più, se le squadre più indebitate scoppiano, riuscirà ad emergere invece chi riesce ad ottimizzare la propria rosa senza indebitarsi e spendere cifre astronomiche.
Sbagli. Se il sistema fallisce, falliacono tutti perché i piccoli vivono con i soldi che gli elargiscono i grandi comprando i giocatori o condividendo il proprio brand attraverso i diritti tv.
Per iperbole: se le squadre della Superlega avessero avuto il mercato bloccato, non ci avrebbero rimesso loro in termini economici ma solo in termini sportivi. Al contrario l'Atalanta ci avrebbe guadagnato in termini sportivi, ma, rimanendo nell'esempio di prima, avrebbe perso i 100 mln che ha guadagnato con le cessioni di Diallo e Kulusevski. E a lungo andare sarebbe fallita, mentre le grandi col mercato bloccato sarebbero ancora in piedi anche se meno competitive.
Anche l'esempio che hai citato del Sud America è proprio in contrasto con quello che dici: le squadre sudamericane sopravvivono proprio grazie alle cessioni di giocatori alle squadre europee. Fenomeno aumentato sempre di più negli ultimi anni, prima partivano solo grandi campioni, adesso il Real spende 120 mln per 2 minorenni come Vinicius e Rodrygo.
Ripeto, se le big non possono più spendere le prime a saltare sono le piccole che vivono essenzialmente grazie ai soldi delle big.
Ti porto un altro esempio: se domani fanno un embargo al mercato tra Sud America ed Europa, secondo te chi ci rimette in termini economici? Chi falliscono, le grandi d'Europa o le squadre sudamericane?